In Alaska, lo stato più settentrionale degli Usa, è record di contagi: nelle ultime 24 ore sono stati registrati 1.735 nuovi casi, mentre i morti sono arrivati a 44 nel solo 2021. Il sistema sanitario è al collasso e sul suo territorio si registra il tasso di positività – trainato dalla variante Delta -di Covid più alto di tutta l’America. Dopo i 2.127 nuovi casi del 7 settembre, i numeri sono tornati a crescere: la media giornaliera supera gli 800 positivi ormai da una settimana. Il governatore repubblicano, Mike Dunleavy – criticato insieme al sindaco conservatore di Anchorage, Dave Bronson per non aver adottato da subito presidi di contenimento del virus – ha ora attivato una procedura di emergenza, tentando di coinvolgere altri stati nord occidentali – come l’Idaho e parte del Montana – nel razionamento delle cure mediche.
Quest’ultima impennata sarebbe dovuta – hanno dichiarato i funzionari statali in una conferenza stampa – anche a un ritardo nelle segnalazioni dei decessi, dovuti a un attacco informatico. Nonostante questo, la situazione è ancora critica e il picco dell’epidemia sembra, secondo le proiezioni, ancora lontano. Intanto tra i cittadini si diffonde l’allarme, ma la campagna di immunizzazione dà qualche sicurezza in più: “Penso sempre a questo grafico – twitta una cittadina dell’Alaska – Anche con la variante delta (la linea blu la rappresenta nel 50% dei casi) quando i casi hanno iniziato a crescere, i vaccini hanno comunque fatto un ottimo lavoro nel ridurli, ma soprattutto nel ridurre i ricoveri e i decessi“.
I think of this graph all the time. Even with delta (the blue line is when delta became 50% of the cases) – when cases started to surge, the vaccines still did a great job at reducing cases, but most importantly reducing hospitalizations and deaths. https://t.co/Zwvowyphsw pic.twitter.com/LlhaP1rwbf
— Anne Zink (@annezinkmd) September 25, 2021