Televisione

RaiUno interrompe il film ‘La stagione della caccia” prima della fine. Il regista furioso: “Porta a Porta sennò va troppo in là?”. Bruno Vespa: “Clamorosa malafede”

Intorno alle 23.30 la rete diretta da Stefano Coletta ha tranciato il finale, interrotto la visione del film e dato la linea a "Porta a Porta". Dopo la chiusura pubblicitaria è apparso in studio Bruno Vespa con i suoi ospiti per parlare di covid e vaccini. I telespettatori sono rimasti a bocca asciutta, non hanno potuto assistere allo svelamento del caso. La Rai fa sapere che si è trattato di "uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi"

di Giuseppe Candela

Rai1 ha deciso di riproporre martedì 30 novembre l’episodio della serie C’era una volta Vigata dal titolo “La stagione della caccia”, nato dalla magica penna di Andrea Camilleri, diretto da Roan Johnson e interpretato da Francesco Scianna, Miriam Dalmazio, Tommaso Ragno, Ninni Bruschetta, Giorgio Marchesi, Alessio Vassallo e con la partecipazione di Donatella Finocchiaro. Tutto non è però filato liscio.

Intorno alle 23.30 la rete diretta da Stefano Coletta ha tranciato il finale, interrotto la visione del film e dato la linea a “Porta a Porta“. Dopo la chiusura pubblicitaria è apparso in studio Bruno Vespa con i suoi ospiti per parlare di covid e vaccini. I telespettatori sono rimasti a bocca asciutta, non hanno potuto assistere allo svelamento del caso.

Una gestione a dir poco discutibile che ha suscitato l’immediata reazione del regista della pellicola Roan Johnson: “Come si fa a commentare il fatto che in prima serata su Rai1 un film venga tagliato a 15 minuti dalla fine perché – immagino eh – Porta a Porta sennò va troppo in là? Come si fa a scusarsi con gli spettatori, con tutti quelli che hanno lavorato al film e con Camilleri? Forse La Stagione Della Caccia dovrebbe essere aperta per trovare il responsabile in Rai (che a mio parere è la prima ad essere stata danneggiata ieri sera)”, ha scritto sul suo profilo Facebook.

Difficile, se non impossibile, immaginare una forma di censura. Non solo per l’importanza del prodotto ma soprattutto perché la trasposizione del romanzo di Camilleri pubblicato nel 1992 era stato trasmesso, interamente, in prima tv il 25 febbraio 2019 visto da 7.115.000 telespettatori con il 30,8% di share.

Un trattamento che non ha suscitato solo la reazione del regista ma anche di moltissimi utenti che sui social hanno espresso tutto il loro stupore per quanto accaduto: “Come rovinare una cosa bellissima”, “Vergognosi, assurdo”, “Atto osceno e senza filo logico”, “Peggio che alle tv locali degli anni 70”. Con critiche dirette a Bruno Vespa ritenuto responsabile da molti del finale anticipato, anche se “Porta a Porta” nel corso della stagione è andata in onda anche a ora più tarda. Ma la Rai fa sapere, attraverso una nota, che la responsabilità non può essere attribuita al talk di Vespa: “La mancata messa in onda ieri sera su Raiuno degli ultimi 10 minuti di ‘La stagione della caccia‘, del ciclo ‘C’era una volta Vigata’, è stata il risultato di uno spiacevole errore materiale nella trascrizione delle durate dei blocchi di trasmissione. Nessuna responsabilità dell’accaduto può essere attribuita al programma ‘Porta a Porta‘ trasmesso subito dopo”. Seguono le scuse alla società di produzione ‘Palomar’ di Carlo degli Esposti, al regista Roan Johnson, al cast e a tutti quelli che hanno reso possibile la realizzazione del film. “‘La stagione della caccia’ verrà riprogrammato nella sua interezza nelle prossime settimane“, conclude la nota.

Intanto è arrivata la replica di Bruno Vespa: “Solo persone profondamente incompetenti o in clamorosa malafede possono immaginare che io abbia l’autorità o la semplice intenzione di tagliare il programma che precede Porta a Porta per andare in onda in anticipo. Spiace vedere tra queste anche il regista del film di Camilleri, Roan Johnson”. E ancora: “Bastava che Johnson telefonasse al produttore Carlo degli Esposti che mi ha chiamato amichevolmente di prima mattina per sapere che cosa fosse successo. E ovviamente gli ho risposto che non ne sapevo niente. Aggredire un professionista prima di avere un briciolo di informazione dimostra lo stato selvatico al quale purtroppo si è ridotta tanta gente”.

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