A Napoli è stato presentato un saggio-inchiesta sul presidente della regione Campania Vincenzo De Luca. L’opera, edita da Paper First e intitolata “Il Monarca Vincenzo De Luca una questione meridionale” è stata scritta con il contributo di giornalisti, politologi e professori universitari ed ha l’obiettivo di analizzare il fenomeno De Luca a partire dalle sue origini. Un’inchiesta a tutto tondo sulle attuali condizioni in cui versa una delle maggiori regioni del Sud che ne analizza soprattutto le anomalie.

“Questo libro ha il valore di una denuncia – spiega Massimiliano Amato, uno degli autori – ma non riuscirà ad evitare i danni che sono già stati fatti in questi 10 anni al tessuto civile e democratico campano, ma vuole accendere nuovamente i riflettori su una gestione politica che perdura tra l’indifferenza dei vertici nazionali del Pd”. Il libro infatti nasce in seguito a una lettera scritta da docenti ed esperti di politica ed inviata lo scorso marzo al leader dem Enrico Letta in cui veniva denunciata la deriva politica in Campania. “Il sistema De Luca – dice il politologo Isaia Sales, co-autore del libro – è il condizionamento forte, attraverso la gestione del potere pubblico, dell’economia, dell’informazione, della cultura e del partito stesso, il Pd”.

Un partito reo secondo il giornalista Enzo D’Errico di immobilismo nei confronti del presidente campano. “Si guarda a De Luca come a un serbatoio di voti – dice D’Errico che ha partecipato alla scrittura de ‘Il Monarca’- per cui lo si lascia fare per 5 anni come se non esistesse, salvo poi stringere accordi quando ci si avvicina in campagna elettorale”. La candidatura blindata del figlio di De Luca, Piero, alle prossime elezioni del 25 settembre, per il saggista Isaia Sales è uno degli esempi di questi accordi. “Ci ritroviamo ad assistere ad un presidente di Regione che promuove a capolista il figlio che non ha altro titolo e altro merito se non quello di essere il figlio di De Luca, abbiamo una direzione regionale che per due anni non è stata convocata e per ultimo le intenzioni, che trapelano da Palazzo Santa Lucia, della volontà di un terzo mandato alla guida della Campania che sarebbe vietato dalla costituzione”. Secondo la co-autrice Luciana Libero si tratta di un potere assoluto quello attualmente in mano al Governatore capace di distogliere l’attenzione dalle reali condizioni della regione. “De Luca esprime la narrazione di una Campania felix che non esiste – dice Libero – perché in realtà questo territorio è sceso ai minimi storici in tutti gli indici, quelli economici, di sviluppo e di qualità della vita. Ci sono abnormi risorse finanziare tenute e gestite dalla Regione – prosegue – per cui De Luca ha una capacità di controllo e persuasione, per usare un eufemismo, di ampi ceti professionali. Un potere assoluto che governa tutto, anche nei minimi dettagli, a Salerno ad esempio abbiamo avuto difficoltà a presentare questo libro anche rivolgendoci a librerie indipendenti”. Il libro analizza le peculiarità della regione amministrata da De Luca sottolineando però come non si tratti di un caso isolato ma che riguarda anche altri territori, come il Veneto di Zaia e la Puglia di Emiliano. Un regionalismo che permette la concentrazione di potere personale e che per l’editorialista de Il Fatto Quotidiano, Antonello Caporale sono il “segno di una società arretrata ed affamata, per certi versi connivente, in cui il sistema maggioritario di questa connivenza produce, non solo in Campania, una democrazia deviata”.

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