“Un’azienda silente praticamente da sempre. Che tiene in ostaggio giornalisti e poligrafici, confinandoli in un girone infernale, sospesi nel nulla, dal 1° gennaio 2022 senza più alcuna protezione sociale. Un’azienda che mostra di esistere una volta all’anno per pubblicare un foglio che le permette di non far decadere la testata. Da tempo abbiamo perso le parole per definire, raccontare, una condizione allucinante, umiliante, nella quale lavoratrici e lavoratori de l’Unità, giornalisti e poligrafici, vivono da anni. Dal 1° gennaio non siamo più in Cassa integrazione né in disoccupazione. Formalmente, dal primo gennaio di quest’anno siamo rientrati alle dipendenze de l’Unità srl , la società che edita un non giornale”. A scriverlo, in una nota, è il comitato di redazione della storica testata, fondata nel 1924 da Antonio Gramsci e a lungo organo ufficiale del Partito comunista italiano. Dopo lunghe vicissitudini con passaggi di proprietà che hanno coinvolto anche Renato Soru e il gruppo Pessina ,il quotidiano ha smesso di essere in edicola se non saltuariamente per evitare la decadenza della testa. Un numero è stato nelle edicole di Roma e Milano il 25 maggio 2018, poi un altro numero unico il 25 maggio 2019 e il 23 maggio 2020. Il 12 maggio 2021 altro numero speciale.

“A fronte delle innumerevoli richieste d’incontri, chiarimenti, da parte delle rappresentanze sindacali – continua il cdr – la società editrice ha innalzato un impenetrabile muro di gomma. Una vicenda che da tempo ha ormai travalicato la red line della vergogna, si è “arricchita” di un’altra pagina-farsa: la pubblicazione di un numero unico, un foglio di quattro pagine, anche con contributi giornalistici esterni. E questo all’insaputa del comitato di redazione, pur avendo in organico, non pagati, giornalisti e poligrafici. E tutto questo mentre si trascina all’infinito una procedura di concordato che permette all’azienda di guadagnare tempo sulla pelle dei lavoratori. Hanno ucciso l’Unità, mortificato i lavoratori, lasciato cadere manifestazioni d’interesse per l’acquisto della testata. Una vergogna assoluta. Che deve finire”.

“La vicenda dell’Unità, denunciata dal comitato di redazione, merita un intervento immediato e deciso da parte delle autorità competenti. A cominciare dal giudice fallimentare, che non si è ancora espresso sul piano concordatario presentato dall’azienda”. Lo afferma la Federazione nazionale della stampa, sindacato unitario dei giornalisti italiani. “Nelle sedi competenti – aggiunge la Fnsi in una nota – andranno anche affrontate le evidenti responsabilità della proprietà che continua ad agire senza alcun rispetto per i lavoratori e per la storia del giornale. La pubblicazione del numero annuale, necessaria per evitare la decadenza della registrazione e avvenuta all’insaputa della redazione con il ricorso a risorse esterne, rappresenta un fatto gravissimo per il quale ci si riserva di valutare ogni azione a tutela dei giornalisti”.

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