L’Italia può dirsi molto soddisfatta” delle conclusioni del Consiglio europeo. Giorgia Meloni professa ottimismo, anche se sul dossier dell’immigrazione – quello a lei più caro – dal vertice di Bruxelles è uscito poco o nulla. Nelle conclusioni, infatti, i leader dei 27 Stati membri si limitano a ricordare ancora una volta “che l’immigrazione è una sfida europea che richiede una risposta europea” e chiedono “una rapida implementazione” delle conclusioni del vertice del 9 e 10 febbraio, che sarà valutata a giugno. “C’è stato un cambio di passo impresso nello scorso Consiglio, ma adesso la migrazione rimane una priorità degli obiettivi dell’Ue. Questo dimostra che non si trattava di uno spot e di un’iniziativa singola”, rivendica Meloni. “Lavoriamo alla concretezza dei risultati che mi sembrano buoni e dimostrano la buona fede nell’affrontare questa materia”. Nelle comunicazioni alle Camere alla vigilia dell’appuntamento, però, la presidente del Consiglio però aveva detto di aspettarsi “passi in avanti” dal vertice dei 27, ventilando addirittura l’ipotesi un blocco navale europeo in collaborazione con la Libia. Ma la sessione dedicata ai migranti (durata in tutto poco più di mezz’ora) non ha avuto i risultati sperati dal governo italiano. Nel suo intervento la premier ha cercato di catalizzare l’attenzione dei colleghi sul tema che le sta più a cuore: “Se la Tunisia crolla del tutto si rischia una catastrofe umanitaria, con 900mila rifugiati“. Poi ha ringraziato la Commissione per il lavoro svolto per la lettera inviata a seguito della tragedia di Cutro, chiedendo però “azioni rapide e concrete” per bloccare le rotte nel Mediterraneo.

Il vertice dei 27 ha segnato anche l’ora del disgelo tra Meloni e il presidente francese Emmanuel Macron: giovedì, al termine della prima giornata di Consiglio, i due leader si sono visti a tu per tu (senza le rispettive delegazioni) poco prima delle 23, nell’hotel del centro di Bruxelles dove entrambi alloggiano. Un incontro non scontato dopo le tensioni degli ultimi mesi tra i due governi, con la crisi di novembre sul caso Ocean Viking e poi, a febbraio, con l’esclusione di Meloni dalla cena all’Eliseo tra Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Tra i temi del faccia a faccia – durato circa un’ora e quaranta – c’è stata ovviamente la gestione dei flussi migratori, ma anche il sostegno all’Ucraina, la politica industriale europea, l’energia e la riforma del Patto di stabilità e crescita. In cambio di un sostegno sull’immigrazione, riferiscono i retroscena, il leader francese ha ottenuto dalla collega italiana l’impegno a sostenere l’inserimento delle tecnologie nucleari fra quelle compatibili alla transizione energetica. “Io condivido la posizione della neutralità tecnologica, quindi sì, penso che oltre le tecnologie che possono garantire gli obiettivi che l’Ue si è data, debbano essere riconosciute” anche altre “tecnologie che rispettano determinati target, a prescindere se il nucleare sia usato o no in una nazione”, ha detto la premier alla stampa.

“Con Giorgia Meloni abbiamo avuto una discussione molto buona che ci ha permesso di chiarire molti argomenti e di definire le questione sulle quali possiamo agire insieme”, ha riferito Macron al termine del vertice. Anche la leader di FdI si dice “soddisfatta” del bilaterale: “È stato un incontro lungo e ampio sullo senario e la situazione complessa sul fronte geopolitico. C’è voglia di collaborare”. Fonti dell’Eliseo riferiscono che i due leader “hanno ribadito la loro determinazione a sostenere l’Ucraina di fronte all’aggressione russa e hanno accolto con favore l’accordo raggiunto per fornire agli ucraini le munizioni e i missili di cui hanno bisogno grazie all’industria europea”. In particolare, i due Paesi “forniranno un sistema di difesa terra-aria di media portata Mamba all’Ucraina per aiutare il Paese a far fronte agli attacchi di droni, missili e aerei russi”. Inoltre hanno evidenziato la “necessità di continuare a lavorare per la sovranità europea, sia in termini di politica industriale, per garantire la competitività dell’Unione, che di energia, per garantire la decarbonizzazione delle loro economie. L’incontro è stato l’occasione per discutere le opportunità di cooperazione su temi importanti per entrambi i Paesi, come la migrazione, l’industria e lo spazio”, conclude la nota.

I nuovi Re di Roma

di Il Fatto Quotidiano 6.50€ Acquista
Articolo Precedente

“Noi ostaggi economici di Poste”. Da mesi in attesa di incassare crediti da Superbonus venduti al gruppo del Tesoro: “Nessuno ci dice niente”

next