Da anni si parla della possibilità di produrre un giorno una energia potente e pulita come quella del Sole e l’annuncio di una svolta nel campo della fusione nucleare ha scatenato reazioni in tutto il mondo. Il dipartimento americano dell’Energia, secondo quanto rivela il Washington Post, annuncerà in una conferenza stampa prevista per martedì che per la prima volta nella storia degli scienziati sono riusciti a produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Un risultato innovativo che può stravolgere l’approccio delle politiche mondiali alla produzione di energia a emissioni zero, nel contesto della lotta al cambiamento climatico, una sorta “Santo Graal” per arrivare all’obiettivo delle emissioni zero di carbonio. Il dipartimento americano dell’Energia, secondo quanto rivela il Washington Post, annuncerà in una conferenza stampa prevista per martedì che per la prima volta nella storia degli scienziati sono riusciti a produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla. Un risultato innovativo che può stravolgere l’approccio delle politiche mondiali alla produzione di energia a emissioni zero, nel contesto della lotta al cambiamento climatico.

Il quotidiano americano parla di “una pietra miliare nella decennale e costosa ricerca per sviluppare una tecnologia che fornisca energia illimitata, pulita ed economica“. Una scoperta che, aggiungono, gli scienziati di tutto il mondo inseguivano fin dagli Anni 50 e che può accelerare il processo di transizione energetica nel tentativo di rispettare gli standard previsti dagli accordi internazionali sul clima. La scoperta sarebbe avvenuta presso la National Ignition Facility ospitata nei Lawrence Livermore National Laboratory, in California. Alcuni ricercatori, interpellati dal Washington Post, hanno confermato le anticipazioni ma dietro anonimato. Lo scopo della ricerca sulla fusione è replicare la reazione nucleare attraverso la quale si crea l’energia sul Sole. Finora gli esperimenti avevano deluso le aspettative degli studiosi, che erano sì riusciti a innescare la fusione, ma impiegando, per ottenerla, molta più energia di quanto poi ne rilasciasse la reazione stessa. L’energia da fusione nucleare prodotta negli Usa è stata ottenuta nella National Ignition Facility, che studia la fusione a confinamento inerziale utilizzando i laser. Sono stati generati circa 25 megajoule di energia utilizzando un impulso laser di poco più di 20 megajoule ha spiegato all’Ansa l’esperto di fusione nucleare Stefano Atzeni, dell’Università Sapienza di Roma. “Si tratta – ha aggiunto – di un esperimento di fusione controllata diverso da quelli a confinamento magnetico. Il risultato è importante perché per la prima volta è stata generata una quantità di energia superiore a quella usata per ottenere la reazione”.

La fusione è un processo molto diverso rispetto alla fissione nucleare, che produce energia sfruttando il fenomeno della scissione degli atomi. Su quest’ultimo si basano le centrali a fissione che esistono da molto tempo e sono state al centro di dure polemiche per i possibili rischi dovuti al fatto che, accanto alla produzione di energia, la scissione degli atomi dà origine a prodotti radioattivi. Si tratta di una reazione molto instabile, che è fondamentale tenere sotto controllo. Profondamente diverso è il processo della fusione nucleare: riprodurre il processo che avviene nelle stelle significa avvicinare due atomi simili all’idrogeno fino a farli fondere tra loro. Questo processo può produrre un’enorme quantità di energia e nello stesso tempo dare origine a un atomo molto stabile. Nel caso di un incidente, infatti, il reattore si spegnerebbe spontaneamente. Il processo di fusione richiede temperature altissime, fino a 150 milioni di gradi, contro i 15 milioni di gradi necessari per innescare la reazione di fusione in una stella. Questo perché all’interno dei reattori gli atomi sono più rarefatti che nelle stelle e il calore aiuta ad accelerarli per favorire il processo di fusione. La materia che si ottiene in questo modo si chiama plasma. Le alte temperature di questa forma della materia rendono necessario contenerla, altrimenti la struttura che la racchiude si scioglierebbe. A tenere il plasma sollevato e confinato all’interno del grande anello in cui scorre sono i magneti superconduttori, capaci di generare campi magnetici centinaia di migliaia di volte più forti di quello terrestre.

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