Stretta sui congedi anticipati, reparti in prontezza operativa “alimentati al 100%”, addestramento “orientato al warfighting” e “massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri e i sistemi d’arma dell’artiglieria.“Con l’invio di armi l’Italia è già in guerra”, si sente ripetere da giorni. Nel dubbio, l’Italia riordina e predispone le proprie. Lo si apprende da un documento interno che lo Stato Maggiore dell’Esercito ha emanato il 9 marzo che impartisce nuove disposizioni operative a tutti i comandi (scarica il documento). La sua diffusione ha subito innescato polemiche sul fatto che si tratti di una mobilitazione taciuta agli italiani, posto che il premier Draghi, tre giorni dopo quelle direttive, ribadiva: “Non vedo il rischio di un allargamento del conflitto”. La circolare è stata inviata a tutti i comandi dall’ufficio del generale Bruno Pisciotta. Oggetto: “Evoluzione sullo scacchiere internazionale”. Due righe di premessa: “A seguito dei noti eventi in argomento, l’Autorità di Vertice ha stabilito di attuare, con effetto immediato, tutte le azioni di competenza nei settori di seguito specificati”. Poi le indicazioni operative su uomini, addestramento, impiego e sistemi d’arma.

IL PERSONALE – Sul fronte del personale richiama l’attenzione a valutare le domande di congedo, “in quanto in questo momento caratterizzato dall’intensificarsi delle tensioni geopolitiche, deve essere effettuato ogni possibile sforzo affinché le capacità pregiate possano essere disponibili”. Idem per il personale in “ferma prefissata”, che dovrà “alimentare i Reparti che esprimono unità di prontezza nei prossimi due anni”. Unità che devono “essere alimentate al 100% con personale ready to muove, senza vincoli di impiego operativo, anche ricorrendo all’istituto del “comando”.

ADDESTRAMENTO – Nuove linee anche sul fronte dell’addestramento. Tutte le attività, anche quelle dei minori livelli ordinativi, “dovranno essere orientate al warfighting”. E così viene disposto il rinvio di tutte le esercitazioni che non siano specificatamente indirizzate al mantenimento delle capacità operative. Ciascun reggimeto di artiglieria deve essere addestrato ad operare sia nel ruolo di supporto diretto che in quello di supporto generale. Il livello di “prontezza” deve essere garantito sia a livello di singoli battaglioni che dei comandi supportati.

SISEMI D’ARMA – Anche l’impiego va attentamente pianificato per lasciare omogeneità alle forze operative, “evitando per quanto possibile il frazionamento delle unità”. Tutte le richieste di concorso operativo sul territorio nazionale devono essere “indirizzate e avvallate a livello centrale”. Lo stesso vale per gli assetti sanitari. Tre righe tiguardano i “sistemi d’arma”: “provvedere – si legge nel documento – affinché siano raggiunti e mantenuti i massimi livelli di efficienza di tutti i mezzi cingolati, gli elicotteri (con focus sulle piattaforme dei sistemi di autodifesa) e i sistemi d’arma dell’artiglieria”.

LA CONFERMA CHE SMENTISCE – Lo Stato Maggiore dell’esercito ha diramato una nota nella quale spiega che il documento era “ad esclusivo uso interno, di carattere routinario, con cui il Vertice di Forza Armata adegua le priorità delle unità dell’Esercito, al fine di rispondere alle esigenze dettate dai mutamenti del contesto internazionale. Trattasi dunque di precisazioni alla luce di un cambiamento che è sotto gli occhi di tutti”.

LA POLEMICA – Ma il segretario di Rifondazione Comunista Maurizio Acerbo che è stato tra i primi a divulgarlo attacca sulla circolare definendola “gravissima”. “Il nostro esercito si prepara a combattere. E’ la dimostrazione lampante che il nostro Paese è già parte co-belligerante nel conflitto in corso. Cittadini/e sono tenuti all’oscuro di come il governo ci stia sciaguratamente trascinando in una guerra i cui sviluppi, se si continua su questa strada, saranno devastanti. Chi ha prestato servizio nelle forze armate negli ultimi trent’anni non ha mai visto una circolare dello stato maggiore dell’Esercito di questo tenore. A questa sciagurata mobilitazione di truppe si aggiunga che ancora non è dato sapere che tipo di armamento stiamo inviando in Ucraina. Il governo chiarisca immediatamente al Paese. Bisogna fermare questa spirale di guerra”.

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