La Russia alla fine ce l’ha fatta. Domani a New York il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà per affrontare la situazione della centrale nucleare di Zaporizhzhia, come chiesto da Mosca. L’inviato russo alle Nazioni Unite, Mikhail Ulyanov, ha anche accusato Kiev di creare “ostacoli e difficoltà artificiali” a una potenziale missione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) presso la centrale nucleare. Il rimpallo delle responsabilità di questi giorni ha reso la situazione sempre più incandescente tant’è che i Paesi del G7, in una dichiarazione congiunta dei ministri degli Esteri, hanno affermato che “il continuo controllo della Russia sull’impianto” di Zaporizhzhia “mette in pericolo la regione”. “Rimaniamo profondamente preoccupati per la grave minaccia che il sequestro delle strutture nucleari ucraine e altre azioni da parte delle forze armate russe rappresentano per la sicurezza di queste strutture, aumentando significativamente il rischio di un incidente nucleare e mettendo in pericolo la popolazione dell’Ucraina, gli Stati vicini e la comunità internazionale”, aggiungono i ministri, sottolineando poi che le azioni della Russia compromettono “la capacità dell’Aiea di monitorare le attività nucleari pacifiche dell’Ucraina a fini di salvaguardia”. La comunità internazionale segue con apprensione la dinamica che si è innescata attorno alla centrale di Zaporizhzhia, come traspare dalle parole riportate nella dichiarazione dei Paesi del G7. “Chiediamo alla Russia di restituire immediatamente la centrale nucleare di Zaporizhzhia e tutti gli impianti nucleari all’interno dei confini internazionalmente riconosciuti dell’Ucraina al pieno controllo del loro legittimo proprietario, l’Ucraina, al fine di garantirne il funzionamento sicuro e protetto”. Rafael Mariano Grossi, Segretario generale dell’ ’Aiea, chiede lo stop delle ostilità attorno alla centrale: “Tutte le azioni militari che mettono a rischio il nucleare e la sicurezza devono essere fermate”. Secondo Grossi i bombardamenti sull’impianto di Zaporizhzhia hanno violato tutti i sette pilastri per la sicurezza nucleare. Gli esperti dell’Aiea, tuttavia, hanno riferito che i raid non hanno rappresentano una minaccia immediata alla sicurezza nucleare.

Il sito nucleare di Zaporizhzhia è sotto occupazione russa dall’inizio di marzo, ma tecnici ucraini continuano a lavorarci. La Russia spinge sull’ipotesi che ad attaccare la centrale nucleare di Zaporizhzhia siano stati i militari ucraini. Così si rivolge alle Nazioni Unite e chiede che venga convocata una riunione del Consiglio di Sicurezza “sui recenti attacchi ucraini contro la centrale nucleare di Zaporizhzhia e le catastrofiche conseguenze che potrebbero comportare”. Da Mosca, per bocca di Igor Vishnevetsky, vicedirettore del Dipartimento per la non proliferazione e il controllo sulle armi del ministero degli Esteri, si lancia anche un appello al segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, affinché si attivi per rendere possibile una visita degli ispettori dell’Aiea alla centrale. Guterres “non solo deve parlare in questo senso, ma deve fare in modo che questa visita avvenga”, ha affermato. Sponda Kiev, però, arrivano le accuse dell’operatore ucraino Energoatom secondo cui le forze russe si stanno preparando a collegare la centrale alla Crimea, annessa da Mosca nel 2014, e la stanno danneggiando riorientando la sua produzione di elettricità: “Il loro piano – dice – è di danneggiare tutte le linee della centrale nucleare e di togliere il collegamento al sistema elettrico ucraino”.

Il presidente di Energoatom, Petro Kotin, ha spiegato alla tv ucraina che i militari russi dentro l’impianto nucleare di Zaporizhzhia stanno attuando il programma dell’operatore russo Rosatom: per collegare la centrale alla rete elettrica della Crimea è necessario prima danneggiare le linee elettriche dell’impianto collegato al sistema energetico ucraino. Dal 7 al 9 agosto i russi hanno già danneggiato tre linee elettriche. Al momento, l’impianto funziona con una sola linea di produzione, “un modo di lavorare estremamente pericoloso. Quando l’ultima linea di produzione viene disconnessa, l’impianto sarà alimentato da generatori a gasolio. Tutto dipenderà quindi dall’affidabilità dei generatori e dalle scorte di carburante”. Ma “il processo di interruzione di alimentazione dell’impianto in preparazione al collegamento con la Russia sarebbe estremamente pericoloso”, ha avvertito Kotin. “Alla centrale di Zaporizhzhia siamo già molto vicini a questa prima fase di Fukushima-1 , perché c’è solo una linea. Non appena viene spenta, la stazione passerà al diesel, dopodiché tutto dipenderà dall’affidabilità del loro lavoro e dalla sufficienza del carburante disponibile per i motori diesel presso l’impianto. Questa è una situazione pericolosa, perché si potrebbe avere un disastro per lo scioglimento dei materiali nucleari”.

Intanto continuano i raid russi nel Sud e nell’Est del Paese. Tredici civili sono stati uccisi e altrettanti feriti nella notte nel corso dei bombardamenti sul distretto di Nikopol, nella regione di Dnipropetrovsk. “Notte tragica. Nel distretto di Nikopol, l’esercito russo ha ucciso 13 persone e ne ha ferite 13. Il nemico ha bombardato il distretto con 80 razzi contro aree residenziali. Ha colpito deliberatamente mentre le persone dormivano nelle loro case”, ha scritto su Telgram il capo dell’amministrazione militare regionale di Dnipropetrovsk Valentyn Reznichenko. Sempre a Zaporizhzhia, invece, una donna è rimasta uccisa durante un attacco russo alla periferia della città, secondo Ukrinform. “Si sa di un attacco all’insediamento di Kushuhum. Tre case sono state distrutte, altre 30 sono state danneggiate. Purtroppo una donna è stata uccisa”, ha scritto su Telegram il sindaco Anatoliy Kurtiev.

I russi vogliono aumentare la pressione anche nel Donbass e, secondo quanto si legge in un report aggiornato di intelligence del ministero della Difesa britannico, Mosca ha messo insieme una nuova importante formazione di forze di terra, il terzo Corpo d’armata, con sede nell’oblast di Nizhny Novgorod a est di Mosca. La Russia probabilmente prevede di mettere sul campo battaglioni di “volontari” di nuova formazione, che provengono da tutto il Paese, spiega il rapporto. I politici regionali russi hanno confermato che a potenziali reclute vengono offerti bonus in denaro per combattere in Ucraina. L’assunzione è aperta a uomini fino a 50 anni e con solo istruzione di scuola media.

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