“Il 2% del Pil per spese militari? È un impegno preso dal governo italiano nel 2006, sedici anni fa, sempre confermato dai governi da allora, senza grandi discussioni”. Così Mario Draghi in conferenza stampa al termine del Consiglio europeo di Bruxelles rispondendo a una domanda del cronista di Avvenire che chiedeva conto delle spese per la Difesa. “Ora – ha aggiunto – è tornato alla ribalta perché più urgente, è venuta l’esigenza di iniziare a riarmarci”. Sottolineando che per l’Italia, “tutto ciò avviene all’interno della difesa Europea” che è “fondamentale per arrivare all’integrazione politica”, Draghi ha proseguito: “La garanzia di una difesa europea è la garanzia che noi saremo sempre alleati, non ci faremo mai più la guerra“. “Se si può coordinare meglio la difesa europea? – ha continuato – Sicuramente si può. L’Ue spende circa 2 o 3 volte quello che spende la Russia. Che sia però necessaria una spesa su questo, soprattutto per l’adeguamento tecnologico, tutti gli esperti mi dicono che è necessario”. L’urgenza di una difesa europea, ha concluso, si è presentata “perché abbiamo la Russia che ha invaso l’Ucraina, con logiche che appartenevano ad altre epoche”.

Parlando quindi delle parole del Papa, che ha detto di “vergognarsi” per gli Stati che aumentano la spesa militare, Draghi ha sottolineato: “Ho visto le parole del Santo padre, a cui vorrei esprimere la mia personale gratitudine e del governo. Vorrei ribadire che noi stiamo cercando la pace, io la sto cercando, veramente, gli altri leader europei, francesi e tedeschi in particolare, la stanno cercando”. Quindi ha concluso: “Hanno avuto, e avrò anche io, colloqui con Putin. Questa è la prima importante cosa da tenere a mente. Non siamo in guerra perché si segue un destino bellico. Si vuole la pace prima di tutto”.

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