Mentre non si arrestano gli arrivi sulle coste italiane e i salvataggi in area Sar di competenza, in un nuovo naufragio al largo delle coste della Tunisia sono morte almeno undici persone. La barca su cui viaggiavano è affondata mentre il natante viaggiava alla volta dell’Italia con a bordo 38 persone, di cui solo 4 sono state soccorse. Tutte le persone a bordo, come ha spiegato un portavoce del tribunale di Sfax che ha aperto un’inchiesta, provenivano da Paesi dell’Africa sub-sahariana.

Tra il 23 e il 24 marzo la Guardia costiera tunisina ha bloccato 26 tentativi di migrazioni, intercettando e soccorrendo 1.080 persone a bordo di imbarcazioni in difficoltà al largo di Biserta, Sfax e Mahdia. Un portavoce della stessa autorità ha precisato che delle persone soccorse 1.055 sono di vari paesi dell’Africa subsahariana e 25 tunisini. Secondo la stessa fonte, tutti sono stati segnalati alla magistratura.

Ma gli arrivi sulle coste italiane non si fermano. A Lampedusa in poche ore si sono registrati venti sbarchi di oltre 900 migranti mentre la Guardia Costiera ha operato soccorsi in area Sar anche nel mar Ionio e la Geo Barents di Medici Senza Frontiere ha recuperato altri rifugiati al largo nel Mediterraneo. Sono un migliaio i migranti giunti (altri 190 in arrivo nelle prossime ore a Bari) in Italia a bordo di barconi, messi in salvo dalle autorità italiane o dalle ong nell’arco di mezza giornata. Quasi tutti i profughi arrivano attraverso la rotta della Tunisia, caduta in una grave situazione economica e di tensione politica: sul Paese si concentrano i timori dell’Unione europea e del governo italiano, pronti ad aumentare gli sforzi per favorire un ritorno alla stabilità dello Stato magrebino fermando l’aumento vertiginoso dei flussi migratori.

Tutti i migranti giunti a Lampedusa hanno raccontato di essere partiti da Sfax e di aver pagato 3mila dinari tunisini per il viaggio. I migranti, di cui diverse donne e minori, sono originari di Congo, Camerun, Nigeria, Costa d’Avorio e Guinea, Sierra Leone, Siria, Tunisia, Marocco e Burkina Faso. Per evitare che l’hotspot di contrada Imbriacola torni ad essere nuovamente sovraffollato, la prefettura di Agrigento d’intesa con il Viminale ha già disposto il trasferimento di centinaia persone con il traghetto di linea per Porto Empedocle.

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