Non c’è tregua nella battaglia del gas. Secondo quanto comunica il gruppo francese Engie, la russa Gazrpom ha annunciato una riduzione delle forniture alla Francia a partire da giovedì prossimo a causa di divergenze interpretative su alcuni contratti di fornitura. “È evidente che la Russia sta usando il gas come arma di guerra e dobbiamo prepararci allo scenario peggiore di una completa interruzione delle forniture”, ha detto la ministra francese per la transizione energetica Agnes Pannier-Runacher.

La Francia è uno dei paesi in questo momento più in difficoltà per la crisi energetica. Le centrali nucleari che abitualmente forniscono il 70% del fabbisogno del paese lavorano a ritmo ridotto a causa di manutenzioni, guasti e siccità. Così Parigi è costretta a importare elettricità dall’estero. Sul mercato francese ieri un megawattora veniva scambiato ad oltre 700 euro, a fronte dei 50 euro pagati un anno fa. Il governo francese ha avvisato le imprese di prepararsi ad un piano di razionamento energetico. Sembra che Mosca voglia approfittare di questa situazione colpendo dove fa più male.

Le consegne di Gazprom ad Engie erano diminuite “sostanzialmente” dall’invasione dell’Ucraina ha affermato la società francese. L’utility sta tenendo colloqui con l’algerina Sonatrach nell’ambito della sua strategia di diversificazione. Quei nuovi contratti a medio e lungo termine con la nazione nordafricana non prenderanno il via questo inverno, ha detto Waysand. La settimana scorsa il presidente francese Emmanuel Macron si è recato in visita ufficiale ad Algeri con l’obiettivo di porre fine alla crisi diplomatica che a più riprese riaffiora tra i due paesi.

Domani si fermeranno, in teoria per soli per tre giorni, anche le forniture residue (il 20% della capacità) che transitano nel gasdotto Nord Stream 1 che collega Russia e Germania. Negli ultimi giorni il prezzo del gas, pur rimanendo su livelli storicamente molto elevati, ha subito una significativa diminuzione portandosi al di sotto dei 260 euro al megawattora. A favorire il calo l’annuncio della Germania di aver raggiunto un buon livello di riempimento degli stoccaggi di riserva e l’apertura di Berlino all’ipotesi di un tetto europeo ai prezzi.

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