Realisticamente siamo poco sopra il 10%: sono queste le probabilità che ha Jannik Sinner di riuscire a battere Novak Djokovic. Il loro quarto di finale è il piatto forte del programma di martedì a Wimbledon: il presente contro il futuro del tennis. Il Centre Court di Londra si è già esaltato per le qualità del tennista azzurro nella sfida tra talenti con lo spagnolo Carlos Alcaraz. Quella vittoria, per valore simbolico, caratura dell’avversario e contesto, può essere già considerata la più importante nella carriera dell’altoatesino. Due giorni dopo, di fronte c’è l’avversario peggiore: il numero uno del seeding, il vincitore della scorsa edizione, il favorito per il trionfo finale. I precedenti? Un 2-0 per Djokovic sulla terra rossa di Montecarlo nell’aprile 2021. Il gioco? Un altro elemento a sfavore, Sinner ha poche variazioni per impensierire la regolarità del serbo. Ecco spiegato perché tutti i pronostici riducono le speranze del tennista italiano a poche più delle briciole. Eppure, quando hai di fronte Djokovic, essere accreditato di più del 10% di probabilità di vittoria è già tanto. Le speranze sono tutte aggrappate a un numero: il 20. Sono gli anni di Sinner, che sull’erba londinese sta dimostrando la bontà del suo percorso di crescita. Forse nemmeno lui sa, oggi, quali possano essere i suoi limiti.

I contro – Battere Djokovic sarebbe senza dubbio un’impresa. Lo dicono i bookmakers, che danno il serbo nettamente favorito. Basta sapere un dato: Nole non perde una partita a Wimbledon dal 2017, quando uscì sconfitto ai quarti di finale contro il ceco Tomas Berdych. Fanno 25 vittorie consecutive a Londra. Numeri spaventosi, ma d’altronde Djokovic insegue il settimo titolo ai Championships, il 21esimo Slam. Dall’altra parte della rete, Sinner si presentava a questo Wimbledon senza aver mai vinto un match sull’erba. Un gap enorme.

Anche l’unico precedente dice Djokovic: fu un 2-0 sul rosso a Montecarlo oltre un anno fa, quando l’altoatesino stava vivendo il miglior momento della stagione dopo la finale a Miami. Il primo set fu molto combattuto, durò quasi un’ora. Ma alla fine Nole riuscì a chiudere con un eloquente 6-4 6-2. Più in generale, Sinner non è per ora mai riuscito a battere un top 5. Tra le sue vittime illustri ci sono certo Tsitsipas, Zverev, Rublev (due volte) e Ruud. Nessuno di loro però in quel momento era all’apice. Con Nadal l’azzurro ha sempre giocato bene ma non ha mai vinto nemmeno un set in due sfide. Nel 2022, al netto dei ritiri per infortunio, Sinner ha salutato i grandi tornei quasi sempre perdendo con giocatori più forti. E’ successo a Montecarlo con Zverev, a Roma con Tsitsipas. Anche agli Open d’Australia, dopo un grande torneo, ai quarti era uscito malconcio dalla sfida con il greco.

I pro – Proprio quella partita a Melbourne però ha rappresentato un primo spartiacque nella carriera di Sinner. Gli schiaffi presi da Tsitsipas lo hanno convinto a lasciare il maestro Piatti e puntare su un nuovo allenatore, Simone Vagnozzi. Il cambio di rotta è stato difficoltoso, si è più volte interrotto per via dei problemi fisici. La pausa dopo il Roland Garros però ha restituito un nuovo Sinner e i progressi messi in mostra sono stati necessari per avere la meglio su Alcaraz, ma anche per superare Isner al turno precedente. Il giovane tennista azzurro è convinto di voler arrivare in alto e sa di dover passare attraverso queste partite. Ha deciso di stravolgere il suo percorso per riuscire a vincere match come quello contro Djokovic. Forse è ancora troppo presto, sfrutterà quel 10% o poco più di chance per provarci.

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