Undici militari russi uccisi, una centrale elettrica e un deposito di carburante entrambi bombardati. E anche sedici esplosioni nell’area dell’aeroporto. Succede nella regione russa di Belgorod, l’oblast di confine della Federazione più vicina al fronte caldo ucraino nord-orientale di Kharkiv e terreno di passaggio dal territorio russo verso le zone di combattimento. Anche nell’area appena annessa di Kherson, stando allo Stato Maggiore di Kiev, i russi stanno evacuando, dopo la popolazione, anche le cosiddette “istituzioni statali”. Intanto in Ucraina si sono abbattuti raid russi per un’ora, con l’allarme che è scattato in tutte le regioni. Ed è giallo intorno alla morte dell’ufficiale russo Roman Malyk, uno dei responsabili della mobilitazione, ritrovato impiccato vicino alla recinzione della sua abitazione nella città di Partizansk. I media locali parlano di “possibile suicidio”, la famiglia smentisce, mentre la polizia ha avviato delle indagini.

Mentre il conflitto non accenna a placarsi, gli Stati Uniti lanciano un altro avvertimento a Mosca, mettendola in guardia riguardo all’uso di armi nucleari tattiche, anche di potenza limitata: “L’uso di un’arma nucleare sul campo di battaglia in Ucraina è l’uso di un’arma nucleare sul campo di battaglia in Ucraina. L’idea che in qualche modo ci siano differenze nell’uso credo sia un’idea pericolosa”, ha detto il consigliere per la Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan. Il Cremlino nel frattempo ha dichiarato che l’assistenza della Nato all’Ucraina “complica la situazione” ma “non influenza in alcun modo gli obiettivi della Russia”. E adesso in soccorso di Kiev, dopo le dure critiche ricevute da Zelensky negli ultimi mesi, arriva anche Israele: “La consegna da parte dell’Iran di missili balistici alla Russia è una chiamata per Israele perché fornisca aiuto militare all’Ucraina”, ha dichiarato con un tweet il ministro per la Dispora, Nachman Shai.

Perché Belgorod è strategica – Proprio a Belgorod c’è il poligono militare dove vengono addestrati gli uomini che andranno a combattere in Ucraina. Un crocevia logistico cruciale anche per la grande mobilitazione “parziale” di fino a 300mila coscritti per rinforzare la forza militare russa in Ucraina, ordinata e annunciata il 21 settembre dal presidente russo Vladimir Putin. Non è la prima volta che Belgorod viene coinvolta nel conflitto: già nei mesi scorsi erano state colpite installazioni militari, un deposito petrolifero e più recentemente un magazzino di munizioni e una linea ferroviaria. E anche un condominio è stato centrato da alcuni missili. Nessuno ha rivendicato gli attacchi, anche se la Russia sostiene che provengano da oltre il confine. Dunque, dall’Ucraina. Kiev, invece, ha più volte sostenuto che i responsabili degli attacchi fossero i russi stessi e i loro missili fuori controllo.

“Russi sgomberano le istituzioni a Kherson” – Continua, secondo quanto fa sapere lo Stato Maggiore delle forze armate ucraine su Facebook, il ritiro dei russi da Kherson, una delle quattro aree annesse dopo i quattro referendum illegali voluti da Vladimir Putin, dopo che proprio Mosca aveva ammesso di aver evacuato la popolazione per questioni di sicurezza: “Gli invasori russi hanno iniziato l’evacuazione delle cosiddette istituzioni statali” dalla regione di Kherson per trasferirle verso il territorio “temporaneamente occupato” della Repubblica Autonoma di Crimea, hanno detto gli uomini di Kiev. “Il nemico sta cercando di mantenere il controllo dei territori temporaneamente catturati, tentando anche di arrestare le azioni delle forze di difesa ucraine in determinate direzioni, conducendo al contempo operazioni offensive nel Bakhmut e verso Avdiivka“.

Le esplosioni vicino all’aeroporto – “I residenti hanno riferito di 16 esplosioni nell’area dell’aeroporto vicino a Belgorod, in Russia”, ha scritto su Telegram il Centro per le comunicazioni strategiche delle Forze armate ucraine, come riporta Ukrinform. I media ucraini hanno pubblicato sui siti i video che mostrano colonne di fumo dopo le esplosioni nella base aerea. Secondo l’agenzia di stampa statale russa Ria Novosti, questa mattina “il sistema di difesa aerea ha funzionato su Belgorod, ci sono state 16 esplosioni, le finestre delle case tremavano, scattavano gli allarmi delle auto, c’erano rumori molto forti”.

La sparatoria nel poligono – A sparare ai militari sono stati due non meglio definiti “terroristi”, ha dichiarato il ministero della Difesa russo. Si trattava probabilmente di reclute che hanno sparato con armi automatiche contro i loro commilitoni. Almeno 15 i feriti, portati in ospedali, secondo quanto riferito dal ministero della Difesa russo. I due, precisa Mosca, sono stati abbattuti dal fuoco di risposta. Oleksiy Arestovych, consigliere del presidente ucraino, ha affermato che all’origine della sparatoria ci sarebbe stata una discussione sulla religione, visto che i due aggressori, poi uccisi, provenivano dalla nazione centroasiatica del Tagikistan che è prevalentemente musulmano, mentre circa la metà dei russi segue vari rami del cristianesimo. Il ministero russo aveva detto che gli aggressori provenivano da una nazione della Comunità degli Stati Indipendenti, che raggruppa nove repubbliche ex sovietiche, tra cui il Tagikistan. Quanto all’altro attacco di sabato contro un serbatoio di carburante, “l’incendio è stato spento in un serbatoio contenente 3mila metri cubi. Nessuno è rimasto ferito“, ha detto un portavoce dei servizi d’emergenza russi. L’attacco del giorno precedente contro una centrale elettrica aveva provocato, oltre alle fiamme, un blackout in diverse zone della città capoluogo che dà il nome alla regione.

Sarebbe stata una discussione sulla religione all’origine della sparatoria avvenuta ieri in un campo di addestramento militare nella regione di Belgorod, nel sud-ovest della Russia e nella quale sono rimasti uccisi 11 commilitoni. Ad affermarlo, scrive il Guardian, un Oleksiy Arestovych, il quale in un’intervista su YouTube ha affermato c

“Pronti a liberare Zaporizhzhia” – Il sindaco in esilio di Melitopol Ivan Fedorov, ha annunciato su Telegram che le forze armate dell’Ucraina si stanno preparando a liberare la parte occupata dall’esercito russo della regione di Zaporizhzhia, area dell’Ucraina sud-orientale dove si trova la centrale nucleare più grande d’Europa. Fedorov ha riferito in particolare che non lontano da Gulyaipol le unità di Kiev hanno distrutto un deposito di munizioni, mentre a Tokmok, Pology, Kamianets-Dniprovska le truppe della Federazione hanno subito gravi perdite in termini di soldati ed equipaggiamenti. Nella notte invece la regione orientale ucraina di Nikopol è stata colpita dalle forze russe, che hanno lanciato 40 razzi colpendo edifici residenziali, linee elettriche e lasciando 1.500 famiglie senza corrente. “I russi non hanno lasciato riposare la regione di Nikopol questa notte. Hanno sparato su Nikopol e Marganetska. Un uomo di 47 anni è rimasto ferito più volte. I bombardamenti hanno provocato un incendio”, ha riferito il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko, come riportano i media ucraini.

Taglia sul torturatore GirkinTaglia da 100mila dollari per la cattura dell’ex ministro della Difesa dell’autoproclamata Repubblica del Donetsk (Dpr) Igor Girkin (nome di battaglia Strelkov), accusato dalla Procura di Kiev di tortura, omicidio, attività terroristica e violazione della sovranità statale. “La direzione dell’intelligence del ministero della Difesa ucraino garantisce il pagamento di 100mila dollari per il trasferimento di Igor Girkin (Strelkov) nelle prigioni ucraine”, sottolinea il Gur. Su Girkin pesa anche un mandato di cattura internazionale emesso dai Paesi Bassi per il caso dell’abbattimento del volo civile Boeing 777 MH17.

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