Sono quattro le regioni che al 2 dicembre hanno superato la soglia critica del 10% di occupazione di posti letto in terapia intensiva da parte di pazienti Covid, uno dei parametri che fanno scattare la zona gialla. Si tratta del Friuli-Venezia Giulia (15%), dell’Umbria (11%), del Veneto (11%) e dell’Alto Adige (14%). Altre tre Regioni – Liguria, Marche e Lazio – sono sulla soglia del 10%. È quanto emerge dal monitoraggio quotidiano dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) che evidenzia un dato stabile all’8% a livello nazionale, ma con una certa disomogeneità regionale. Sono sempre tre le regioni che invece hanno superato il limite del 15% previsto invece per i ricoveri in area non critica: il dato peggiore è quello della Valle d’Aosta che supera il 28%, a un passo dalla soglia del 30% che (unita ad altri indicatori) comporta il passaggio in zona arancione.

Lunedì i ricoverati all’ospedale Parini di Aosta erano 21, martedì 22 e ieri sono balzati a 30. Per affrontare la situazione è in corso di allestimento il reparto Covid-1 (il secondo dedicato esclusivamente ai pazienti positivi, oltre alla struttura semplice di Malattie infettive) che sarà ospitato negli spazi normalmente occupati dalla Neurologia. In base ai dati Agenas, invece, l’occupazione dei posti letto di terapia intensiva valdostani è sempre al 3% (un solo ricoverato) e al momento non desta preoccupazioni. Le altre due regioni sopra la soglia d’allarme per quanto riguarda i reparti ordinari sono il Friuli-Venezia Giulia – che resta al 23% – poi la provincia autonoma di Bolzano al 20%.

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