Via libera al rigassificatore del porto di Piombino, in provincia di Livorno. Il presidente della Regione Toscana e commissario straordinario del governo per l’opera, Eugenio Giani, ha firmato l’autorizzazione. Dopo le opere preparatorie dell’area in cui sarà posizionata, la nave Golar Tundra, di Snam, “può arrivare” a Piombino, ha spiegato Giani per il quale “la procedura significa per 60 milioni di italiani l’abbassamento delle bollette, la possibilità di offrire un servizio e di dire che si può avere il gas con più facilità senza dipendere dalla Russia”. Il sindaco della città, Francesco Ferrari, di Fratelli d’Italia ha già annunciato il ricorso al Tar. Snam sottolinea che l’atto autorizzativo “riporta, al suo interno, diverse prescrizioni tecniche e procedurali che la società vaglierà già nei prossimi giorni per consentire il tempestivo avvio dei lavori e fare tutto quanto possibile per disporre dell’unità operativa entro i tempi previsti”. Ma questo Memorandum non convince il sindaco Ferrari, che si conferma a capo dei cittadini contrari all’installazione del rigassificatore. E’ “un documento – dice il primo cittadino – che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza che uno strumento concreto per il rilancio del territorio. Quel documento è una lista di richieste vuota e lontana dalle reali esigenze di Piombino. Da quel documento emerge chiaramente quanto il commissario Giani sia poco aggiornato sulla storia della città e non conosca minimamente il territorio, il suo cambio di passo e le relative nuove esigenze”. Per il sindaco “se Giani conoscesse Piombino certamente non avrebbe scelto di essere il promotore di un rigassificatore nel suo porto”.

Per Ferrari il percorso amministrativo, così come impostato dal Commissario straordinario Giani, è stato proiettato fin da subito a concedere l’autorizzazione, non a valutare la fattibilità dell’opera, e non ha tenuto conto delle enormi criticità che il Comune di Piombino ha sollevato. “Inoltre, lo ha addirittura voluto blindare attraverso l’intesa Stato-Regione, un atto prettamente politico. Il decreto che disciplina l’iter burocratico parla chiaro: il Governo propone l’opera e la Regione si fa garante del territorio chiedendo anche un parere alla Provincia e al Comune. Il parere del Comune è stato ovviamente negativo ma Eugenio Giani, questa volta in qualità di presidente della Regione, ha comunque firmato l’intesa“. Su queste basi, secondo il sindaco Ferrari, può essere costruito il ricorso al Tribunale amministrativo della Toscana.

Snam da ora potrà posizionare la nave rigassificatrice nella darsena nord del porto di Piombino, lungo la banchina est, lunga 300 metri. La nave è lunga 297 metri e larga 40. La portata di gas sarà di 5 miliardi di metri cubi, “una portata importante – sottolinea Giani – rispetto ai 29 miliardi che in questo momento offre il gasdotto che viene della Russia”. “La Toscana – aggiunge – quando a metà aprile sarà in funzione la nave, potrà dire di consentire col suo contributo, 10 miliardi di metri cubi di gas, più di un terzo di quello che era il gas russo”.

Resta sospeso tuttavia il destino del rigassificatore alla scadenza dei tre anni di permanenza nel porto di Piombino, così come promesso da tutte le autorità alla comunità di Piombino. Giani riferisce che “Snam sta lavorando alacremente e non solo in Toscana per vedere i punti migliori della costa per il posizionamento dopo i tre anni dell’entrata in esercizio”. Successivamente sarà individuata un’area in cui stabilire la nave per altri 22 anni. Snam ha un tempo di 45 giorni da oggi per decidere dove. Secondo Giani l’installazione a Piombino si perfezionerà entro metà aprile.

Il giudizio negativo arriva anche dal Comitato Liberi insieme per la salute, che si è battuto fin qui – insieme ad altre associazioni, partiti e diversi sindaci, in senso trasversale – contro il rigassificatore. “Abbiamo sperato fino all’ultimo – dice la portavoce Francesca Marino – Giani ci ha fatto capire che in Italia non vige più lo stato di diritto, la Costituzione ormai è carta straccia, la democrazia solo un vago ricordo, con la scusa di un’emergenza, si arroga il diritto di calpestare la volontà dei cittadini, nonostante il nostro sindaco Ferrari e i suoi validissimi e competenti esperti, abbiano portato alla luce moltissime criticità. Nonostante tutto, Giani ha messo quella ignobile firma che metterà in pericolo non solo Piombino ma anche mezza Val di Cornia”. “Nonostante abbia dichiarato che avrebbe fatto due valutazioni di impatto ambientale non ne ha fatta nemmeno una – continua Marino .- Questo è l’ennesimo precedente per l’Italia molto pericoloso, perché con la scusa di una qualsiasi emergenza il governo potrà imporre tutto ciò che vorrà, stando al di sopra di qualsiasi legge nazionale e europea. Piombino ne è la dimostrazione. Spero nel nuovo Governo che mi possa smentire. Noi non ci fermeremo, abbiamo perso una battaglia ma non la guerra”.

Davanti alla sede della Regione Toscana, a Firenze, i sindacati dei metalmeccanici di Livorno hanno organizzato un presidio per chiedere un incontro al presidente Giani “non contro il rigassificatore, ma per avere maggiori garanzie per poter continuare a lavorare” come spiega il segretario della Fiom livornese David Romagnani. Ieri le segretarie provinciali di Fim, Fiom e Uilm avevano annunciato il presidio perché, hanno spiegato, non hanno ottenuto da Giani le garanzie richieste sull’operatività del porto. Alla fine l’incontro è stato accordato dal governatore. Le organizzazioni dei lavoratori hanno riferito che Giani ha espresso “la volontà di lavorare alla realizzazione di un organismo provvisorio con la presenza delle parti sociali, parte dei soggetti del comitato tecnico regionale, coordinato dal commissario il cui fine è elaborare piani di coordinamento tra operatori portuali e stazione rigassificatrice allo scopo di garantire la piena operatività degli operatori del porto”. All’incontro hanno partecipato anche le rsu della Piombino Logistics e i coordinatori rsu Jsw Steel Italy, l’acciaieria di Piombino. La banchina Nord, spiegano meglio i sindacati, “è un’arteria vitale e insostituibile per l’approvvigionamento del semiprodotto essenziale alle attuali produzioni dello stabilimento siderurgico. È infatti di questi giorni la notizia dell’aggiudicazione da parte di Jsw di due lotti, circa 400 ml, di fornitura e produzione rotaie per Ferrovie dello stato il cui semiprodotto arriva dagli stabilimenti Indiani di Jsw proprio attraverso quella banchina”. L’incontro con Giani, concludono i sindacati, “costruttivo e proficuo, è risultato utile a creare le condizioni di coesistenza del lavoro esistente sul porto e le necessità del Paese in termini di sicurezza energetica”.

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