Le accuse alla legge di bilancio del Governo Meloni, che ha “trovato il modo per compiacere corrotti ed evasori” e “spinge il Paese in recessione”. La rivendicazione del lavoro fatto sia a Palazzo Chigi che durante il sostegno a Mario Draghi. Poi la lotta in favore di chi sarà colpito dal taglio del reddito di cittadinanza, con “diverse piazze, da Nord a Sud, per denunciare le ingiustizie del governo“. Infine un cenno alle imprese, che “adesso inizieranno a rimpiangerci”. In una lunga intervista a La Stampa, il leader del M5s Giuseppe Conte ha affrontato tutti i temi dell’attuale agenda politica, non risparmiando critiche a tutti gli avversari politici, in particolare alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che “aveva creato molte aspettative” e “le sta deludendo una a una”.

Il riferimento di Conte è alla manovra, giudicata “iniqua”, che “aggredisce i più poveri e rischia di scatenare la rabbia sociale“. L’ex premier ha anche sottolineato le giravolte di Meloni: “Ha cambiato idea su tutto; prima era contro le trivelle, ora è a favore. Prima voleva il blocco navale – ha detto – ora capisce che non si possono impedire gli sbarchi. Voleva imporre ordine e disciplina sui rave party e ha dovuto fare marcia indietro. Così come su Opzione donna“. Tema importante è quello del lavoro e del rapporto tra M5s e sindacati. “Landini? Auguro ai sindacati la migliore fortuna. L’attacco al mondo del lavoro è preoccupante – ha sottolineato Conte – e il ritorno dei voucher non farà che produrre precariato selvaggio. Tra le loro battaglie e quelle del M5s può certamente esserci una consonanza“. Anche in termini di manifestazioni pubbliche? Conte è chiaro: “Su questa manovra non scenderemo in una sola piazza, ma ne organizzeremo diverse in varie città, da Nord a Sud”. Obiettivo? “Denunciare le ingiustizie del governo, la follia dell’aggressione al reddito di cittadinanza, raccontare chi sono davvero i famigerati ‘occupabili’, facendo parlare direttamente loro”.

Poi c’è il tema degli aiuti alle famiglie. E anche qui Conte non è stato tenero con l’esecutivo di destra. Sul caro bollette, ad esempio, “le misure sono insufficienti e potranno reggere al massimo l’impatto del primo trimestre“. Anche le imprese, gli è stato fatto notare, non sono soddisfatte della manovra: “Ovvio – ha risposto il presidente M5s – A loro Meloni propone zero risorse e zero investimenti. In compenso distrugge tutto quello che di buono era stato fatto”. E ancora: “Per anni è stata raccontata la favoletta del Movimento 5 Stelle anti-imprese – ha detto Conte – adesso immagino che inizieranno a rimpiangerci”. Per quanto riguarda i rapporti tra M5s, Azione e Pd, Conte non le ha mandate a dire: “Rispetto ogni componente politica. Noto però che Calenda e Renzi abbracciano più volentieri una prospettiva distruttiva che costruttiva”. Distruggere il Pd? “No. E chi lo pensa è schiavo di un ragionamento contorto e paradossale. Abbiamo un’altra idea della politica”. In Lombardia il M5s appoggerà il dem Majorino? “Non ho detto che lo appoggio. Ho chiarito che il tema delle candidature va accantonato e che prima di discutere di nomi bisogna discutere di programmi utili ai cittadini lombardi. Di sicuro non ci facciamo imporre condizioni e non faremo i notai di decisioni prese da altri”.

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