“Dobbiamo andare avanti col grido di battaglia che è sempre il solito: Boia chi molla“. Così il sindaco uscente di Rieti, Antonio Cicchetti, ex dirigente del Fronte della gioventù e poi militante del Msi, rievoca il motto fascista durante un’iniziativa elettorale del candidato per il centrodestra alle prossime amministrative, Daniele Sinibaldi. Cicchetti, già dirigente del Fronte della gioventù e militante del Msi per il quale è stato eletto sindaco di Rieti, è stato anche due volte consigliere regionale.

Non si è fatta attendere la presa di posizione degli avversari politici, per il Partito Democratico scende in campo il segretario Enrico Letta, che su Twitter scrive: “Un passato che non passa. Inaccettabile e vergognoso. Ancora più convintamente nei prossimi giorni sarò a Rieti al fianco di Simone Petrangeli. Per voltare pagina”.

Dal canto suo il sindaco di Rieti Cicchetti cerca di salvarsi in corner, respingendo l’accusa di Letta: “Ma quale fascismo, io citando il motto ‘Boia chi molla‘, mi riferisco ai giovani di Reggio Calabria, ai ragazzi che resistettero nel 1970, io sono nato nel 1952, non c’entro nulla con il fascismo”.

I primi a contestare le parole di Cicchetti erano stati Emanuele Fiano del Pd e il presidente della Commissione Giustizia della Camera, Mario Perantoni. Alle loro parole il primo cittadino di Rieti aveva replicato stizzito, rivendicando il suo essere politicamente scorretto

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