Si sposta in Europa il dibattito innescato dallo stop, richiesto dal governo al Comune di Milano, di registrare sui certificati di nascita i nomi dei genitori non biologici nati da coppie omogenitoriali. L’Eurocamera ha approvato l’emendamento al testo della Risoluzione sullo Stato di diritto che “condanna le istruzioni date dal governo italiano alla municipalità di Milano di sospendere la registrazione delle adozioni delle coppie omogenitoriali”. L’emendamento è stato presentato dal gruppo di Renew europe e supportato da Sinistra, Verdi e Socialisti. Il Parlamento Europeo ha approvato per alzata di mano, in plenaria a Bruxelles l’emendamento. Il Parlamento Europeo, si legge ancora nell’emendamento, “ritiene che questa decisione porterà inevitabilmente alla discriminazione non solo delle coppie dello stesso sesso, ma anche e soprattutto dei loro figli; ritiene che tale azione costituisca una violazione diretta dei diritti dei minori, quali elencati nella Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza del 1989; esprime preoccupazione per il fatto che tale decisione si iscrive in un più ampio attacco contro la comunità Lgbtqi+ in Italia; invita il Governo italiano a revocare immediatamente la sua decisione”. La circolare del ministero dell’Interno – che richiama una sentenza della Cassazione a sezioni Unite – ha provocato l’impugnazione con la richiesta di cancellazione da parte della procura di Milano di alcune iscrizioni.

Molti sindaci stanno però proseguendo. Una battaglia che va avanti soprattutto dopo il no a un incontro da parte della ministra della Famiglia Eugenia Roccella. “Dice ‘non c’è confronto da fare, la legge è chiara’. Educata e collaborativa” è l’ironico commento del primo cittadino di Milano Giuseppe Sala che avverte: “Io e tanti altri sindaci non ci arrendiamo alla protervia di chi nega persino un incontro su un tema delicato con cui abbiamo a che fare nelle nostra città”. “Ieri sono stato all’Europarlamento a Bruxelles per sollecitare la richiesta di un dibattito “sui diritti dei bambini delle famiglie arcobaleno, in particolare nel caso dell’Italia”. La mozione – ha sottolineato Sala sui social – è stata approvata”. “Sulla maternità surrogata ho una posizione critica, non tanto su pratica in sé ma sull’aspetto economico, la mercificazione. Ma è una pratica non prevista dalla legge e non è oggetto del problema. Dire che la nostra richiesta significa legalizzare la maternità surrogata è un modo di parlare d’altro: noi parliamo di A e ci rispondono B” ha detto il sindaco di Roma Roberto Gualtieri intervenendo ad ‘gorà su Rai3. “Sbaglia la ministra Roccella – ha aggiunto – e confonde le acque. La gestazione per altri riguarda soprattutto le coppie eterosessuali, ed è una pratica vietata dalla legge sia per le coppie eterosessuali che omosessuali. Qui parliamo invece del riconoscimento dei figli che non deve essere diverso sulla base dell’orientamento sessuale dei loro genitori. È un punto pratico: i sindaci hanno di fronte delle famiglie che chiedono cose giuste e poi si trovano davanti circolari così. Siamo un grande Paese civile, europeo e democratico – ha sottolineato il sindaco di Roma – e serve una legge per essere pienamente europei. La società è molto più avanti, e pensiamo che sia giusto che la legislazione italiana si adegui al nostro tempo”. Insieme agli altri sindaci delle grandi città italiane “abbiamo chiesto il matrimonio egualitario, il diritto di adozione, il riconoscimento anagrafico. Poi il Parlamento troverà il punto di equilibrio migliore”. Il verdetto della Suprema corte riguarda una coppia di papà con un figlio nato in Canada che avevano fatto ricorso alla gestazione per altri, procedura che non riguarda per esempio le coppie formate da donne.

“Matera è pronta a riprendere la registrazione dei figli di coppie omogenitoriali, che vivono e risiedono nel nostro comune. Mi assumo personalmente la responsabilità di firmare gli atti, anche andando contro le direttive ministeriali, che prevedono persino una sanzione” dice il primo cittadino Domenico Bennardi (M5s), il quale si aggiunge ai cosiddetti “sindaci arcobaleno”, che da giorni in tutta Italia stanno animando una protesta civile e pacifica per i diritti dei figli di coppie omogenitoriali. “L’interesse dei bambini viene prima di tutto – rimarca Bennardi – e non possono esserci discriminazioni nei loro confronti. Da sindaco e da padre, non voglio voltarmi dall’altra parte”. I sindaci arcobaleno chiedono al Parlamento italiano di legiferare, dando certezza al riconoscimento anagrafico dei figli delle coppie omogenitoriali, introducendo il matrimonio egualitario con il conseguente accesso alle adozioni, come previsto per le coppie eterosessuali. Mobilitazioni e iniziative in tal senso, con la contestuale stesura di un manifesto, sono state già organizzate e tenute dai sindaci di Roma, Roberto Gualtieri, e poi Beppe Sala di Milano, Gaetano Manfredi di Napoli, Matteo Lepore di Bologna, Dario Nardella di Firenze e Antonio Decaro di Bari.

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