Obbligata per anni dalla madre e dal padre, con violenza anche fisica, a svolgere lavori domestici e forzata a chiedere l’elemosina nei pressi di un supermercato. Marito e moglie, entrambi di nazionalità bosniaca, rispettivamente di 41 e 36 anni, sono stati arrestati a Roma con l’accusa di riduzione in schiavitù e lesioni personali gravi ai danni della loro figlia di 14 anni. Le indagini – coordinate dalla Dda di Roma, con i procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò – sono partite dalle dichiarazioni rilasciate dalla minorenne negli Uffici di Polizia, dove si era presentata spontaneamente nell’ottobre scorso, raccontando, tra le lacrime, quanto fosse costretta a subire ormai da anni, all’interno del proprio nucleo familiare. La minorenne, infatti, mediante violenza fisica e verbale, veniva costretta a vivere di stenti, obbligata a svolgere lavori domestici non esigibili da una bambina della sua età, e forzata a chiedere l’elemosina nei pressi di un supermercato. La giovane – che in più di un’occasione, presa dallo sconforto, aveva anche tentato anche il suicidio – subito dopo la denuncia, è stata collocata in una struttura protetta dove tuttora permane. Dopo le indagini, coordinate dalla Procura di Roma, gli agenti della Polizia di Stato del IV Distretto San Basilio ieri mattina hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare, emessa dal gip Monica Ciancio, su richiesta della Dda nei loro confronti. Per l’uomo sono stati disposti gli arresti in carcere, per la donna i domiciliari. Tra gli episodi contestati ai due anche la promessa della ragazzina in matrimonio ad uno sconosciuto in cambio di denaro, nonostante il suo chiaro rifiuto.

L’ordinanza del gip – Siamo in presenza di “personalità violente e prevaricatrici, determinate a trarre fonti economiche per il soddisfacimento delle loro esigenze personali dall’accattonaggio delle figlie” e del tutto “incapaci di considerare il dissenso e il disagio di una di loro, di rispettare l’obbligo scolastico e di occuparsi delle sue esigenze primarie”, ha scritto il gip di Roma nell’ordinanza. Nelle esigenza cautelari il giudice scrive che “a fronte delle confidenze della minore con le insegnanti, lungi dal manifestare segni di resipiscenza, non hanno esitato a picchiarla all’evidente fine di evitare l’intervento dei servizi sociali e delle forze dell’ordine, e mantenerla in uno stato di soggezione per sfruttarne l’accattonaggio”. Poi il gip prosegue: “Gli indagati nel porre la figlia in uno stato di assoluto assoggettamento sono giunti anche a costringerla a farsi carico delle faccende domestiche, in misura non ragionevole rispetto alla sua età, e persino di manifestare la decisione di farla sposare, contro la sua volontà, appena quattordicenne, con un soggetto del tutto ignoto, e di rasarle i capelli al fine di renderla meno piacente ad altri ragazzi”.

Padre e madre “hanno costretto la figlia infraquattordicenne, sin da tenera età, a darsi all’accattonaggio quotidianamente, tutti i pomeriggi quando andava a scuola, sin dal mattino durante le vacanze o quando non frequentava, e a consegnare loro tutti i proventi di tale attività (e picchiandola quando il ricavato non era ritenuto soddisfacente). Lo sfruttamento – evidenzia il gip – è peraltro evidente posto che il denaro ricevuto dalla minore veniva destinato al soddisfacimento delle esigenze personali degli indagati e non a quelle primarie della bambina o dei suoi fratelli”. Le indagini hanno appurato, infatti, che i genitori non lavoravano e utilizzavano le elemosine ricevute dai figli per acquistare alcolici e in un’occasione il padre aveva lanciato una bottiglia in faccia alla figlia. “La minore è stata posta in uno stato di soggezione continuativo – sottolinea il gip – protrattosi senza soluzione di continuità per anni, senza che potesse far valere il suo disagio nel mendicare in un luogo frequentato anche dai suoi insegnanti e dai genitori dei suoi compagni di scuola ed il suo desiderio di frequentare la scuola e studiare con continuità”. Un quadro di violenze, avvalorato anche dalle testimonianze raccolte dagli inquirenti, tra le quali alcune donne con cui la minore si era confidata. Violenze che sarebbero state compiute anche sui fratelli della minore.

Articolo Precedente

Open, udienza preliminare rinviata a gennaio: i pm attendono le motivazioni della Consulta. Renzi: “Vado a Genova a denunciarli di nuovo”

next