Continuano le proteste in Russia contro il reclutamento forzato voluto da Putin per inviare uomini a combattere in Ucraina. Ad accendersi contro la decisione del Cremlino questa volta è il Daghestan, regione prevalentemente di stampo musulmano, dove un centinaio di persone sono state arrestate a Makhachkala, capitale della Repubblica autonoma. Il terrore verso la decisione di procedere con la mobilitazione ha spinto migliaia di russi a fuggire nei Paesi circostanti con ogni mezzo, anche in bicicletta, e già nei giorni scorsi Mosca aveva ammesso l’isteria causata dall’assenza di informazioni. Mentre Novaya Gazeta Europe cita i servizi segreti russi (Fsb) dicendo che 261mila uomini arruolabili sono fuggiti dal Paese. Anche oggi il Cremlino riconosce gli “errori” negli sforzi di mobilitazione e spiega di non aver “preso alcuna decisione” al momento sulla chiusura dei confini, smentendo così la notizia che dopo il 28 settembre coloro che rientrano nella categoria di cittadini arruolabili non possano lasciare il Paese. “In effetti, ci sono casi in cui il decreto di mobilitazione è stato violato. In alcune regioni, i governatori stanno lavorando attivamente per correggere la situazione. Speriamo che tutti gli errori vengano corretti”, ha dichiarato ai giornalisti il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. “Non è stata presa alcuna decisione sulla chiusura delle frontiere russe“, ha aggiunto, mentre si fanno insistenti le voci di un blocco per impedire agli uomini russi idonei alla leva di lasciare il Paese. Secondo il progetto mediatico indipendente sui diritti umani dedicato alla persecuzione politica in Russia, Ovd-Info, sono 2.353 i manifestanti arrestati durante le proteste dal 21 al 25 settembre. Il numero comprende sia le persone ancora detenute che quelle già rilasciate dalla polizia russa. Tra questi c’è anche il console giapponese a Vladivostok, Motoki Tatsunori, accusato di spionaggio: il diplomatico è stato dichiarato ‘persona non grata’ ed è stata presentata una protesta formale a Tokyo. Il diplomatico, spiegano, è stato “colto in flagrante mentre raccoglieva, dietro compenso in denaro, informazioni a diffusione limitata sugli aspetti della cooperazione della Russia con un Paese del Pacifico e sull’impatto della politica delle sanzioni occidentali”.

Intanto, sul fronte diplomatico, il ministro degli Esteri di Ankara Mevlüt Cavusoglu ha dichiarato che Putin, durante i colloqui con Erdogan a Samarcanda nei giorni scorsi, ha detto che la Russia potrebbe tornare a negoziare con l’Ucraina. Cavusoglu ha poi aggiunto che Erdogan intende continuare i contatti con Putin e con il presidente ucraino Vladimir Zelensky per una soluzione diplomatica e per una “pace giusta per Kiev”. “Continuiamo a perseguire una politica equilibrata. Il nostro presidente continuerà a mantenere un dialogo sia con Putin che con Zelensky. Vale la pena notare che ci sono paesi in Occidente che vogliono continuare le ostilità in Ucraina per indebolire la Russia”, ha affermato Cavusoglu.

Usa: “Se la Russia smette di combattere, la guerra è finita” – Dagli Stati Uniti il segretario di Stato Antony Blinken, parlando alla Cbs, è tornato sulle minacce nucleari del Cremlino, sottolineando di avere sentito “molta retorica irresponsabile da Vladimir Putin”. “È molto importante che Mosca ci ascolti e sappia che le conseguenze di una guerra nucleare sarebbero terribili. Siamo stati molto chiari con i russi, sia in pubblico che in privato”. Riguardo la guerra, il segretario di Stato ha dichiarato che “se la Russia smette di combattere, la guerra è finita. Se l’Ucraina smette di combattere, l’Ucraina è finita. Il presidente Biden sta facendo tutto il possibile per aiutare gli ucraini a difendersi e facciamo tutto il possibile per riunire altri paesi per fare pressione sulla Russia, siamo anche determinati a far sì che questa guerra non si espanda”.

“Molte truppe russe schierate senza preparazione militare” – Intanto l’intelligence del Ministero della Difesa britannico riferisce che i primi gruppi di uomini richiamati dalla mobilitazione parziale della Russia hanno iniziato ad arrivare alle basi militari: sono state emesse molte decine di migliaia di avvisi di leva, Mosca dovrà ora affrontare una sfida amministrativa e logistica per fornire addestramento alle truppe. “Molte delle truppe arruolate non avranno alcuna esperienza militare per anni. La mancanza di addestratori militari e la fretta con cui la Russia ha avviato la mobilitazione suggerisce che molte delle truppe arruolate si schiereranno in prima linea con una preparazione minima adeguata. È probabile che subiscano un alto tasso di abbandono”. “A differenza della maggior parte degli eserciti occidentali, l’esercito russo fornisce addestramento iniziale di basso livello ai soldati all’interno delle loro unità operative designate, piuttosto che in istituti di addestramento dedicati”, spiega il report. “Di solito, un battaglione all’interno di ogni brigata russa rimane in guarnigione se altri due si schierano e possono fornire un quadro di istruttori per addestrare nuove reclute o aumentati. Tuttavia, la Russia ha schierato molti di questi terzi battaglioni in Ucraina”.

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