Scintille tra berlusconiani sul palco della Festa del Tricolore, la convention di Fratelli d’Italia a Catania. Poco prima dell’ora di pranzo di domenica 4 dicembre, due esponenti azzurri siciliani, l’assessore all’Economia Marco Falcone e il leader di Forza Italia, Gianfranco Miccichè, hanno dato spettacolo. Solo l’ultima puntata degli attriti interni al partito di Arcore sull’isola, che hanno contrapposto il governatore Renato Schifani a Miccichè e che negli ultimi tempi hanno portato addirittura alla creazione di due distinti gruppi parlamentari all’Assemblea regionale siciliana. Allo scontro pubblico di Catania, comunque, era assente il presidente della Regione, che aveva lasciato l’incontro poco prima. Ma andiamo con ordine.

Stando ai video visibili sui social, gli animi si scaldano quando prende la parola Marco Falcone: “Non è possibile che ogni assessore faceva disastri e tu ti ritieni l’unico uomo integro – attacca Falcone rivolgendosi a Miccichè – Dovresti guardarti allo specchio prima di snocciolare giudizi sugli altri”. Quindi continua: “Tu sei quello che di notte incassavi e poi dicevi a Musumeci che non andava”. “Sei un imbroglione“, risponde quindi Miccichè, cercando di interrompere il collega di Forza Italia. Falcone però continua: “Poi hai smesso con Nello Musumeci e hai iniziato ad attaccare Renato Schifani. Gianfranco devi andare a casa. È arrivato il tuo momento, Forza Italia non ti riconosce”. “Hai alzato tu i toni”, spiega quindi Falcone. Secondo Repubblica, infatti, a scatenare l’ira dell’assessore all’Economia è stata una frase pronunciata da Miccichè, che però non appare nel video. “Lui è uno stronzo – avrebbe detto nel suo intervento il senatore, rivolto a Falcone, – con me non parla e ora qui dobbiamo fare finta di niente”.

Davanti agli esponenti di Fratelli d’Italia, attoniti sul palco di fronte allo scontro, Micciché minaccia di andarsene: “Credo sia corretto che io vada via, non mi sembra un clima per poter stare qua”. A convincerlo a rimanere è Gaetano Galvagno, presidente dell’Ars che gli sussurra all’orecchio qualcosa. Miccichè quindi si risiede, ma oramai la discussione c’è stata.

Pochi minuti dopo il leader di Fi rialza i toni: “Se pensano di buttarmi fuori da questa coalizione poi ci divertiremo dopo: io sono sempre Miccichè e mica possono pensare che me ne vado in pensione“. “Anzi – assicura – Se volevo andarci, non ci vado più. Questo è poco ma sicuro”. Poco dopo il suo staff dirama una nota. “Sono molto avvilito per la scontro verbale avvenuto con Marco Falcone – dice Miccichè – Mentre parlavo di programmi e comportamenti, lui è andato in escandescenza parlando di poltrone. Le poltrone! Evidentemente è l’unico argomento che conta per loro, tanto da vederlo letteralmente uscire fuori di testa”.

Tra i due i rapporti non sono buoni da diverso tempo. “Sono amareggiato per questa divisione del partito in Sicilia, il problema esiste. Mi auguro che rientri”, dice Schifani. Ma chiarisce il punto: “Ci dispiace, ma non intendo farmi distrarre”. Perché “non c’ è dubbio che all’interno di Fi c’è un problema strutturale, ma io ritengo di avere fatto delle buone scelte anche nella individuazione della giunta” perché “ho seguito dei criteri secondo me di buon senso”.

Video Facebook/ centro storico pedonale – Catania

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