Il Movimento 5 stelle ha perso la presidenza della commissione Esteri. Dopo settimane di polemiche e tensioni, l’esito è il peggiore possibile per Giuseppe Conte e per la tenuta della maggioranza. A essere eletta è stata infatti la senatrice di Forza Italia Stefania Craxi, grazie ai voti del centrodestra. Prende il posto di Vito Petrocelli, del quale è stata annunciata l’espulsione dopo il Tweet in cui aveva scritto “LiberaZione” con la zeta maiuscola diventata simbolo delle truppe russe. L’esito ha scatenato subito polemiche e malumori nel M5s: Conte ha convocato una riunione d’emergenza e al termine ha parlato di “una nuova maggioranza da Fdi a Iv”. Intanto Craxi ha ricevuto sostegno e appoggio da tutto il centrodestra. “La politica estera di un grande Paese non deve essere un argomento di divisione”, sono state le sue prime parole. “Io conto di lavorare con tutti i gruppi parlamentari. Soprattutto in questo contesto di conflitto tra Russia e Ucraina. La linea della commissione sarà quella del governo: filoatlantica senza tentennamenti, al contempo senza subalternità“.

I voti – A scrutinio segreto Craxi ha ottenuto 12 voti a favore che, secondo i calcoli usciti dalla commissione, sono riconducibili al centrodestra e ad alcuni commissari del gruppo Misto. Il candidato scelto dai 5 Stelle per prendere il posto di Petrocelli era l’ex capogruppo di Palazzo Madama Ettore Licheri che però si è fermato a 9 voti, cioè quelli del suo Movimento e del Pd. L’unico astenuto è stato l’ex presidente della Camera Pier Ferdinando Casini – che tra l’altro in passato ha ricoperto questo stesso ruolo di presidente della commissione Esteri – che ha spiegato di non voler “concorrere alla definitiva disgregazione di una maggioranza in cui nessuno sembra assumersi la responsabilità di una decisione collettiva“. La nuova presidente Craxi si è detta “onorata” dell’incarico: “La politica estera di un grande Paese non deve essere argomento divisivo, soprattutto ora, tra maggioranza e opposizione, lavoreremo assieme”, ha detto. Dobbiamo “dare subito segnali chiari, c’è una guerra in corso, serve la durezza necessaria per condurre al dialogo, anche la Commissione darà segnali in questo senso”.

La sconfitta M5s – Ma l’esito della votazione ha suscitato reazioni soprattutto nel M5s. Giuseppe Conte, definito “molto adirato”, ha convocato un consiglio nazionale straordinario “per capire le dinamiche che hanno portato a perdere la presidenza della commissione”. E così quello che sembrava quasi un passaggio di consegne a meno di un anno dalla fine della legislatura rischia di essere una piccola scossa a una maggioranza già molto infragilita di suo su molti temi, a partire dall’invio delle armi in Ucraina. Dice il capogruppo di Italia Viva Davide Faraone: “La maggioranza avrebbe dovuto convergere su un nome condiviso, si trattava di un passaggio fondamentale per la compattezza delle forze politiche in una situazione internazionale delicatissima e dopo la vicenda Petrocelli. Si è voluto invece procedere alla conta in modo del tutto irresponsabile, come avevamo paventato nei giorni scorsi”.

Secondo una ricostruzione dell’AdnKronos non ha aiutato la scelta di puntare su Licheri anziché su Simona Nocerino, descritta come più vicina al ministro degli Esteri Luigi Di Maio (che come è noto guida l’ala “governista” del Movimento) e che secondo questo ragionamento avrebbe avuto voti oltre lo schema M5s-Pd. La mossa su Licheri ha dunque spinto il centrodestra a cercare voti su Craxi. “E’ una cosa che dispiace. Tenersi la presidenza era il nostro obiettivo”, ha detto all’Adnkronos la senatrice M5s Nocerino. “Io mi sono candidata ieri, per giorni sono finita sui giornali senza mai essermi proposta, ieri diversi colleghi me l’hanno chiesto e mi sono resa disponibile. Con me in campo le cose sarebbero andate diversamente? Dicono di sì, ma io non posso saperlo. Non c’è la prova del 9”.

A questo voto si è arrivati dopo un percorso travagliato per dismettere dal ruolo Petrocelli (il presidente di commissione per procedura non è sfiduciabile). Tutti i commissari tranne due (lo stesso Petrocelli e Emanuele Dessì del Partito Comunista) hanno dato le dimissioni e la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati ha in sostanza azzerato l’organismo chiedendo ai gruppi parlamentari di indicare i nomi dei nuovi componenti. Così siamo arrivati alla sfida tra Craxi e Licheri, nome scelto dal M5s con qualche fatica dopo aver “bruciato” quello di Gianluca Ferrara, ritirato dalla corsa.

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