Lo dice dopo aver snocciolato i dati dell’emergenza, che è già realtà in 22 Comuni della provincia di Varese e rischia di estendersi ad altri 30 nei prossimi quindici giorni: “Se non piove ci saranno disagi per i cittadini. Sarà un’estate difficilissima”. Paolo Mazzucchelli è il presidente di Alfa, la società che gestisce il servizio idrico integrato in provincia di Varese, e da settimane ha lanciato l’allarme sulla siccità che sta letteralmente facendo scomparire le sorgenti di alta montagna. In inverno è caduta poca neve, in primavera le precipitazioni piovose sono state altrettanto scarse e adesso la situazione è critica: “Non esistono precedenti così gravi”, avverte Mazzucchelli.

Tre settimane fa i primi alert. Oggi qual è la situazione?
Parlano i numeri: gestiamo la distribuzione dell’acqua in tutti i 138 Comuni della provincia. In questo momento ce ne sono 52 in fase di allerta, alcuni già in zona critica e altri prossimi all’ingresso in questa fase.

Cosa comporta in termini pratici?
Nei 22 paesi in zona critica è realtà il divieto di innaffiare fiori e giardini e ci sono i distacchi notturni dell’acqua nelle abitazioni, così da permettere ai bacini di raccolta di ricaricarsi e avere un minimo vitale di riserva al mattino quando la richiesta è maggiore.

Una situazione in cui, quindi, potrebbe trovarsi oltre un terzo della provincia di Varese nelle prossime settimane.
Se non piove entro i prossimi 10-15 giorni lo scenario è esattamente questo. E non è il peggiore.

Esistono step successivi?
La fase 3 della zona critica prevede un piano di emergenza che abbiamo già approntato e se non dovesse piovere potrebbe materializzarsi in qualche settimana. Abbiamo previsto l’invio di autobotti nelle piazze dei Comuni per 18 ore al giorno, più la distribuzione a domicilio di 3-4 litri di acqua imbustata per ogni famiglia.

Uno scenario da film apocalittico. Avete mai dovuto gestire un’emergenza simile?
No, non esistono precedenti così gravi. In inverno e primavera è nevicato poco e piovuto altrettanto, quindi i Comuni che si servono da sorgenti di montagna soffrono. Sono i primi a subire gli effetti di una siccità come quella attuale. Se continuerà a non piovere ci saranno disagi per i cittadini. Sarà un’estate difficilissima.

Qual è lo stato di salute delle sorgenti?
Ne gestiamo 350. In questo momento più di una su due sta erogando il 70 per cento di acqua rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Stiamo provando a ovviare alla carenza di acqua con interventi ‘volanti’: abbiamo installato dei tubi by-pass nelle sorgenti che stanno soffrendo di meno per trasferire l’acqua verso i Comuni che sono serviti da fonti in sofferenza.

Esistono comportamenti che possono tamponare la situazione?
Abbiamo chiesto ai sindaci di non emettere ordinanze preventive. Serviranno quando sarà il momento. Oggi è importante sensibilizzare i cittadini affinché evitino sprechi.

In termini pratici?
Limitare fortemente l’uso di acqua per innaffiare fiori, piante e prati ed evitare la pulizia delle auto. Irrigare un prato comporta l’uso di 100 litri di acqua, il lavaggio dell’auto circa 160. È facile comprendere quanto si possa risparmiare in un territorio di circa 900mila abitanti se ogni cittadino, con piccole accortezze, evita di utilizzare un litro di acqua.

È facile ipotizzare che l’emergenza non sarà un evento limitato a quest’estate. Quali interventi sistemici servono?
Investimenti per evitare la dispersione nella rete idrica: l’Italia perde il 45% dell’acqua immessa nel sistema per tubature vecchie. La provincia di Varese non è virtuosa in questo senso, perdendo circa il 40%. Veniamo da 25 anni di investimenti non fatti. Non possiamo più attendere. Poi i cittadini devono comprendere che l’acqua costa troppo poco: circa 1,29 euro per mille litri. In Norvegia costa 8 euro. Un prezzo maggiore potrebbe innescare un uso più accorto e consapevole. Inoltre è necessario investire nel recupero delle acque piovane attraverso bacini e cisterne: avevamo proposto di inserire nel Pnrr incentivi per la costruzione di vasche di raccolta, ma nel Piano non c’è un euro.

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