Antonino Cannavacciuolo ha aperto un nuovo ristorante in Toscana, a Ticciano. Un progetto nato dalla collaborazione con la moglie, Cinzia Primatesta, e destinato a ricoprire un importante ruolo nella scacchiera dei locali dello chef napoletano. “Tra me e Cinzia c’è un rapporto di amicizia. Tra di noi funziona così: lei finge di volersi fermare, dice basta, ora godiamoci la vita, ma poi mette sempre qualcosa di nuovo sul tavolo. E quando non lo fa lei, lo faccio io” – ha raccontato Cannavacciuolo in un’intervista al Corriere della Sera. E le novità sono il resort toscano e l’idea futura di introdurre un servizio di e-commerce per l’estero. “Io e Cinzia siamo due drogati di crescita, di sviluppo, di sfide. Pensiamo sempre al lavoro. In viaggio di nozze mi ero portato dietro le ricette da studiare e Cinzia pensava a come aggiustare i conti. È che alla fine non lavoro: mi diverto. Perciò ora la crescita deve essere anche l’occasione per far stare bene chi lavora con me. A “Villa Crespi”, oltre a ridurre i giorni di apertura, toglieremo anche qualche tavolo, non faremo più cioè le tavolate da otto: il ristorante così sarà più esclusivo”. L’obiettivo sono le tre stelle Michelin e Cannavacciuolo, partito dal basso, assapora il sogno di una vita. “Tutte le mattine in cui mi sveglio lavoro per arrivare lì. È come voler vincere la Champions per un calciatore. Se mi togli quell’ambizione per me è finita”, ha aggiunto.

Lo chef napoletano ha poi proseguito raccontando della propria gavetta: “Io ho cominciato da ragazzo facendo stage gratis e pagandomi l’alloggio in Francia. Ma la mia è stata una scelta che ho voluto fortemente fare. I tempi, però, sono cambiati: una giusta gavetta quando si è giovani ci vuole ma chi lavora oggi chiede, oltre a uno stipendio degno, più qualità e tempo a disposizione. Del resto, è il mondo che cambia: mio padre ha lavorato più di me, io ho fatto qualcosa di meno rispetto a lui e i miei figli probabilmente lavoreranno un poco di meno rispetto a me (…). Dopo di che, ci sono altri temi che andrebbero affrontati: per esempio la pressione fiscale terribile per un imprenditore. Ma la soluzione non ce l’ho, non sono un politico, sono solo un cuoco”. Uno chef che, se non è occupato in tv, si dedica a ciò che più ama: la cucina. Assaggia le preparazioni, controlla e aiuta a impiattare. “Sarò cuoco per tutta la vita. Mi piace da morire spadellare, assaggiare, mangiare. In lockdown ho solo cucinato. Mi svegliavo, facevo colazione, poi un’ora di palestra e dalle 11 alle 16 stavo in cucina. Facevo la linea per Cinzia, quella per Elisa e quella per Andrea”. Lo chef ha poi proseguito spiegando che la dieta è uno stress mentale e che è bene fare “rieducazione alimentare”. “Il cibo rende sempre la vita felice”.

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