I timori delle intelligence mondiali sono diventati realtà. Mentre ancora si lotta contro il tempo per evacuare il numero più alto di persone dall’Afghanistan, un doppio attentato kamikaze è stato compiuto all’aeroporto internazionale di Kabul. A fine giornata il ministero della Sanità afghano parla di 90 morti e almeno 150 feriti. Tra le vittime anche alcuni bambini e diversi soldati americani, oltre a un alto numero di miliziani Taliban. Il Pentagono in serata ha confermato la morte di 12 americani: 11 marines e un medico. L’Isis ha rivendicato l’attacco: Amaq, l’organo di propaganda del sedicente Stato islamico, ha pubblicato la foto di un uomo identificato come Abdul Rehman Al-Loghri, indicandolo come l’attentatore suicida di Kabul che è stato in grado di “superare tutte le fortificazioni della sicurezza”, arrivando “a non più di cinque metri dalle forze americane”. Nella nota di rivendicazione, l’Isis ha accusato i Talebani di essere “in alleanza” con i militare americani per evacuare “le spie“. “Condanniamo fermamente questo raccapricciante episodio e faremo ogni passo per assicurare i colpevoli alla giustizia”, hanno scritto i talebani in un comunicato, sottolineando che le due esplosioni “si sono verificate nell’area gestita dalle forze statunitensi“. Il presidente Joe Biden in serata ha confermato che l’attacco è stato compiuto da Isis-K: “Noi non vi perdoneremo, non dimenticheremo. Vi perseguiteremo e vi faremo pagare per ciò che avete fatto”. Ha inoltre ribadito che le operazioni di evacuazione proseguiranno fino al 31 agosto, non oltre.

La foto dell’attentatore postata da Amaq

Oltre alla rivendicazione, anche i rapporti delle intelligence occidentali e i talebani indicano l’Isis come responsabile del massacro. Il capo del comando centrale Usa, Kenneth McKenzie, ha spiegato che l’attacco è stato condotto da due kamikaze che appartengono allo Stato Islamico. Il Pentagono si aspetta inoltre che gli attacchi continueranno a Kabul. Il responsabile dell’aggressione è lo Stato Islamico nel Khorasan, gruppo terroristico noto come Isis-K o Iskp. Risulta chiaro sia dalle informazioni passate dai servizi segreti sia dalla modalità dell’attacco stesso. “Condanno questo orrendo, vile attacco contro persone inermi che cercano la libertà. Ringrazio tutti gli italiani che ancora si prodigano in questo straordinario sforzo umanitario per salvare i cittadini afghani”, ha dichiarato in tarda serata il premier Mario Draghi.

Il doppio attentato – La prima esplosione è stata opera di un attentatore kamikaze che si è fatto saltare in aria proprio vicino al Baron Hotel, dove alloggiano truppe e giornalisti britannici a Kabul, in un canale di scolo lungo la strada dove molte persone si erano accalcate nell’acqua bassa per farsi esaminare i documenti ed entrare nell’aeroporto. Questo attacco ha aperto la strada ad altri complici che hanno cominciato a sparare contro i presenti. Successivamente, una seconda esplosione nei pressi dell’Abbey Gate, dovuta a un’autobomba. Un modus operandi, questo, più volte usato dai gruppi terroristici presenti nel Paese, compreso proprio Isis, per poter mietere il maggior numero di vittime, anche tra i soccorritori. Dopo gli attentati, i militari addetti alla sicurezza dello scalo della capitale afghana hanno ordinato la chiusura di tutti i gate dell’aeroporto, di fatto isolandolo contro possibili altri attacchi terroristici. A Kabul sono state successivamente registrate nuove esplosione: il portavoce dei talebani, Zabihullah Mujahid, ha spiegato su Twitter che si è trattato di esplosioni controllate eseguite dalle forze Usa all’interno dell’aeroporto di Kabul, mentre altre fonti sostengono che sono state causate da soldati del governo afghano che non si sono arresi ai fondamentalisti e che hanno deciso di far saltare in aria le loro scorte di munizioni.

Le testimonianze – “Ci sono molti morti vicino a me e il canale è diventato color sangue“, ha raccontato una ragazza afghana all’aeroporto di Kabul che ha contattato la ong Cospe di Firenze e che, spiega l’organizzazione, “avrebbe dovuto entrare con il nostro gruppo e che purtroppo è rimasta fuori dal gate durante l’esplosione suicida”. La folla, viene spiegato ancora, rimane assiepata per metà del tempo nel canale che separa la strada dall’ingresso vero e proprio all’aeroporto, il “dirty river“, dove c’è stata l’esplosione suicida . “Hanno ucciso tre persone davanti ai miei occhi”, ha raccontato ancora la ragazza. “Chi arrivava non riusciva a parlare, molti erano terrorizzati, con gli occhi totalmente persi nel vuoto, lo sguardo assente. Raramente abbiamo visto una situazione del genere”, la testimonianza di Alberto Zanin, coordinatore medico dell’ospedale di Emergency a Kabul.

Chi sono i terroristi dell’Isis-K – I primi sospettati dell’attentato sono i membri dello Stato islamico della provincia di Khorasan, gruppo terroristico noto come Isis-K o Iskp. Il gruppo, ricorda oggi il Guardian, è stato fondato sei anni fa nella provincia sud occidentale pachistana del Balochistan. Allora lo Stato Islamico era nel pieno del suo successo e controllava ampie parti dell’Iraq e la Siria. L’Isis ritiene che i talebani abbiano abbandonato la fede musulmana, dato che hanno accettato di trattare con gli americani. In Afghanistan sia i talebani che al Qaeda si sono opposti all’espansione dell’Isis-K, così come naturalmente hanno fatto il deposto governo di Kabul e le forze occidentali. Per questi il gruppo era in difficoltà nel 2019 e la prima parte del 2020: controllava poco territorio e aveva subito perdite di leader e militanti. Ma dal giugno 2020, il gruppo si è dotato di un nuovo leader e nei primi quattro mesi del 2021, la missione Onu in Afghanistan ha contato 77 attentati rivendicati o attribuiti all’Isis-K. Molti combattenti dell’Isis-K non sono afghani, vengono dal Pakistan, dal Tagikistan e dall’Uzbekistan. Il legame con la leadership dell’Isis in Iraq è rimasto, ma s’ignora quanto sia stretto, e se l’ordine per l’attentato di oggi sia venuto da fuori o il gruppo abbia agito in autonomia.

Nessun italiano ferito – Nessun italiano è rimasto coinvolto, assicura la Difesa e conferma in una nota il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio: “Nessun nostro connazionale è rimasto coinvolto negli attacchi registrati oggi a Kabul. Desidero ringraziare i militari e i diplomatici italiani per il loro coraggio e il loro impegno”. ”Al tempo stesso – prosegue – esprimo cordoglio per chi ha perso la vita e vicinanza ai feriti. L’Italia condanna fermamente questi attacchi. Continueremo a lavorare con i partner internazionali a favore del popolo afghano”, conclude Di Maio. Venerdì si concluderà il ponte aereo organizzato dalla Difesa per portare in Italia i profughi afghani: l’ultimo volo da Kabul dovrebbe decollare all’alba alla volta di Kuwait City, da dove gli evacuati verranno poi trasferiti all’aeroporto di Roma Fiumicino.

Le reazioni – Il commissario agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha commentato l’accaduto mostrando “angoscia per le esplosioni, ci aspettano giorni drammatici”, ha scritto in un tweet. Gli fa eco il presidente francese, Emmanuel Macron, che parla di “prossime ore estremamente rischiose”. “La Francia cercherà di evacuare ancora da Kabul diverse centinaia di afghani”, ha spiegato Macron. Mentre il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, si dice “molto preoccupato per le notizie sulle esplosioni di Kabul. Monitoro la situazione con attenzione. Assicurare un passaggio sicuro per l’aeroporto rimane vitale”. Il premier britannico, Boris Johnson, ha definito “barbaro” l’attacco, aggiungendo che ha causato “molte” vittime, ma ha precisato che l’operazione di evacuazione condotta dal Regno Unito andrà avanti. Johnson ha anche offerto le condoglianze agli Usa e all’Afghanistan. La Cancelliera tedesca Angela Merkel deplora le esplosioni di oggi come un “attentato assolutamente spregevole avvenuto in una situazione molto molto tesa”.

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