La prima ordinanza era stata sospesa dal Tar in seguito al ricorso delle associazioni animaliste, e per la seconda il destino è stato lo stesso. Il Tribunale regionale di giustizia amministrativa di Trento, in sede monocratica, ha sospeso, accogliendo il ricorso presentato da Enpa, Leidaa e Oipa, l’efficacia del decreto con cui il presidente della Provincia Maurizio Fugatti dispone l’abbattimento dell’orsa Jj4, considerata responsabile della morte del runner 26enne Andrea Papi nei boschi di Caldes, in valle di Sole, e attualmente detenuta nel centro faunistico del Casteller. Fino alla data della prossima udienza collegiale la Provincia non potrà dunque procedere all’abbattimento. A seguito della seconda ordinanza di Fugatti, il 30 aprile circa 150 persone avevano deciso di manifestare sotto casa del presidente della Provincia autonoma di Trento. Una manifestazione organizzata dal Partito animalista europeo da cui altre associazioni, come Oipa, si sono dissociate, scrivendo che non va mescolata “la vita privata a quella politica dei rappresentanti istituzionali”. Contrarie al corteo Lega e Forza Italia del Trentino, col Carroccio che ha parlato di “atteggiamento vigliaccamente squadrista” di alcuni manifestanti che si sono recati sotto casa di Fugatti.

“Il decreto di Fugatti“, osservano le associazioni animaliste che hanno comunicato la decisione del Tar, “non è solo assurdo nel contenuto e non adeguatamente motivato, ma rappresenta anche una vera e propria sfida al ministero dell’Ambiente, contrario alla soppressione di JJ4, che ha istituito un ‘tavolo tecnico’ per l’elaborazione di una nuova strategia sulla gestione degli orsi e mostra di aver ben presente il principio di tutela dell’ambiente, della biodiversità, degli ecosistemi e degli animali sancito dal nuovo articolo 9 della Costituzione. Fugatti invece procede per conto proprio, come se gli orsi fossero sua proprietà, come se l’art.9 non esistesse e ignorando completamente la mobilitazione di milioni di italiani contrari all’abbattimento”. Accolto anche il ricorso di Leal, che evidenzia “come il decreto n.10 emesso in data 27 aprile dal presidente Fugatti, con il quale viene autorizzata la soppressione dell’orso Jj4, si profila frutto di un’errata interpretazione della relazione dell’Ispra, che non ha affatto espresso parere negativo in ordine alle strutture ove ricollocare l’orsa, ma ha solo dichiarato di non avere competenza in merito, laddove la stessa spetta ai Cites”.

Dopo la presentazione della seconda ordinanza di Fugatti lo scorso 28 aprile, la Lav aveva annunciato di volere presentare a Procura e carabinieri di una diffida alla Azienda provinciale per i servizi sanitari – incaricata dell’abbattimento, anche se l’Ordine dei veterinari ha rilevato che “lo stato di salute dell’esemplare Jj4 non giustifica l’intervento eutanasico di urgenza” – contro l’esecuzione dell’animale. Per l’associazione si configurava il reato “per mandanti ed esecutori, di uccisione senza necessità di un animale”. Pochi giorni fa l’Ispra aveva inserito la possibilità di valutare il trasferimento dell’animale, così come il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto. La Provincia, però – si leggeva ancora nel decreto – “non dispone di una concreta alternativa” all’abbattimento, “considerato che le comunicazioni di disponibilità provenienti da soggetti esterni alla provincia, ad accogliere Ji4 in diverse strutture nazionali (Zoo Safari di Fasano) ed estere (Ma’Wa for Nature and Wildlife in Giordania, Gnadenhof fuer Baeren Hart bei Fuessing in Germania), citate nel parere Ispra di data 20 aprile 2023, rappresentano, ad oggi, generiche e sommarie dichiarazioni di presa in carico dell’esemplare pericoloso di cui si discute”.

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