“Guerra in Ucraina? Oggi la situazione non ha delle prospettive visibili. Tra Ue, Usa e Cina, mi sembrano un po’ fermi. La risposta più coerente e produttiva è quella del cardinale Parolin (segretario di Stato di Papa Francesco, ndr), che ha confermato il fatto che sia in corso o in preparazione una missione di pace del Vaticano. Quando si muove il Vaticano, bisogna stare attenti, perché di solito non si muove se ha delle prospettive molto critiche”. Sono le parole pronunciate al Tg Plus, su Cusano Italia Tv, da Armando Sanguini, già ambasciatore italiano in Tunisia e in Arabia Saudita e docente di History and analysis of international crisis all’Università Lumsa di Roma.
Sanguini illustra lo stato attuale del conflitto: “Oggi Mosca non intende abbandonare la presa e neanche l’Ucraina intende farlo. Però è anche evidente che la Russia ha una posizione di maggior forza e soprattutto ha il controllo dei territori, come il Donbass in particolare, che per la Russia sono un fatto di prestigio e di rivendicazione antica. In questa situazione apparentemente senza prospettive, mi auguro che si stia lavorando sotto banco, ma non vedo idee precise”.
E aggiunge: “Oggi abbiamo una Cina che potrebbe forzare la mano a Putin ma a quale prezzo? In realtà, il problema, che potrebbe essere un passaggio obbligato, è l’incancrenirsi della situazione, cioè la Russia continua a occupare questi territori e Zelensky rischia di essere un po’ emarginato o comunque tenuto lontano anche dagli stessi Usa. Tra l’altro, i suoi proclami sono un po’ troppo virulenti rispetto alla situazione reale. E quindi – spiega – il rischio concreto è avere una situazione europea con questa ferita al proprio interno, che sicuramente non consentirebbe di prendere con Mosca quel discorso che anni addietro era stato avviato e si è poi raffreddato. Se a un certo punto non interviene una mossa a sorpresa o uno spiraglio, che sia una missione del Papa o un intervento della Cina, questa situazione in Ucraina rischia di incancrenirsi. E noi avremo una Europa con questa ferita aperta”.
L’ex ambasciatore sottolinea: “Non dimentichiamo però che la Cina ha una visione del mondo molto chiara. È per una multipolarità, cosa che gli Stati Uniti stentano ad accettare. Perché dopo il crollo del muro di Berlino gli Usa si sono trovati di fatto in una situazione di egemonia globale. Ora è difficile per loro accettare che ci sono degli altri interlocutori che rivendicano un ruolo e una identità”.
E conclude commentando il piano della Ue da un miliardo di euro per gli acquisti congiunti di munizioni e di missili a sostegno della controffensiva dell’esercito ucraino: “Davvero noi pensiamo che l’Ucraina, pur con tutti questi supporti, possa convincere l’elefante russo a ritirarsi? Per Putin sarebbe il disastro totale. Se vogliamo ragionare in termini di realismo politico – chiosa – credo che sia più probabile che alla fine ci sia questa ferita aperta nel cuore dell’Europa, con una Ue che non riesce ad assumere un profilo e una leva politico-diplomatica in grado di smovere le intenzioni di Putin. La situazione è veramente molto delicata e non vedo una prospettiva a breve termine”.