Prima ha ritirato i suoi emendamenti, allineandosi alla posizione di Mario Draghi e dando l’impressione di volersi rimangiare il voto in commissione per abolire il passaporto verde. Poi ha votato a favore delle proposte di Fratelli d’Italia. E’ una linea quantomeno ambigua quella tenuta dalla Lega sul decreto green pass, in discussione alla Camera. Una posizione tutt’altro che netta incarnata personalmente da Matteo Salvini, schiacciato tra le pressioni interne – quelle dei governatori guidati da Massimiliano Fedriga e dell’ala governista del Carroccio di Giancarlo Giorgetti – e il continuo inseguimento alle posizioni di Giorgia Meloni. Una doppia linea che è destinata ad avere effetti sulla maggioranza o almeno a far discutere. “Sul Green pass chiediamo chiarezza, non si può stare nella maggioranza e votare con l’opposizione”, ha protestato il segretario dem Enrico Letta. “Il Green pass è essenziale, ne va di mezzo la salute di tutti. Trovo gravissimo l’atteggiamento della Lega, un atteggiamento che dimostra irresponsabilità e dimostra che la Lega non ha a cuore la salute degli italiani e che non è un partner di governo affidabile”. E per la capogruppo Pd Debora Serracchiani si tratta di “un atto irresponsabile“. Così anche il ministro degli Esteri M5s Luigi Di Maio: “Dobbiamo essere preoccupati per la stabilità del governo“, ha detto a In Onda su La7, nato per completare la campagna di vaccinazione e spendere i soldi del recovery, “se si creano fibrillazioni nel governo è chiaro e evidente” che si “impensierisce la serenità del percorso”. Intanto mentre l’ex ministro dell’Interno difende l’operato dei suoi, precisando che i rischi per il governo sono “zero”, Meloni esulta: “Sono contenta se quella parte del centrodestra che ha scelto di sostenere Draghi non si piega alla volontà della sinistra”.

L’ultima giravolta del capo della Lega si consuma tutta nell’arco di poche ore. Prima fonti parlamentari hanno fatto sapere che il Carroccio ha ritirato i suoi emendamenti al dl, che dunque sarebbe stato discusso senza porre la questione di fiducia. Poi il numero uno di via Bellerio ha rilanciato. Spiegando che, dopo aver ritirato i suoi emendamenti, è pronto a valutare quelli di Fratelli d’Italia. “Se ci sono emendamenti che noi condividiamo da chiunque arrivino noi li sosteniamo”, ha sostenuto. E infatti poco dopo il Carroccio ha votato a favore della proposta, avanzata dal partito di Meloni, di accantonamento degli emendamenti soppressivi dell’articolo 3 del decreto: è in pratica la norma che disciplina l’impiego delle certificazioni verdi Covid-19. In questo modo, dunque, Fdi avrebbe voluto avere le mani libere sugli emendamenti soppressivi, rilanciando la richiesta di modifiche al governo.

Nonostante l’appoggio della Lega, però, la richiesta è stata respinta con 153 voti di differenza. A favore hanno votato Fratelli d’Italia, l’Alternativa c’è e, appunto, il Carroccio. A quel punto l’aula di Montecitorio si è espressa sui tre emendamenti soppressivi di Fdi, respingendoli – con voto segreto – grazie a 260 contrari e solo 59 favorevoli mentre in 82 si sono astenuti. In questo caso la Lega aveva annunciato la sua astensione. “Noi ci aspettiamo che su alcune cose il Governo cambi idea. Sarebbe offensivo in questo clima chiudere la porta, confidiamo che il Governo accoglierà alcune modifiche di buonsenso che ci sono negli emendamenti presentati dai colleghi”, ha detto in aula Claudio Borghi. Dal campo della maggioranza ha replicato anche il deputato dem Enrico Borghi: “A voto segreto”, ha scritto su Twitter, “sull’emendamento Meloni di soppressione del Green pass, quasi 100 parlamentari della maggioranza votano CONTRO il governo. Ormai la doppiezza della Lega viene elevata a sistema. A questo punto la domanda è semplice: la Lega non ha più fiducia in Draghi? Lo dica!”.

Ma nonostante le tensioni politiche, condizionate anche dalle elezioni amministrative alle porte, il governo intende andare avanti sul nuovo dl Green pass che potrebbe arrivare in Cdm già giovedì di questa settimana, dopo un passaggio, come di prassi, in cabina di regia per sciogliere i nodi rimasti sul tavolo. Il condizionale è d’obbligo, ma dopo la frenata che si registrava ieri a Palazzo Chigi oggi c’è aria di accelerazione. Il dl, riferiscono diverse fonti, dovrebbe essere unico, e l’intenzione è appunto quella di estendere il Green pass obbligatorio ai dipendenti della pubblica amministrazione e i lavoratori del settore privato. Mentre sul fronte tamponi gratuiti, tema caro alla Lega, questi dovrebbero essere previsti solo per alcune e risicate categorie. Stando almeno allo stato attuale, riferiscono le stesse fonti, i tamponi gratuiti dovrebbero essere previsti solo per i lavoratori esentati dal vaccino per motivi di salute.

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