Nel pieno della settimana del mobile di Milano i lavoratori del settore Legno – Arredo incroceranno le braccia. A proclamare la protesta, che il 21 aprile durerà 8 ore e prevede anche manifestazioni territoriali in 7 città e un volantinaggio già da domani nel corso del fuori Salone, sono Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil. Lo sciopero è stato decretato dopo lo stop alle trattative con Federlegno per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il dicembre 2022 e che coinvolge 200mila addetti.

“Si parla tanto del Salone del mobile e del prestigio di questo settore nel mondo, ma noi vogliamo ricordare che dietro tanta bellezza e qualità c’è la professionalità e il duro lavoro delle lavoratrici e dei lavoratori del legno che attendono il rinnovo del loro contratto in momento economico assai complicato. Negli ultimi anni il settore ha realizzato fatturati da capogiro e non si riesce a capire perché Federlegno chieda il blocco del contratto per un anno negando di fatto ai lavoratori ogni miglioramento su orario, diritti e tutele mentre l’inflazione è alle stelle’, dicono i sindacati. Enormi, per le parti sociali, le distanze con la controparte registrate in materia salariale, su cui pesa peraltro, denunciano, “l’indisponibilità a riconfermare il modello contrattuale consolidato dal 2016, che consentirebbe di recuperare per il 2022 in maniera più efficace il potere di acquisto per i lavoratori, con circa 130 euro di aumento della paga base.”

Tra le richieste, oltre agli aumenti retributivi per tutelare il potere di acquisto e per combattere l’incremento di prezzi e delle bollette, ci sono la riduzione dell’orario di lavoro a pari retribuzione (da 40 a 38 ore, dedicando una parte alla qualificazione professionale) e una maggiore formazione per gli operai e gli impiegati di un settore che resta all’avanguardia in Italia. “Non si può chiedere di applicare le regole solo quando fa comodo, ora che l’inflazione è alta le imprese devono riconoscere quanto dovuto. A queste condizioni noi non ci stiamo”, continuano le sigle di categoria di Uil, Cisl e Cgil. “Ai clienti provenienti da tutto il mondo – proseguono – spiegheremo che i mobili italiani sono fabbricati grazie al sapere, alle conoscenze e alle competenze dei lavoratori che fanno fatica a raggiungere i 1.300 euro al mese“.

Secondo i rappresentanti dei lavoratori il settore nel 2021 è cresciuto del 25,5% e del 12,6% nell’anno successivo. Sono attive 68mila imprese, pari al 14,9% del totale manifatturiero e 298mila addetti, pari all’8% del totale, con un fatturato alla produzione di 56,5 miliardi di euro. “A fronte di questi straordinari numeri – spiegano le organizzazioni dei lavoratori – Federlegno propone una perdita del potere di acquisto dei salari del 52,88%“: una proposta definita “inaccettabile” perché i lavoratori “non possono continuare ad essere spremuti come limoni”. Da qui l’idea di distribuire ai passanti una limonata, definita come “l’aperitivo dei poveri”, due giorni prima della manifestazione annunciata a Rho-Pero venerdì 21 aprile davanti al Salone del Mobile, giorno dello sciopero nazionale della categoria. All’iniziativa parteciperanno lavoratori dalla Lombardia, dal Piemonte, dalla Valle D’’Aosta e dalla Toscana.

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