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Financial Times: “I fondi speculativi hanno lanciato la più grande scommessa contro il debito italiano dal 2008”

Nel solo mese di agosto hanno preso a prestito bond italiani per scommettere su un calo dei loro prezzi per un controvalore di 39 miliardi di dollari. "E' il Paese più esposto guardando alle conseguenze dell’aumento del prezzo del gas e il clima politico è teso", afferma il capo degli investimenti di un fondo che gestisce asset per oltre 106 miliardi di dollari". I rendimenti dei Btp decennali, che a inizio anno pagavano l'1,2%, sono aumentati fino a oltre il 3,6% con picchi sopra il 4%. E' possibile che nel frattempo la Bce sia di nuovo intervenuta in loro difesa

“Dagli hedge fund la più grande scommessa contro il debito italiano dal 2008″. È il titolo di apertura dell’edizione online del Financial Times. I numeri dietro la notizia del quotidiano britannico sono quelli di S&P Global Market Intelligence: solo ad agosto, con il Paese in campagna elettorale per le elezioni del 25 settembre, i fondi speculativi hanno preso a prestito bond per scommettere su un calo dei loro prezzi per un controvalore di circa 39 miliardi di dollari. Si tratta del livello più alto dall’inizio della grande crisi economica scatenata dai mutui subprime americani, appunto. Dietro l’attacco c’è la convinzione che Roma sia particolarmente “debole” a causa del voto imminente e alla luce dell’impennata del prezzo del gas, che giovedì mattina ad Amsterdam ha toccato un nuovo record superando i 315 euro al megawattora.

L’Italia “è il Paese più esposto guardando alle conseguenze dell’aumento del prezzo del gas e il clima politico è teso“, afferma Mark Dowding, capo degli investimenti di BlueBay Asset Management, che gestisce asset per oltre 106 miliardi di dollari. FT ricorda le indicazioni del Fondo Monetario Internazionale: un embargo sul gas russo porterebbe a una contrazione economica di oltre il 5% in Italia e in altri tre Paesi europei, a meno che altre nazioni non condividano le proprie forniture. “Sembra che l’Italia possa essere il Paese più vulnerabile” al peggioramento delle condizioni economiche, afferma un altro investitore al Financial Times. Una convinzione legata anche alle decisioni della Bce. La strada intrapresa da Christine Lagarde, con l’allentamento dei programmi di stimolo e il progressivo rialzo dei tassi di interesse, potrebbe contribuire ad alimentare le tensioni.

Scommettere contro il debito italiano, ricorda il quotidiano finanziario, “è stato in passato altamente redditizio per gli hedge fund a causa dell’incertezza politica di lunga data e dei timori sui 2,3 trilioni di euro di titoli di Stato del paese. Nel 2018, mentre i mercati si preoccupavano se un governo di coalizione avrebbe aumentato i livelli di debito e allentato i legami con l’Ue, gli hedge fund hanno aumentato le loro scommesse al livello più alto dalla crisi finanziaria”, ma “le scommesse, sia in termini assoluti che in proporzione all’emissione totale di obbligazioni, hanno ora superato i livelli del 2018, segno di dove gli investitori ritengono che i rendimenti potrebbero arrivare da qui in poi”. Alcuni gestori tuttavia si dicono “diffidenti”, perché convinti che “lo “strumento di protezione della trasmissione” (il nuovo scudo antispread, ndr) recentemente annunciato dalla BCE limiterà il rialzo ai rendimenti”. Dowding ribatte che il tpi è un deterrente insufficiente: “La Bce non può comprare solo titoli italiani”.

Finora, va detto, queste “scommesse” hanno avuto un effetto relativamente contenuto sui mercati. La percezione del “rischio Paese” si riflette come è noto nei rendimenti dei suoi titoli di Stato: la loro salita riflette un aumento della percezione di rischiosità da parte degli investitori. Nella seconda metà del mese di agosto quelli dei Btp decennali, che a inizio anno pagavano l’1,2%, sono aumentati fino a oltre il 3,6% con picchi sopra il 4%. E’ possibile che nel frattempo la Bce sia di nuovo intervenuta in loro difesa come aveva fatto nei mesi precedenti, mettendo in pratica le misure “anti frammentazione” annunciate a giugno. Cioè reinvestendo in titoli italiani i proventi di titoli di altri Paesi acquistati nell’ambito del Piano di acquisti pandemico ora terminato e arrivati a scadenza.

Già a fine maggio, prima che cadesse il governo Draghi e quando ancora si pensava che le elezioni sarebbero state nel 2023, la banca d’affari statunitense Goldman Sachs (di cui l’attuale Draghi è stato vicepresidente) aveva lanciato un primo avvertimento: “I Btp rischiano di tornare ad essere i sorvegliati speciali dei mercati obbligazionari governativi a causa dei rischi legati agli esiti delle elezioni politiche del 2023 e agli impatti che potranno avere sugli investimenti e le riforme richieste dal Recovery Fund”.