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Max Felicitas choc: “Il 99% degli attori porno usa un’iniezione alla base del pene, dolorosissima. Erezione anche sei moribondo”

“Mi sveglio la mattina e penso al sesso. Vado a dormire e penso al sesso. Mi masturbo tutto il giorno. E poi vado spesso con donne a pagamento", le confessioni del pornoattore amatoriale ospite del podcast di Luca Casadei

di Davide Turrini

Io malato di sesso, ho anticipato Onlyfans perché oggi il porno come lo conoscevamo è morto”. Max Felicitas, la star web dell’hard amatoriale, sale in cattedra. Durante una puntata del podcast di Luca Casadei, One More Time, il giovane friulano si racconta. Ed oltre ad aver riassunto un po’ di dati biografici tutt’oggi sconosciuti, si è avventurato in parecchie considerazioni lapidarie e rivoluzionarie sul tema della pornografia odierna. Intanto ecco il ragazzino “sfigato” di Codroipo, apparecchio ai denti, acne a go-go, magrissimo, chierichetto all’oratorio a raccogliere le offerte, vittima perfetta dei bulli della scuola. Poi arriva un anno di palestra a gonfiarsi i muscoli come sfogo ed ecco il nuovo Edoardo, che poi diventerà Max Felicitas, proprio nella cavalcata da spogliarellista anche in locali gay. Galeotto fu un fotografo che lo coinvolse in un filmino amatoriale dove avrebbe dovuto fare sesso con una ragazza. Il video fece il giro del paese e della regione Friuli. Diventando scandalo familiare –il papà di Max faceva politica locale nella Lega – poi tramutato gradualmente in professione ma con un tocco, anzi un ciclone di originalità. “A quel punto andai ad un provino da Rocco Siffredi. C’erano 100 ragazzi e 6 donne. Rocco, che era uno dei tre operatori, ci disse: fate quello che volete. Era modello free style. Rocco mi disse che gli piacevo e che ero il migliore tra tutti. Poi fui io a fare in modo che di quella performance se ne parlasse, non Siffredi. Tanto che mi chiamò Chiambretti e fu lui, e non Rocco, a volermi in tv definendomi ‘l’erede di Siffredi’”, spiega Felicitas comodamente seduto sul divano di One More Time. Con Rocco, Max ha lavorato per alcune produzioni a Budapest, poi sono arrivate le chiamate dai russi di LegalPorno e da diverse altre case di produzioni tradizionali. Ma non è tutt’oro quel che luccica, anzi. Poche centinaia di euro a prestazione, giusto pagarsi le spese. Intanto Max confeziona quel look un po’ geek, un po’ glabro nerboruto, “che piace tanto ai gay, molti uomini si abbonano sulla mia pagina web per guardare me non la partner con cui faccio sesso”. “Per stare al passo devi doparti, devi avere erezioni per otto ore – continua Felicitas – Il 99% degli attori usa Caverject, un’iniezione alla base del pene, una roba dolorosissima che ti fa avere un’erezione meccanica a prescindere, anche se fossi moribondo. Io non me la sono mai fatta, ma ho preso il Viagra a volte, che è un vasodilatatore a cui devi accompagnare comunque un’eccitazione tua”. Il ragazzo friulano racconta che quei tempi erao piuttosto brutti e deprimenti, con il “cast” dei filmini porno tutti accatastati in una stessa camera anche per giorni, in posti periferici senza mangiare nulla: “Oggi il porno non consiste più nel fare film, ma si girano solo delle scene: più ne girano più guadagnano. Questo tipo di porno dopo l’avvento di Onlyfans e l’autoproduzione è finito. I produttori storici di film porno stanno chiudendo”. Ed è qui che Felicitas, scansando amicizie pericolose come quella di Andrea Dipré, costruisce un pezzo di storia professionale sua, e mostra la mutazione del settore nel secondo decennio del duemila: “Quattro anni fa mi sono fatto il mio sito in abbonamento. Ho anticipato Onlyfans”. Poi il modo con cui tenere alta l’attenzione dei follower (paganti) è tutta da inventare: “Ad esempio invento delle storie, tipo mi collego, vado sulla metro e poi chiedo a chi segue se devo abbordare la ragazza che ho di fronte o no. La gente dice si o no, partecipa molto. Chiedo loro cosa devo dirgli? Poi arrivo alla conclusione con la tipa: ci chiudiamo in camera o in macchina e se vuoi andare avanti paghi. Oggi tutti sono diventati autoproducer, l’attore porno non esiste più”. Da qui il litigio con Siffredi: “La definizione di pornoattore non esiste, basta avere un cellulare e caricare le immagini di quando scopi o masturbi. Che differenza c’è tra un professionista e un non professionista?”. Felicitas conclude raccontando che però il sesso è diventato una dipendenza tanto da finire sul lettino di parecchi psicologi. “Mi sveglio la mattina e penso al sesso. Vado a dormire e penso al sesso. Mi masturbo tutto il giorno. E poi vado spesso con donne a pagamento. Anzi, mi eccita di più pagare per fare sesso che essere pagato”.

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