La linea politica attuale di Draghi ormai è molto semplice ed è molto simile a quella di Boris Johnson: facciamo finta che sia tutto normale e speriamo che vada bene. L’impostazione iniziale del governo adesso viene completamente abbandonata a favore di una supposta normalità, che comunque non c’è. Con 250mila contagi al giorno non penso che si possa parlare di normalità“. Sono le parole pronunciate a “Otto e mezzo” (La7) da Andrea Crisanti, direttore del Dipartimento di Medicina Molecolare dell’Università di Padova.

Alla domanda della conduttrice Lilli Gruber, che gli chiede se possiamo permetterci questa linea ‘aperturista’, il virologo risponde: “Confrontando i numeri da aprile 2021 a gennaio 2022, si vede che l’Inghilterra ha avuto 15mila morti in più rispetto all’Italia. Personalmente ritengo che l’Italia abbia fatto meglio dell’Inghilterra, perché dal punto di vista economico è cresciuta di più e ha sicuramente condotto una politica che in qualche modo ha protetto i cittadini. Adesso questa impostazione viene completamente abbandonata. È un rischio che viene fatto correre a tutta la comunità, ma queste decisioni poi saranno sottoposte al giudizio politico dei cittadini“.

Crisanti si pronuncia sulla proposta avanzata da medici e da politici, come Renzi, Bassetti, Viola, Lopalco e il sottosegretario alla Salute Costa, sul togliere i bollettini quotidiani dei contagi: “È una cosa senza senso, perché un’epidemia non si può controllare senza avere visibilità sull’indice di trasmissione e sull’incidenza dei casi. È come pretendere di tenere un’autostrada sicura, contando solo il numero di morti e di incidenti anziché verificare chi va veloce. È, insomma, come mettere la testa sotto la sabbia: non vogliamo vedere il problema, ma solo le sue conseguenze“.

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