Dietrofront: parenti, amici e conoscenti potranno continuare a condividere il loro abbonamento Dazn e guardare le partite della Serie A su due device diversi contemporaneamente. Dopo nemmeno 48 ore l’azienda si rimangia (per ora) la clamorosa novità che aveva suscitato l’indignazione di tifosi, commentatori, persino politici. Praticamente un Paese in rivolta per il rincaro del pallone in tv, che ha costretto l’azienda a battere in ritirata.

La conferma di quanto era nell’aria è arrivata con una nota ufficiale: nessun cambio all’offerta, almeno fino al termine della stagione. La società ha però provato a spiegare anche la sua posizione e le ragioni che l’avevano portata a prendere in considerazione la svolta: “L’abbonamento – si legge nel testo – dà diritto all’utilizzo del servizio Dazn su un massimo di due dispositivi contemporaneamente. L’utente accetta che i dati di login siano unici per lo stesso e non possano essere condivisi con altri”. Invece “fin dall’inizio del campionato abbiamo constatato un considerevole incremento di comportamenti non corretti che non può essere ignorato”.

Non è chiarissimo se Dazn ce l’abbia più col padre e figlio fuorisede che legittimamente condividono lo stesso abbonamento, o quel mercato parallelo dove è facile scambiarsi codici e acquistare accessi a prezzo ridotto. Forse con entrambi, visto che nella stessa misura intaccano il business di Dazn che fin qui fa acqua da tutte le parti: è fondato il sospetto che la mossa dell’azienda, più per contrastare la pirateria, fosse dovuta alla necessità di incrementare gli abbonamenti (fin qui fermi al palo: meno di 2 milioni tra Dazn e TimVision), accontentando pure quei presidenti di club che vogliono tenere alto il valore del prodotto.

Viene anche il dubbio che la notizia sia stata fatta filtrare negli scorsi giorni proprio per sondare il terreno, capire quale sarebbe stata la reazione dei tifosi. Ma la domanda a questo punto è: che cosa si aspettava Dazn? Cambiare le carte a stagione in corso non poteva passare inosservato e infatti non è passato proprio. Scoraggiata dai fiumi di insulti, spaventata dalla minacce di cause e disdette, probabilmente intimorita anche dalla convocazione d’urgenza da parte del ministro dello Sviluppo Giancarlo Giorgetti (considerato anche quanto sia in bilico l’esclusiva di Dazn con tutti i problemi di trasmissione che ha), l’azienda ha preferito desistere. Il comunicato ufficializza la retromarcia. Come a dire: scusate, ci siamo sbagliati. La figuraccia però ormai è fatta.

A questo punto ogni possibile cambiamento è rimandato per lo meno ad agosto, e anche di ciò si parlerà nell’incontro con Giorgetti, a cui Dazn porterà le sue “proposte di rimodulazione e ampliamento delle nostre offerte con l’obiettivo di mettere al centro i consumatori”. Per il futuro. Ora “nel rispetto di coloro che usano in modo corretto la condivisione e con l’obiettivo di tutelare l’interesse dei nostri abbonati, nessun cambio verrà introdotto nella stagione in corso”, conclude la nota. Così Dazn non incasserà i milioni in più che sperava di raggranellare, però ha comunque danneggiato la sua immagine (e di rimando, anche quella della Serie A). Capolavoro.

Twitter: @lVendemiale

Articolo Precedente

Dazn pronta a impedire la visione da due diversi dispositivi: rotto il patto con i tifosi in nome dei conti (che non tornano)

next
Articolo Successivo

Ti ricordi… Ruggiero Rizzitelli: da Cesena a Monaco classe, gol e tanto carattere. E “se quel palo sarebbe entrato in gol”…

next