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Sanremo 2022, i voti ai look della prima serata: un bel 10 a Blanco e il suo mantello. Orietta Berti inclassificabile. C’è Matteo Berrettini: lo smoking gli dona più della divisa da tennis

di Ilaria Mauri
Sanremo 2022, i voti ai look della prima serata: un bel 10 a Blanco e il suo mantello. Orietta Berti inclassificabile. C’è Matteo Berrettini: lo smoking gli dona più della divisa da tennis

Amadeus: voto 9 – Debutto sparlking ma nel complesso sobrio. Il primo completo del direttore artistico by Gai Mattiolo è uno smoking total black con giacca tempestata di cristalli in tono. Papillon di velluto. Saluta il pubblico e gli occhi sono lucidi per la commozione.

Achille Lauro: voto 6 – Esordio tutto sommato soft per lui che è il performer per eccellenza dell’Ariston: pantaloni di pelle nera a vita bassissima firmati Gucci e stop. Tatuaggi a vista, fisico scolpito, piedi scalzi. Ad un certo punto si infila la mano nella cintura e il pubblico inizia a sudare. L’atmosfera si surriscalda all’Ariston quando Lauro tira fuori una boccetta e inscena il suo battesimo.

Ornella Muti: voto 8 – Elegante, non appariscente, vera diva del cinema. Il look di Francesco Scognamiglio scelto per il suo esordio è assolutamente promosso: abito a sirena beige in tulle color carne, ricamato con cristalli Swarovski ton sur ton dai riflessi dorati. Solo un ricamo sotto il seno e poi basta. Linea pulitissima e scivolata a sottolineare le sue forme, luminoso e sensuale. Non passano inosservati gli occhiali da vista: i social li hanno già ribattezzati come “quelli della prof”. Il secondo look è in total black, un abito dallo scollo modellato e spacco profondo.

Mahmood e Blanco: voto 10 – Eccolo, è lui, “Blanchito Bebe” l’artista top secret che (assieme ad Elisa) sfoggia in queste serate total look custom made by Pierpaolo Piccioli per Valentino. Il mantello gli crea subito un piccolo incidente, con Amadeus che lo prende dentro e glielo sfila. Tempo pochi secondi e tutto torna a posto. Blusa in seta trasparente sotto, e pantalone nero. In perfetto stile Valentino. Completo spezzato invece per Mahmood, alla cui mano spicca un vistoso anello giallo citrino. Per noi hanno già vinto.

Matteo Berrettini: voto 10 – Lo smoking di Boss rende decisamente più onore al suo fisico da tennista che non la divisa sportiva d’ordinanza. Il sorriso gentile e lo sguardo penetrante fanno il resto.

Noemi: voto 5 – Le forme dell’abito le donano, il colore decisamente meno. È una creazione di Alberta Ferretti ma di un punto di rosa cipria troppo in pendant con la sua carnagione candida. Il risultato è monotono, con i capelli che sparano troppo a contrasto: in molti ci hanno visto un riferimento alla Sirenetta, quando indossa l’abito rosa nel castello del principe. In ogni caso, urge una ripassatina dei principi dell’armocromia.

Gianni Morandi: voto 9 – Lo smoking con giacca a jacquard by Giorgio Armani è la perfetta sintesi della sua personalità: un classico ma estremamente giovanile e contemporaneo. Sfondo nero, revers in velluto e fantasia optical cravatteria magenta e bianca. E a chi sui social lo definisce “il pigiama dell’ospedale”, noi rispondiamo: macché, questo è stile signori!

Fiorello: voto 9 – Fa il suo ingresso dal “green carpet” all’esterno dell’Ariston avvolto in un impermeabile di pelle. Occhiali scuri ed energia travolgente, il mattatore di Sanremo è più carico che mai. Anche per lui completo di Armani: la vera chicca è la camicia tempestata di cristalli. Sì, i cristalli sono decisamente il must di questo Festival.

La Rappresentante di Lista: voto 7 – Frac e coroncina in stile Paris Hilton per lei, smocking per lui. Tanta grinta per questo look Moschino by Jeremy Scott che segna decisamente un cambio di passo del duo canoro rispetto alle atmosfere dello scorso anno. Ed è subito balletto di TikTok.

Michele Bravi: voto 9 – La giacca con applicazioni floreali in pelle nera e azzurro Tiffany è un gran pezzo e si addice perfettamente al messaggio della canzone da lui cantata (e si intona anche con i mitici fiori di Sanremo). Sotto si intravede una blusa di paillettes nera per stare in linea con il mood sparling di questo Festival. Bene bene.

Maneskin: voto 8 – Mood anni ’80, spalle maxi, pelle e tanta energia rock. Damiano con il chocker di velluto con perle fa subito tendenza. Idem Victoria con due maxi stelle come copricapezzoli. Il secondo look è già più particolare Gucci coerente con il loro stile.

Massimo Ranieri: voto 7 – Ode alla sobrietà. Smoking Versace, essenziale, senza fronzoli, elegante. Proprio come lui.

Ana Mena: voto 4 – Minidress a scacchi rosa fragola tempestato di paillettes by Emporio Armani con cuissardes di pelle in tinta. Una sferzata vitaminica da vera popstar latinoamericana. Ecco, forse troppo. Anche qui, i social si sono scatenati con i rimandi: da Anna Tatangelo a Ariana Grande, a conferma del look stereotipato. Peccato.

Rkomi: voto 5 – La pelle nera è decisamente uno dei leit motiv di questo Festival. Il giovane cantante ha sfoggiato un completo di Etro decisamente rock, con tanto di lancio della maschera (si non la classica mascherina, proprio una maschera) mentre scendeva la scalinata. Della serie: ho appena mollato l’Harley qui fuori, ho preso il microfono e ora sono qui. Grintoso, ma troppo bikers.

Orietta Berti: inclassificabile – First reaction: choc. Poi amore assoluto. Ma come si fa a non adorarla? Che dire, Rovazzi ci aveva avvisati da Fazio che Orietta questa volta si sarebbe superata con il look ma nessuno avrebbe immaginato tanto. “È un omaggio a Sanremo – ha spiegato la cantante -. Ci sono le rose e le spine”. Certo, il problema è il mix, tra una montagna di organza fucsia e gli spuntoni di plexiglass trasparenti. Opera di Rochart.

Giusy Ferreri: voto 9 – Non la solita Giusy. Elegantissima, anche lei, in un lungo abito nero con scollo all’americana e inserti di strass sui toni del viola all’altezza dei fianchi, perfetti per sagomare la silhouette. Spacco profondo, trucco soft. Promossa, decisamente.

Colapesce e Dimartino: voto 4 – Look da marinai del Titanic per l’esibizione sul palco della nave da crociera Costa Toscana. Simpatico, ma anche no.

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