Tutti in piazza per salvare la scuola. Siamo nel borgo di Cavoretto, un angolo di verde che guarda dall’alto Torino. Lì negli ultimi anni sono arrivate ad abitare molte giovani coppie ma ora la frazione collinare della Circoscrizione 8 rischia di perdere la prima classe e di conseguenza di vedere presto chiusa la scuola primaria Balbis considerata da tutti un fiore all’occhiello. I numeri sulla carta per dare avvio alla sezione (servono almeno quindici alunni) non ci sono: ad oggi gli iscritti sono otto. L’unica soluzione sul piatto è unire i sette studenti della vicina scuola Fiaccardo a un chilometro dal borgo. Ma qui è nata la guerra. L’intero borgo, con il parroco don Maurizio De Angelis, in prima fila con il presidente della Circoscrizione Massimiliano Miano, stanno difendendo a spada tratta la Balbis e con loro ci sono tutti i commercianti che martedì hanno abbassato le serrande dalle 15.30 alle 16 affiggendo lo slogan: “Chiudiamo oggi per non chiudere per sempre”.

La preoccupazione di chi ha un’attività, infatti, è quella che senza la scuola il borgo sarà destinato a morire. Mercoledì alle 10 tutto il paese si è recato sotto le finestre del provveditore agli Studi in via Coazze. Con le famiglie e gli alunni c’erano il prete e i commercianti che sono stati ascoltati dal dirigente dell’ufficio scolastico. È seguito un altro incontro con la preside dell’istituto comprensivo Matteotti-Pellico. “La scuola Balbis – spiega a ilfattoquotidiano.it il presidente della Circoscrizione 8 – è un’eccezione: ha la mensa, la palestra, è ben lodata da tutti. È chiaro che non è un dramma perdere una prima ma è l’inizio della disfatta. Di questo passo nel giro di poco tempo ci troveremo senza altre classi e con una frazione che sarà destinata a morire. Il mio compito è quello di salvaguardare il territorio”.

A dare qualche speranza a tutti è stata proprio la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale ma a dire l’ultima parola dovrà essere la preside che dovrà scegliere di sfruttare qualche cavillo della legge sul potenziamento per avviare la prima. A prendere una posizione netta in difesa della scuola è anche il parroco: “Non è un problema della Chiesa ma in una realtà come la nostra non si possono leggere solo i numeri contestualizzandoli al presente. Le posso garantire che il prossimo anno dalla scuola paritaria dell’infanzia Morelli arriveranno 17 bambini e in più vi è un’altra pubblica. In quest’ultimi due-tre anni ho celebrato molti battesimi perciò nei prossimi anni avremo un’inversione di tendenza. Attorno a questa scuola c’è una rete educativa che va di là delle famiglie: è da conservare e coltivare. Quante altre realtà possono vantare un’esperienza come questa?”. Il parroco pensa anche ai negozianti: “La perdita di classi e la chiusura della scuola hanno una conseguenza anche sull’economia del territorio. Non possiamo far finta di nulla”.

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