di Giulio

Ricordate? Dicevamo: certo che vado a votare, ma con il naso tappato. Tempo fa, dietro le indicazioni dei partiti, ci facevano votare chiunque (ma succede ancora oggi), e noi come mandrie al pascolo ci recavamo alle urne a fare il nostro umile dovere.

Si dice che l’astensionismo dipenda dal fatto che la politica si sia allontanata dai bisogni dei cittadini e tutte le disamine odierne di vari specialisti, addetti al settore e dei politici tutti vanno in questa direzione. La mia personale percezione è che sia vero esattamente il contrario: quel 50% dell’elettorato che non va a votare non vuole più dare a nessuno l’opportunità di gestire in modo ingannevole la propria esistenza. Si potrebbe obiettare che se A è uguale a B, B è uguale ad A e quindi non cambia nulla. Invece no, perché cambia il rapporto di forza: non sarà la politica a darsi un nuovo assetto, a ripensare e a proporre nuovi modelli, sarà quel 50% (che non è proprio bue) che detterà l’agenda, che dirà in che direzione andare. Non è proprio una piccola differenza.

Certamente chi non va a votare affida la propria esistenza a quelli che sono stati votati dall’altro 50%, ma almeno ‘non mi sono dato la zappa sui piedi’. E’ una magra consolazione ma è anche un segnale fortissimo per chi vuol capire. Quel 50% di astenuti in pratica stanno dicendo che la politica debba girare la testa verso di loro, verso i loro bisogni e i loro sogni, che la faccia finita di parlare in modo incomprensibile, che la smetta di essere ondivaga, di essere troppo democristiana. Sta dicendo che vuole essere informata in modo corretto, che vuole essere difesa dalla criminalità e liberata finalmente dall’onnipresente, nebulizzata mafiosità. Che la politica la smettesse di inseguire la Finanza (ricordate? “ma allora abbiamo una Banca”) e l’Economia per favorire i già ricchi e potenti e lo facesse per riempire le tasche di tutti, ma proprio di tutti noi.

Stanno dicendo che chi gestirà la nostra vita sappia cos’è veramente la vita. Che la nuova frontiera, e se vogliamo la nuova ideologia, è l’attenzione verso il popolo – “E’ chiaro che il pensiero dà fastidio anche se chi pensa è muto come un pesce, anzi è un pesce e come pesce è difficile da bloccare”- e anche se la Storia non lascia ben sperare non è detto che non si possa invertire la rotta. Quantomeno provarci: “Certo, chi comanda non è disposto a fare distinzioni poetiche: il pensiero è come l’oceano, non lo puoi bloccare, non lo puoi recintare”.

Dunque è vero che il maggiore partito è quello dell’astensione, e chi saprà, prima degli altri, capire questa rivoluzione avrà fatto bingo.

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