Moda e Stile

Milano Fashion Week, Brunello Cucinelli: “La moda riparte con ottimismo. Ora dobbiamo trovare equilibrio lavoro-vita: 7 ore e mezzo con concentrazione, poi disconnettersi”

"La tecnologia è un dono del Creato, sta a noi saperla usa bene: che bisogno c’è di scriversi 300 mail? Se c’è una cosa importante da dire si telefona, ci si parla e si chiude la questione. Io tengo molto allo stato d’animo degli esseri umani: non potrei mai costringerlo a stare connesso tutto il giorno", l'imprenditore filantropo presenta la sua nuova collezione con capi interamente fatti a mano e punta sull'ottimismo e sulla necessità di cambiare equilibri dopo la pandemia

di Ilaria Mauri

“È la Settimana della Moda della ripartenza, i buyers sono tornati, ci sono tutti, all’appello mancano solo quelli orientali. Dopo due anni di pandemia possiamo dire che ce l’abbiamo fatta, siamo qui, e sono affascinato da questo momento che sta vivendo l’Italia”. L’entusiasmo di Brunello Cucinelli è travolgente. L’imprenditore e filantropo umbro ha accolto la stampa nel suo quartier generale di viale Montello – trasformato per l’occasione in un suggestivo giardino d’inverno – per presentare la sua nuova collezione Donna Autunno/Inverno 2022 e, con l’occasione, ha tirato le somme del periodo che stiamo vivendo. “Il nostro Paese è tornato credibile, gli investitori guardano a noi con approvazione. Abbiamo gestito l’emergenza Covid probabilmente nel miglior modo possibile, con più del 90% di persone vaccinate stiamo dando il buon esempio al mondo. L’economia sta ricominciando a correre, la produzione manifatturiera lavora a pieno ritmo grazie agli ordini che arrivano in gran numero, e non dobbiamo farci intimorire dall’inflazione. Noi italiani ci facciamo i conti ormai da più di quarant’anni”. Dalla Russia sul piede di guerra “che non deve spaventarci perché una guerra non conviene a nessuno”, alle recenti elezioni del presidente della Repubblica “gestite magistralmente, anche Platone sarebbe fiero della nostra classe politica”, Brunello Cucinelli fa un’analisi a tutto tondo, utile a contestualizzare lo spirito di questa sua nuova collezione, composta per il 52% da capi realizzati interamente a mano, in un’ottica di “couturizzazione” della maglieria.

“C’è un’ottimismo diffuso, le persone sono tornate ad essere fiduciose e questo si riflette anche negli acquisti. Ma, cosa importante, resta la lezione della pandemia: si compra in modo più consapevole, il cliente sceglie capi importanti perché sa che saranno duraturi. Si punta sulla qualità dei materiali, sulla sartorialità, non si insegue più con foga la moda del momento. C’è voglia di spendere ma con criterio”. Quella stessa foga da cui, ammonisce Brunello Cucinelli, non dobbiamo farci travolgere ora che la normalità sta tornando: tra i lasciti di questi due anni di emergenza sanitaria c’è in primis la consapevolezza delle giuste priorità da stabilire ed è proprio questa che sta spingendo sempre più persone a riorganizzare la propria vita, a partire dal posto di lavoro. Il risultato è un fenomeno di dimissioni di massa che in America è già stato ribattezzato “Great Resignation”, ovvero “Grandi Dimissioni”: per questo lo scorso gennaio è diventato improvvisamente virale sui social un video del 2017, in cui l’imprenditore metteva in luce, in tempi ancora non sospetti, come mostrarsi oberati e stravolti dal lavoro fosse diventato “chic”. “Feci quel discorso dopo una settimana in giro tra le aziende della Silicon Valley, in cui constatai come nessuno dei lavoratori che avevo incontrato avesse mai sorriso”, ci spiega Cucinelli, lasciandosi andare ad una riflessione al termine dell’incontro con la stampa. “L’idea base è quella di ritrovare un equilibrio quotidiano tra lavoro e vita, con il diritto alla disconnessione che deve essere tutelato. Il mio obiettivo è di arrivare a far lavorare 7 ore e mezza ma con la massima concentrazione, senza distrarsi continuamente con lo smartphone. La tecnologia è un dono del Creato, sta a noi saperla usa bene: che bisogno c’è di scriversi 300 mail? Se c’è una cosa importante da dire si telefona, ci si parla e si chiude la questione. Io tengo molto allo stato d’animo degli esseri umani: non potrei mai costringerlo a stare connesso tutto il giorno, mi sentirei di avergli rubato tempo prezioso per la cura di se stesso e della sua anima. Eppure c’è ancora quella mentalità diffusa secondo cui è chic mostrarsi sempre incollati allo schermo del telefono”.

Il visionario imprenditore mette quindi al centro la gentilezza, parola chiave con cui affrontare questi tempi e di cui sono intrisi anche questi nuovi capi: maglie ricamate interamente a mano e intessute di paillettes che si accompagnano a lunghe gonne in raso lucidissimo, pellicce di montone e piumini al contempo ultra tecnici e ultra sartoriali e la balaclava, il copricapo di lana trend del momento. L’ispirazione viene dal mondo nordico, c’è l’idea di portare il calore e la morbidezza dell’attitudine montana in città, per un everdressing che attinge dalla palette della natura invernale e che trasforma gli iconici pile con fantasie norvegesi e islandesi in giacche di cachemire. Proprio come fosse un profumo, questa collezione ha un profilo che consente di distinguere tra note di testa – i dettagli iperfemminili e la raffinata eleganza; note di cuore – le avvolgenti atmosfere del Nord; e le note di fondo, ovvero i tratti che rendono ben riconoscibile lo stile del brand Cucinelli. C’è lo studio di un guardaroba funzionale alla vita cittadina, il piacere delle fibre nobili di altissima qualità, l’alto tasso di artigianalità e la ricerca di innovazione innestata sul savoir-faire artigianale. È il tripudio dell’eccellenza manifatturiera italiana e, nonostante l’aumento dell’inflazione a cui si accennava prima, Brunello Cucinelli assicura che non ci sarà un aumento dei prezzi, perché il sistema moda ha già “ricarichi anche di 16 volte rispetto al prezzo di produzione. Non metto bocca nelle decisioni altrui, ma a mio parere i moltiplicatori della moda sono già a un livello tale che ci consente di mantenere invariato il prezzo finale nonostante i rincari delle materie prime e nonostante la nostra sia una produzione in sostanza artigianale”.

Per garantire infatti prodotti realizzati per il 52% interamente a mano, Brunello Cucinelli ha avviato un programma di formazione specialistica nel suo quartier generale di Solomeo, dove insegna ai giovani “non solo il mestiere di sarto, ma anche a tenere i conti, così che un domani, quando si metterà all’opera, sarà un nuovo piccolo imprenditore. Ho 120 studenti in azienda e altri 35 nella rete esterna ad essa collegata e tengo molto a garantire loro una formazione che sia tecnica, imprenditoriale ma soprattutto umana, perché l’eccellenza passa anche dai valori che ognuno di noi porta con se”. È da qui che bisogna ripartire, sottolinea ancora l’imprenditore umbro, perché è questa la vera ricchezza del nostro Paese. Infine, Brunello Cucinelli ci ha salutato con un annuncio: “Il prossimo 21 marzo, il giorno simbolo dell’inizio della primavera, chiuderemo il centro vaccini di Solomeo e facciamo tutti una bella partita di calcio!

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