Doveva essere la rivincita di Marine Le Pen su Emmanuel Macron, è stata la ripetizione di uno scontro già visto. Nel faccia a faccia televisivo più atteso, a quattro giorni dal ballottaggio che deciderà chi va o chi resta all’Eliseo, i due candidati hanno mostrato agli elettori idee diametralmente opposte sul futuro di Francia ed Europa. Il presidente uscente ha scelto l’attacco diretto dell’avversaria: aggressivo e nervoso in più di un’occasione, è stato quel “professore” dai toni arroganti che diceva di non voler essere, ma ha contestato puntualmente le contraddizioni della leader dell’estrema destra. Che invece, proprio come nel 2017, ha sbagliato molte delle controrepliche: è sembrata (di nuovo) approssimativa e la calma apparente è sfociata più di una volta in imbarazzo e indecisione. E quando ha provato ad uscire dalla difensiva, cercando di criticare i 5 anni di mandato Macron, non ha saputo essere davvero incisiva.

Ecco allora che il “match retour”, la partita di ritorno tra i due contendenti dopo la débacle Le Pen di cinque anni fa, non stravolgerà di troppo gli equilibri. Anche questa sera, proprio come nel 2017, è stata l’avversaria la prima a mostrare nervosismo: ha esordito prima ancora che le dessero la parola ed è stata interrotta dai giornalisti. Poi ha cercato di riprendersi: “Sarò la presidente del rinascimento democratico“, la prima frase. Macron dall’altra parte ha ostentato grande tranquillità: l’ha accolta sul “plateau” televisivo stringendole la mano e ha iniziato quasi improvvisando. E ha subito usato una delle parole chiave attese dall’elettorato di sinistra: l’ambiente. “La nostra Francia sarà più forte se sapremo affrontare la questione ecologica e diventare una grande potenza ecologica“, ha detto. Il proclamo c’è stato, ma poi di fatto al tema sono stati dedicati 18 minuti scarsi (un po’ meno di quelli dedicati a immigrazione e laicità).

Il confronto è iniziato parlando di potere d’acquisto e Le Pen, che pure ci ha fatto una campagna sopra, ha sbagliato fin dal primo tiro. Poi Macron ha puntato a uno dei suoi punti più deboli: la vicinanza con Vladimir Putin e “la sua dipendenza dal potere russo” dopo il prestito ottenuto dalla banca russa nel 2015. “Falso”, ha replicato l’avversaria. Ma dopo che a dirlo nel pomeriggio era stato lo stesso oppositore russo Navalny in una serie di tweet in francese, difficile fare una smentita convincente. Gli attacchi di Macron erano solo all’inizio: ha accusato Le Pen di voler “uscire dall’Europa” anche se non lo dice; l’ha definita “climato-scettica” (mentre lei l’ha chiamato “climato-ipocrita”); ha detto che “il suo programma non ha capo né coda”; ha evocato “il rischio di una guerra civile” se dovesse vietare il velo in strada. Fino ad arrivare a paragonarla a un celebre prestigiatore televisivo del passato Gerard Majax: non appena l’ha citato, su Twitter e Google è impazzita la ricerca del personaggio. E la faccia dell’illusionista accostata a Le Pen sarà una delle due immagini che più resteranno delle due ore e mezzo di faccia a faccia televisivo. La seconda? Le Pen che nel mezzo del dibattito tira fuori dalla giacca un suo “tweet stampato” in formato A4. E’ stato definito il gesto più “inatteso” del dibattito. Ma è stato anche quello più deriso in rete.

Le Pen promette 200 euro in più al mese per nucleo familiare. Macron: “Ma ha votato contro il blocco dei prezzi” – Si è iniziato con un cavallo di battaglia di Le Pen: il potere d’acquisto dei francesi. La leader dell’estrema destra ha promesso di “restituire” ai nuclei familiari tra i 150 e i 200 euro al mese, attraverso varie misure elencate in diretta come la riduzione dell’Iva sull’energia (carburante, gas e gasolio). Ma su questo Macron ha replicato: “Sono d’accordo con voi, con un aumento dei prezzi come quelli attuali, per alcune persone è difficile arrivare a fine mese. E’ per questo che di fronte all’impennata dei prezzi dell’energia abbiamo deciso di mettere uno scudo tariffario che è molto più efficace del calo dell’Iva come avete suggerito”, ha detto. Perché “sono i contribuenti che pagano il taglio dell’Iva”. E ha quindi accusato Le Pen: “Voi invece avete votato contro questo scudo energetico”. E ha chiuso: “L’idea di uscire dal mercato europeo dell’energia proposta da Marine Le Pen sarebbe un errore immenso. La riforma del mercato internazionale non si fa in un mese”.

“Le Pen dipende dalla Russia” – Sul tema internazionale ha iniziato Macron. In merito al conflitto in Ucraina il ruolo della Francia e dell’Ue è quello di “supportare Kiev”, ha detto. Quindi ha ribadito la necessità delle sanzioni. Una linea che non è condivisa del tutto dall’avversaria. “Esprimo la mia solidarietà e la mia compassione assoluta al popolo ucraino”, ha replicato Le Pen, già criticata per la vicinanza con Putin. Si è anche detta d’accordo con le sanzioni contro gli oligarchi adottate dall’Unione europea. “L’unica sanzione con cui non sono d’accordo è il blocco delle importazioni di gas e petrolio russo“. Su questo si è attaccato allora Macron: “Dipendete dal potere russo dal signor Putin. Siete state una delle prime deputate a riconoscere l’annessione della Crimea da parte della Russia. Lo avete fatto, e lo dico con estrema gravità, perché dipendete dal potere russo e dal signor Putin per aver fatto un prestito nel 2015 con una banca russa vicina al potere”, ha detto. “Voi parlate con il vostro banchiere quando parlate della Russia, questo è il problema signora Le Pen”. Il riferimento è effettivamente al prestito fatto dall’allora Front National con la banca russa nel 2015 e che il partito deve ancora restituire per intero. “Siete sempre stati ambigui sul tema perché non siete in una situazione di potenza a potenza, ma i vostri interessi sono legati a quelli della Russia“. Le Pen ha replicato: “E’ falso, sono una donna totalmente libera”.

“Le Pen vuole uscire dall’Ue anche se non lo dice” – Poi è stato il momento di parlare di Europa. “Volete sempre uscire dall’Ue ma non lo dite più“, è stata l’accusa di Macron. “Sono convinto che la nostra sovranità sia nazionale ed europea. Con l’Europa, saremo più indipendenti per la nostra tecnologia, la nostra energia. Serve un’Europa più forte, più integrata, con un coppia di fiducia”, la Francia e la Germania. Le Pen ha ribattuto dimostrando la solita freddezza sul tema: “Non c’è sovranità europea perché non c’è un popolo europeo. Io ho capito che lei vuole sostituire la sovranità francese con quella europea”. E ha continuato: “Voglio modificare profondamente l’Unione Europea per far nascere effettivamente un’Alleanza europea delle nazioni“. Macron ha contrereplicato: “Si può decidere di dipingere la facciata, ma è un condominio e non si può dire ‘Non si chiama più condominio, si chiama come ho deciso io perché mi chiamo signora Le Pen'”. Anche quest’ultima è diventata una delle battute più virali in rete del dibattito.

La riforma delle pensioni per Le Pen “è un’ingiustizia” – Le Pen si è poi schierata apertamente contro la riforma delle pensioni proposta dal presidente uscente: “La pensione a 65 anni è un’ingiustizia insopportabile“, ha detto. La leader del Rassemblement national, invece, se vince andrà in una direzione completamente opposta: “Si potrà andare in pensione a 60 anni per chi ha avuto un lavoro significativo prima dei 20 anni”.

“Le Pen climatoscettica”. “Macron climato-ipocrita” – L’ecologia è uno dei temi che più interessa i francesi (soprattutto l’elettorato di sinistra a cui punta Macron per il secondo turno) e del quale meno si sono occupati i candidati in campagna elettorale. La candidata del Rassemblement National ha accusato il libero scambio come “in gran parte responsabile delle emissioni di gas a effetto serra“. Le Pen ha proposto una produzione “sul posto” e un consumo “il più vicino possibile”, anche per evitare “la sofferenza degli animali”. Rispondendo, Macron ha denunciato la “mancanza di coerenza” del programma di Le Pen. Secondo Macron, i progetti della sua avversaria di abbassare le tasse sugli idrocarburi faranno soltanto aumentare le importazioni: “Il suo programma non ha né capo né coda“. E ha attaccato Le Pen: “Siete climatoscettica”, ha detto. E voi siete “climato-ipocrita”, è stata la risposta di Le Pen. I due candidati hanno quindi parlato di nucleare: “La vostra strategia è una strategia tutta nucleare”, è stata l’accusa del presidente uscente alla leader Rn. Ma “non è possibile” perché “il nucleare che decidiamo, oggi, entrerà in servizio nel 2035”. Il presidente chiede invece di “investire nel nucleare così come nelle energie rinnovabili”. E ha accusato Le Pen di voler “smantellare le turbine eoliche che esistono già” “il che costa un sacco di soldi”. “Trovo che il denaro dei contribuenti potrebbe essere utilizzato meglio”, ha dichiarato.

Le Pen vuole “vietare il velo nei luoghi pubblici”. Macron: “Così si rischia la guerra civile” – Infine i candidati si sono confrontati su un altro dei temi di campagna di Marine Le Pen: l’immigrazione. E quindi la laicità. “Bisogna risolvere il problema dell’immigrazione anarchica e massiccia”, ha detto la candidata del Rn. “E’ la ragione per cui sottoporrò un referendum ai francesi, perché dicano chi resta, chi viene in Francia”. E ancora: “Abbiamo bisogno di fermezza”, invece del “lassismo totale, spesso dovuto alla mancanza di mezzi”. Poi Le Pen ha rilanciato una delle sue proposte: “Io sono per il divieto di indossare il velo nei luoghi pubblici. Penso che il velo sia una divisa imposta dagli islamisti e penso che una gran parte delle donne che lo portano non hanno scelta, anche se non osano dirlo. Dobbiamo liberare tutte queste donne e per questo dobbiamo vietarlo”. Emmanuel Macron ha risposto agitando il rischio di “una guerra civile” se si dovesse arrivare al divieto. “E’ molto grave quello che lei dice”, ha ribattuto la candidata del Rn.

Le regole del dibattito e i precedenti – Il dibattito è stato trasmesso da Tf1 e France 2 (e ripreso dalle principali emittenti e piattaforme), moderato dai giornalisti Gilles Bouleau e Léa Salamé. Prima di iniziare sono state stabilite alcune regole ferree. Innanzitutto la temperatura: i due candidati hanno accettato che sulla scena non ci fossero più di 19 gradi, né troppo caldo né troppo freddo per evitare disagi e sudori. I due candidati sedevano uno di fronte all’altro, ma a una distanza rigorosa di due metri e mezzo. I temi sono stati sorteggiati a sorte: ha iniziato Le Pen, mentre a Macron è spettato fare per primo le conclusioni. Le regole sono rigide anche perché scandiscono un appuntamento quasi sacro per i francesi e una tappa fondamentale prima del ballottaggio. Il primo dibattito tra due candidati vide da una parte Valérie Giscard d’Estaing e dall’altra François Mitterand. Era il 1974 e fin dall’inizio si capì che il confronto tv è un dispiegamento di potere e una sfida che si gioca sulle parole, ma anche sulle immagini. L’unico a rifiutare il dibattito fu Jacques Chirac nel 2002: arrivato, in un clima di choc, al secondo turno con il leader del Front National Jean Marie Le Pen, decise di non presentarsi sostenendo di non volersi prestare “alla banalizzazione dell’odio”. Era un’altra epoca e ancora poteva permettersi di sottrarsi al dibattito. Nel 2017, quando al ballottaggio arrivò la figlia Marine Le Pen, il confronto con Macron ci fu e fu una débacle per la leader dell’estrema destra: il leader di En Marche rappresentava la novità e riuscì a imporsi di fronte a una sfidante che mostrò attimi di confusione e l’incapacità di ribattere. Sono passati cinque anni, Le Pen (o meglio l’estrema destra) è per molti versi più forte e il presidente paga cinque anni di mandato complesso e molto contestato. Ma la rivincita attesa, almeno sul plateau televisivo, non c’è stata.

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