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Giorgia Meloni, incarico senza riserva. I precedenti: il Dc Giuseppe Pella nel 1953 e Silvio Berlusconi nel 2008

In 65 casi sui 67 precedenti governi, il premier incaricato ha lasciato di fronte a sé un intervallo temporale - formalmente per verificare il sostegno delle forze di maggioranza - prima di tornare al Colle con la squadra definita. A fare eccezione, finora, sono stati solo in due: il democristiano Giuseppe Pella nel 1953 e Silvio Berlusconi nel 2008, in occasione del varo del suo quarto e ultimo esecutivo

Giorgia Meloni è la terza presidente del Consiglio incaricata nella storia della Repubblica italiana ad accettare il compito senza la tradizionale “riserva“. In 65 casi sui 67 precedenti governi, infatti, il premier incaricato ha lasciato di fronte a sé un intervallo temporale – formalmente per verificare il sostegno delle forze di maggioranza – prima di tornare al Colle con la squadra definita. A fare eccezione, finora, sono stati solo in due: il democristiano Giuseppe Pella nel 1953 e Silvio Berlusconi nel 2008, in occasione del varo del suo quarto e ultimo esecutivo.

Pella, economista e accademico, fu il secondo presidente del Consiglio della Repubblica. Dopo il fallimento dell’ultimo governo di Alcide De Gasperi, nell’agosto di quasi settant’anni fa il capo dello Stato Luigi Einaudi lo incaricò di formare un esecutivo di transizione, al solo scopo di approvare la legge di bilancio (che ai tempi andava licenziata entro ottobre). In virtù di questo mandato specifico, Pella si presentò al Quirinale già con l’elenco dei membri del governo, un monocolore Dc con la partecipazione di tre tecnici (l’avvocato dello Stato Salvatore Scoca alla Riforma burocratica, l’alto magistrato Antonio Azara alla Giustizia, l’ingegnere Modesto Panetti alle Poste) che restò in carica poco più di quattro mesi, fino ai primi giorni del 1954.

Molto diversa la storia del governo Berlusconi IV, formato nel 2008 dopo una netta vittoria elettorale della coalizione di centrodestra, che allora comprendeva il Popolo della Libertà, la Lega Nord e il Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo. Chiamato dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per essere incaricato di formare il governo, Silvio Berlusconi accettò senza riserva, presentando contestualmente la lista dei ministri da nominare, una scelta che fu considerata da alcuni osservatori una sgrammaticatura istituzionale. L’esecutivo, composto inizialmente da 21 ministri e 37 sottosegretari, rimase in carica per tre anni e mezzo e fu il secondo più longevo della storia della Repubblica dopo il Berlusconi II (2001-2005).