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L’orologio dell’Apocalisse segna 100 secondi alla fine del mondo: “Spostare ancora avanti le lancette è troppo pericoloso. Putin ha perso la bussola”

Per il Bulletin of the Atomic Scientists la mezzanotte ha sempre rappresentato il pericolo di una guerra atomica e con quanto sta accedendo in Ucraina oggi siamo tornati ad esserci più vicini che mai.

Sono le 23:58:20 e alla fine del mondo mancano solo 100 secondi. Lo segnano le lancette del Doomsday Clock, l’orologio dell’Apocalisse della rivista Bulletin of the Atomic Scientists, creato da ex fisici del Progetto Manhattan due anni dopo le bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki con lo scopo di allarmare sui pericoli e i rischi delle armi nucleari. Oggi la guerra in Ucraina e le continue minacce di un possibile utilizzo delle armi atomiche portano la mezzanotte dell’umanità più vicina che mai. L’autodistruzione non era mai stata così reale nemmeno nei tempi più bui della Guerra Fredda. Oggi la “fine” è 20 secondi più vicina anche rispetto ai due anni appena trascorsi, nonostante le lancette siano sostanzialmente ferme dal 2020: fino al 2019, poi, c’erano “addirittura” due minuti tra noi e le estreme conseguenze delle più grandi minacce del nostro tempo. Con l’Orologio, i fisici e tutti i membri del “Bollettino” vogliono avvertire esplicitamente i cittadini e i leader del mondo che la sicurezza internazionale è sempre più a rischio rottura: per loro, oggi Vladimir Putin rappresenta una minaccia per la sopravvivenza del genere umano.

Alla luce di quello che sta accadendo in Ucraina, si è aperta la discussione sull’opportunità di spostare ulteriormente in avanti le lancette: “Per ora lo terremo a 100 secondi a mezzanotte. È troppo pericoloso spostarlo“, ha spiegato a Repubblica Rachel Bronson, direttrice del Bulletin, sta seguendo “con orrore” l’invasione russa dell’Ucraina e l’assedio di Kiev. “L’ultima volta che l’abbiamo fatto, ci siamo detti che non dovevamo essere compiacenti: non siamo mai stati così vicini all’autoannientamento. Oggi le superpotenze parlano di testate nucleari come se fosse sempre più scontato il loro utilizzo. E siccome temiamo di contribuire a questa semplificazione, terremo l’orologio così com’è. Putin ha perso la bussola. E più in generale, lo è l’interruzione delle relazioni diplomatiche tra Stati Uniti e Russia. Certo, ogni volta che una potenza nucleare invade un altro Paese pone una grave minaccia al genere umano”.

“L’impatto (delle armi nucleari, ndr) sarebbe comunque devastante, fosse anche solo un missile nucleare. E a quel punto crediamo che l’escalation sarebbe inevitabile. Anche solo uno scambio nucleare limitato, o una detonazione nell’alta atmosfera contro qualche scudo missilistico, avrebbe conseguenze catastrofiche sull’ambiente, causando un inverno nucleare. Non ne siamo certi, ma di sicuro non vogliamo scoprirlo“, ha analizzato ancora Bronson. Di cosa si tratta? L’inverno nucleare è un ulteriore effetto causato dalle esplosioni atomiche, oltre alle radiazioni, infatti, “le particelle prodotte da un’esplosione nucleare salgono nell’atmosfera e bloccano la luce solare. Sarebbe come avere il cambiamento climatico sotto steroidi: un completo disastro ecologico”.

L’orologio della coscienza umana già altre volte è stato vicino alla mezzanotte. Quando venne disegnato e realizzato a due anni dalla fine della della Seconda guerra mondiale le lancette battevano sette minuti all’Apocalisse, nel 1953 i minuti si erano già ridotti a due. Gli Usa di Eisenhower stavano infatti pensando di sganciare l’atomica in Corea e l’Unione Sovietica si era già costruita la propria bomba e ne aveva già fatte esplodere otto in altrettanti test. Il Doomsday Clock si aggiorna una volta all’anno e perciò, se ci fosse stato il tempo, i minuti che dividevano l’uomo dall’Armageddon sarebbero diventati pochi secondi durante la crisi dei missili di Cuba nel 1962. In quei tredici giorni di metà ottobre JFK, Nikita Krusciov e il mondo intero furono mezzo passo (e forse anche di più) dentro una terza guerra mondiale, questa volta nucleare. La mezzanotte fu così vicina che l’anno dopo nacque il famoso “Telefono Rosso”, una linea di telescriventi per una comunicazione diretta tra la Casa Bianca e il Cremlino.

Negli anni Settanta l’equilibrio rimase salvo fino alle 23:57 del 1984. Gli Stati Uniti nel ’80 aveva rifiutato di partecipare alle Olimpiadi sovietiche così l’Urss boicottò quelle di Los Angeles, trovando il supporto di altre nazioni tra cui la Germania dell’Est, Cuba e la Corea del Nord. La caduta del Muro di Berlino, il patto di riduzione delle testate nucleari, la fine della Guerra Fredda e lo scioglimento dell’Unione Sovietica nel ’91 allontanarono poi le lancette di ben 17 minuti. Ma la mezzanotte si è progressivamente riavvicinata a partire dal 2007, quando i nordcoreani hanno avviato i propri i test nucleari e i climatologi hanno rilevato i segni del cambiamento climatico. L’escalation è continuata inesorabilmente e ad oggi mancano solo un minuto e quaranta secondi alla fine. Resta poco tempo ed è ora di agire. Anche perché cento secondi volano in un attimo.