Il numero di nuove diagnosi di Covid-19 è aumentato dell’11,4% nella settimana tra il 30 dicembre 2022 e il 5 gennaio 2023 rispetto alla precedente, influenzata dal Natale. I casi rintracciati sono stati 135.990 rilevati con 855.823 tamponi (+6% rispetto alla settimana precedente) mentre il tasso di positività risulta al 15,9%, con una variazione di +0,8% rispetto alla settimana precedente. Nello stesso periodo i decessi sono stati 775, con una variazione di +9,8%. I dati sono riportati nel bollettino settimanale del ministero della Salute.

Stando al monitoraggio settimanale dell’Iss-ministero della Salute, invece, l’incidenza settimanale è lievemente aumentata dal 23 al 29 dicembre, ma l’indice Rt è stabile così come il tasso di occupazione nei reparti di terapia intensiva che è al 3,2%. Quanto ai reparti ordinari, in 9 Regioni il tasso di occupazione da parte di pazienti Covid-19 supera al 5 gennaio la soglia di allerta del 15%: si tratta di Umbria (28,5%), Calabria (19,8%), Liguria (19,6%), Friuli Venezia Giulia (18,9%), Abruzzo (16,9%), Emilia Romagna (16,5%), Marche (16,3%), Sicilia (16,1%) e Basilicata (15,2%). L’incidenza è salita da 207 a 231 casi ogni 100.000 abitanti. Nel periodo compreso fra il 14 e il 27 dicembre è rimasto stabile a 0,83 (range 0,77-0,99) l’indice Rt medio calcolato sui casi sintomatici, sotto la soglia epidemica. Lieve l’aumento dell’indice di trasmissibilità Rt basato sui casi con ricovero, che dal 20 al 27 dicembre è aumentato da 0,87 (0,84-0,90) a 0,90 (0,86-0,94).

Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale scende al 12,1% (rilevazione giornaliera al 5 gennaio) dal 13% rilevato il 29 dicembre. Sono Lazio, Puglia e Umbria le tre giorni classificate a rischio alto per varie allerta di resilienza, secondo la tabella degli indicatori decisionali del monitoraggio settimanale. Al 30 dicembre nessuna regione risultava a rischio alto. Le regioni a rischio moderato sono aumentate da 5 a 12 (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Marche, Molise, province autonome di Bolzano e Trento, Sicilia, Sardegna e Veneto). Sei regioni sono a rischio basso (Friuli Venezia Giulia, Liguria, Lombardia, Piemonte, Toscana, Valle d’Aosta).

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