Fratelli d’Italia che parla di “inchino ai mafiosi” dei parlamentari del Pd. Il Partito democratico che annuncia querele e richieste di risarcimento danni. E poi il piano più politico, che si abbatte progressivamente e con forza crescente su Palazzo Chigi, e in particolare il bassissimo profilo (eufemismo) di Giorgia Meloni che – oggi a Berlino dal premier Schilz – ancora una volta sceglie di non commentare le uscite pubbliche dei suoi esponenti Delmastro e Donzelli. È sul caso di Alfredo Cospito – l’anarchico in sciopero della fame contro il 41-bis – che maggioranza e opposizione continuano a scontrarsi in un muro contro muro, dal quale la presidente del Consiglio sta cercando – finora con successo – di rimanere fuori. Solo in serata la premier è intervenuta sul caso, ma ancora una volta rifiutando il confronto sugli attacchi dei suoi parlamentari. La premier in parte ha glissato, in parte ha rimandato. “Il mio – ha detto in conferenza stampa a Berlino – è un appello che faccio trasversalmente” ed è quello di “non dividerci di fronte a una cosa del genere. Non credo – ha aggiunto la presidente del Consiglio – che sia un tema che interessi alla stampa internazionale e su questo risponderò volentieri domani”.

Le parole della premier seguono, ma evitano di rispondere alla richiesta arrivata dall’opposizione. “Fa rumore il silenzio di Meloni che anche ieri ha dribblato la conferenza stampa dopo il CdM sul ddl sull’autonomia”, aveva twittato il leader del M5s Giuseppe Conte. “Timore di rispondere su Donzelli-Delmastro o di intestarsi la norma “Spacca-Italia”? L’ultima volta che ha risposto in conferenza ai giornalisti risale al 2022…”. A sfidare la premier anche il segretario Pd Enrico Letta: “I nostri deputati sono sotto un deliberato linciaggio da parte di deputati di FdI che risponderanno delle loro calunnie nelle sedi opportune. Calunnie che non intaccano la nostra storica posizione a favore del 41-bis. Il capo del governo continua a tacere, e quindi acconsente?”.

L’ulteriore round tra Fratelli d’Italia e Pd si è aperto con le parole del sottosegretario alla Giustizia Andrea Delmastro Delle Vedove che, come noto, è finito nell’occhio del ciclone per aver riferito al compagno di partito Giovanni Donzelli le informazioni che poi quest’ultimo ha usato per il suo intervento in Parlamento (quello che per sintesi si concludeva con: il Pd sta con lo Stato o con la mafia?). Delmastro oggi ha parato al Biellese, giornale della sua città, ha parlato di “inchino ai mafiosi” fatto dai parlamentari del Pd in visita al carcere di Sassari dov’era rinchiuso Cospito. “Prima di parlare con me, dovete parlare con loro”, ha detto l’ideologo anarchico, indicando le celle di Francesco Di Maio, Franco Presta e Pietro Rampulla, tre mafiosi irriducibili suoi compagni di reparto al 41-bis. “Una richiesta che la delegazione del Pd non ha rifiutato, accettando di parlare con i criminali”, attacca Delmastro. Walter Verini, Debora Serracchiani, Andrea Orlando e Silvio Lai hanno confermato in varie sedi di aver scambiato qualche frase con i detenuti.

Da qui la reazione dei democratici: “Gli uomini della Meloni continuano a diffamare il Pd – intervengono fonti del Nazareno – Lo fanno per nascondere le gravissime responsabilità di Delmastro e Donzelli che hanno divulgato informazioni sensibili e riservate. Lascino i propri incarichi perché hanno dimostrato di non esserne all’altezza e, se non lo fanno loro, glielo faccia fare Giorgia Meloni, che non può continuare a coprire questi comportamenti”. I parlamentari dem annunciano tra l’altro che “presenteranno querele e richieste di risarcimento danni nei confronti del sottosegretario Delmastro Delle Vedove e di Giovanni Donzelli per le gravi affermazioni ripetutamente effettuate in diversi contesti, diffamanti e lesive dell’onorabilità dei parlamentari Pd e offensive della loro storia”. E in una nota anche le capogruppo Simona Malpezzi e Debora Serracchiani chiamano in causa la premier: “Giorgia Meloni non può fare due parti in commedia, da un lato la presidente del Consiglio che chiede unità dello Stato contro violenza e minacce e dall’altro il capopartito che, continuando a tacere, mostra di approvare e condividere questo attacco senza precedenti al principale partito di opposizione, fatto di cui si assumerà tutta la responsabilità politica”.

Nel frattempo il deputato di +Europa Riccardo Magi ha annunciato di voler chiedere “formalmente all’ufficio del Capo del Dap di avere accesso alla documentazione relativa ai colloqui tra il detenuto Cospito e altri detenuti” consegnata da Delmastro a Donzelli e da quest’ultimo riferita nell’Aula della Camera, secondo il Guardasigilli Carlo Nordio senza violazione di segreto (sulla questione indaga anche la Procura di Roma). “Così capiremo quale sia il vero livello di riservatezza e accessibilità di quei documenti. Non è ammissibile che le forzature delle regole e della responsabilità istituzionali messe in atto con fini politici investano le amministrazioni dello Stato e facciano dubitare della loro imparzialità”, dichiara Magi.

Sulla vicenda della visita al carcere di Sassari i deputati del gruppo di Fratelli d’Italia hanno presentato un’interrogazione parlamentare al ministro della Giustizia: “Le notizie riportate dal Fatto Quotidiano gettano una luce inquietante sulla vicenda della protesta di Cospito e della visita da lui ricevuta in carcere dagli esponenti del Partito democratico”, si legge nell’atto a prima firma del capogruppo Tommaso Foti, che, riassumendo il contenuto dell’articolo, chiede a Nordio “di quali elementi disponga in merito ai fatti esposti e quali iniziative intenda assumere al fine di scongiurare pericolosi sodalizi tra criminalità organizzata e terrorismo”. È da ricordare infatti che lo stesso giorno della visita dei parlamentari in carcere – il 12 gennaio 2023 – Cospito veniva ascoltato conversare durante l’ora d’aria con il camorrista Di Maio su una strategia “politica” per arrivare all’abolizione, per tutti, del regime di carcere duro.

Ad attaccare il Pd anche il vicecapogruppo del partito di Giorgia Meloni al Senato, Raffaele Speranzon: “È passato un giorno dall’indiscrezione del Fatto Quotidiano sulla visita da parte dei deputati Dem Serracchiani, Orlando, Verini e Lai a boss mafiosi al 41-bis su indicazione del terrorista Alfredo Cospito. La circostanza non solo non è stata smentita, ma persino confermata, di fatto, dai diretti interessati. È oltremodo grave che né Bonaccini né la Schlein e nemmeno gli altri esponenti apicali del Pd abbiano speso una parola. Ci dicano dalla segreteria del Nazareno: sono a favore o contro il 41-bis? Condividono il contenuto dei tweet al riguardo di Andrea Orlando? (in cui l’ex ministro chiede di revocare il carcere duro a Cospito, ndr)”.

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Cospito e il 41bis, il magistrato Sabella: “Andava trasferito 2 mesi fa, spiegando le ragioni del carcere duro. L’asse tra anarchici e mafia? Storie che si ripetono”

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