“Continueremo a combattere. Ogni generazione ha una battaglia epica da combattere e questa è la nostra”. È l’appello di Stella Morris, compagna di Julian Assange, dopo la decisione dell’Alta Corte di Londra che ha ribaltato la sentenza di primo grado – emessa lo scorso gennaio – che negava l’estradizione del fondatore di Wikileaks dalla Gran Bretagna agli Usa. Julian Assange può essere spedito negli Usa per rispondere della divulgazione dei file top secret che contenevano le prove dei crimini di guerra da parte degli Usa in Afghanistan e Iraq. “Come possono questi tribunali approvare una richiesta di estradizione in queste condizioni? Come possono accettare un’estradizione nel paese che ha complottato per uccidere Julian, che ha complottato per uccidere un editore a causa di ciò che ha pubblicato”.

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Nagorno Karabakh: trent’anni fa il popolo disse Sì all’indipendenza ma aspetta ancora la libertà

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Assange, Stefania Maurizi al Fatto.it: “Nessuno come Wikileaks sotto inchiesta per 11 anni. Intimidazione non diversa dai regimi autoritari”

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