Il giorno dopo la presa di Kabul da parte delle milizie talebane, si è aperta un’ulteriore fase di caos in Afghanistan. Nel corso della notte e fino alle prime ore del mattino, all’aeroporto internazionale “Hamid Karzai” della capitale si sono radunate migliaia di persone, nel tentativo di lasciare il Paese sui voli messi a disposizione dalle ambasciate occidentali per l’evacuazione dei propri concittadini. I militari Usa – che sostengono di avere sotto controllo lo scalo – hanno sparato colpi di avvertimento in aria per evitare che folle di cittadini disperati si precipitassero agli aerei. I video mostrano persone che si aggirano intorno ai jet e si arrampicano su per le scale dei finger” (le porte d’imbarco). Almeno dieci persone sono morte: in base a quanto riferisce il portavoce del Pentagono John Kirby, in due sono stati uccisi dai colpi dei militari, altri tre sono stati schiacciati dalle ruote del C-17 dell’Air Force statunitense in fase di decollo. Altri video pubblicati sui social mostrano corpi precipitare dallo stesso aereo, appena decollato. L’aeroporto è ancora inagibile, tanto che l’esercito tedesco ha dovuto rinviare la propria missione di evacuazione: i due aerei A400M inviati da Berlino non riescono ad atterrare e sono momentaneamente bloccati a Baku, in Azerbaigian. Intanto il primo ministro britannico Boris Johnson, presidente di turno del G7, ha chiesto un incontro virtuale dei sette capo di Stato e di governo per discutere della situazione. Johnson – spiega Downing Street – “ha espresso la sua intenzione di ospitare un incontro virtuale nei prossimi giorni” durante una telefonata al presidente francese Emmanuel Macron, nella quale ha sottolineato la necessità di un “approccio unitario” al problema afghano. Intanto, in serata, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto l’immediato arresto delle ostilità e l’istituzione di un nuovo governo “unito, inclusivo e rappresentativo, inclusa la piena, eguale e significativa partecipazione delle donne”. Joe Biden dalla Casa Bianca ha parlato alla Nazione e ha spiegato i motivi del ritiro delle truppe dal Paese: “Ho ereditato un accordo dalla presidenza Trump. Potevo scegliere se rispettarlo o tornare a combattere. Ma noi non possiamo ripetere gli errori del passato: quante altre vite americane dovremo sacrificare?”

L’ambasciatore afghano all’Onu: “Perquisizioni dei talebani casa per casa” – “I talebani hanno iniziato a perquisire casa per casa“, puntano a “esecuzioni mirate, la gente a Kabul è terrorizzata”. È il racconto dell’ambasciatore afghano all’Onu Ghulam M. Isaczai alla sessione speciale del Consiglio di sicurezza, apertasi alle 16 italiane con la partecipazione del segretario generale Antonio Guterres. Guterres si è detto “particolarmente preoccupato per le notizie delle crescenti violazioni contro le donne e le ragazze afghane, che temono un ritorno ai giorni più bui. È essenziale che i loro diritti conquistati a fatica siano protetti. Stiamo ricevendo notizie agghiaccianti di gravi restrizioni ai diritti umani in tutto il Paese”, e ha lanciato un appello ai guerriglieri perché “esercitino la massima moderazione”. “Ricordo a tutte le parti il loro obbligo di proteggere i civili. Invito tutte le parti a fornire agli operatori umanitari un accesso senza ostacoli per fornire servizi e aiuti tempestivi e salvavita. Esorto anche tutti i Paesi a essere disposti ad accogliere i rifugiati afgani e ad astenersi da qualsiasi rimpatrio”, ha aggiunto. Convocata per domani anche un Consiglio straordinario dei ministri degli Esteri dell’Unione europea “per una prima valutazione, in seguito agli sviluppi in Afghanistan e dopo intensi contatti con i partner negli ultimi giorni e ore”, scrive su Twitter l’alto rappresentante della politica estera Josep Borrell. “La situazione in Afghanistan richiede una risposta unitaria dell’Ue, l’asilo deve essere concesso a chi è in pericolo di persecuzione”, scrive il presidente del Parlamento di Bruxelles David Sassoli.

I talebani prendono il controllo di Kabul – Esponenti talebani sono apparsi per la prima volta alla tv di Stato RTA, lanciando messaggi distensivi. “Questa è l’ora della prova. Noi forniremo i servizi alla nostra nazione, daremo serenità alla nazione intera e faremo del nostro meglio per migliorare la vita delle persone”, ha detto il numero due dell’organizzazione, il mullah Abdul Ghani Baradar, seduto nel palazzo presidenziale circondato da miliziani armati. “Il modo in cui siamo arrivati era inatteso e abbiamo raggiunto questa posizione che non ci aspettavamo”, spiega. A quanto riferiscono “vari residenti” della capitale citati su Twitter dal giornalista Frud Bezhan, corrispondente dall’Afghanistan per Radio free Europe, i guerriglieri stanno setacciando le case in cerca di dipendenti del governo, soldati, poliziotti e cittadini che hanno collaborato con le forze straniere e le ong. Alcuni di loro sono stati portati via, in altri casi le abitazioni sono state perquisite e documenti e armi sequestrati. Molti cittadini temono un brutale ritorno al regime degli anni ’90, caratterizzato da esecuzioni pubbliche, lapidazioni e dal divieto alle ragazze di frequentare la scuola. Ma il membro talebano del team di negoziatori riunito a Doha (Qatar), Suhail Shaheen, rassicura su Twitter: “Garantiamo ai diplomatici, alle ambasciate, ai consolati e ai volontari non soltanto che l’Emirato islamico di Afghanistan non creerà loro alcun problema, ma anche – se Allah vuole – che forniremo loro un ambiente sicuro“.

La fuga del personale Usa – Gli Stati Uniti hanno ammainato la bandiera sulla propria sede diplomatica e hanno trasferito quasi tutto il personale all’aeroporto: “Stiamo completando una serie di misure per rendere sicuro l’aeroporto internazionale Hamid Karzai per consentire la partenza sicura del personale statunitense e alleato dall’Afghanistan tramite voli civili e militari”, hanno affermato il Pentagono e il Dipartimento di Stato in una dichiarazione congiunta. Nelle ultime due settimane sono già arrivati negli Stati Uniti quasi 2mila afgani grazie a un programma speciale di immigrazione. L’evacuazione di migliaia di altre persone ammissibili a questo programma sarà “accelerata”, ha affermato il Dipartimento di Stato. Gli afghani che avranno superato tutte le fasi dei controlli di sicurezza verranno inviati direttamente negli Stati Uniti, mentre la procedura avverrà in “luoghi terzi” per coloro per i quali non è stata completata.

L’appello di quaranta Paesi: “Permettere agli afghani di partire” – Intanto i governi di quaranta Paesi – tra cui tutti quelli dell’Ue, escluse Ungheria e Bulgaria – hanno sottoscritto un appello dichiarando che “Gli afghani e i cittadini internazionali che desiderano partire devono essere autorizzati a farlo; le strade, gli aeroporti e i valichi di frontiera devono rimanere aperti e la calma deve essere mantenuta”. Il documento sottolinea che “il popolo afghano merita di vivere in sicurezza e dignità. Noi della comunità internazionale siamo pronti ad assisterlo“. Nella dichiarazione congiunta si legge che “alla luce del deterioramento della situazione in materia di sicurezza, stiamo lavorando per garantire e invitare tutte le parti a rispettare e facilitare la partenza sicura e ordinata di cittadini stranieri e afghani che desiderano lasciare il paese. Coloro che occupano posizioni di potere e autorità in tutto l’Afghanistan hanno la responsabilità per la protezione della vita umana e delle proprietà, e per l’immediato ripristino della sicurezza e dell’ordine civile.

LA CRONACA ORA PER ORA

Ore 22.20 – Biden alla Nazione: “Non possiamo ripetere gli errori del passato” – Il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha parlato al Paese spiegato il motivo del ritiro delle truppe americane: “Non possiamo continuare a combattere una guerra che gli afghani, per primi, non sono in grado di combattere”. “La scelta che avevo”, ha proseguito dalla Casa Bianca, era “proseguire l’accordo negoziato da Donald Trump con i talebani (cioè lasciare l’Afghanistan) o tornare a combattere”. Biden ha inoltre sottolineato di essere convinto della sua decisione: “Sono convinto che la mia sia stata una decisione giusta, dopo 20 anni abbiamo imparato nel modo più difficile che non c’è mai il momento ideale per il ritiro”, e ha aggiunto che “Con i miei collaboratori stiamo monitorando attentamente la situazione e gli ultimi sviluppi. Ci stiamo adoperando per attuare i programmi previsti”. Lo ha detto il presidente degli Usa, Joe Biden, parlando dalla Casa Bianca.

Ore 21.50 – Macron: “Iniziativa europea in aiuto dei migranti afghani”, Merkel: “Aiutare i Paesi confinanti” – Il presidente francese Emmanuel Macron ha dichiarato di voler portare avanti un’iniziativa europea volta ad “anticipare” e “proteggere da significativi flussi migratori irregolari” che “alimentano traffici di ogni tipo”, durante un discorso televisivo sulla situazione in Afghanistan. “Proporremo quindi, in linea con la Germania e altri paesi europei, un’iniziativa per costruire senza aspettare una risposta solida, coordinata e unita”, ha proseguito, chiedendo “solidarietà nello sforzo, l’armonizzazione dei criteri di protezione e l’instaurazione di una cooperazione con i paesi di transito”. Sul tema si è espressa anche la cancelliera Angela Merkel: “La cosa principale è che noi aiutiamo i Paesi confinanti in cui potranno arrivare i rifugiati afghani”, ha detto, sottolineando che la cooperazione con il Pakistan è prioritaria e che è anche importante stabile contatti con l’Unhcr (L’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, ndr)per mantenere sotto controllo un’eventuale ondata migratoria in Europa.
È importante, ha detto la cancelliera, fornire alle persone “un luogo sicuro in cui stare intorno all’Afghanistan”, ed ha ricordato ed ammesso i precedenti errori fatti, come quello di non dare alle agenzie nazionali ed internazionali che gestiscono i rifugiati sufficienti fondi.

Ore 20.30 – Consiglio di Sicurezza delle Nazione Unite: “Arresto delle ostilità, governo faccia partecipare le donne” – Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite chiede l’immediato arresto delle ostilità in Afghanistan e l’istituzione di un nuovo governo “unito, inclusivo e rappresentativo, inclusa la piena, eguale e significativa partecipazione delle donne”. Nella sua prima dichiarazione dopo l’ingresso dei talebani a Kabul, ha dichiarato che “la continuità istituzionale e l’adesione agli obblighi internazionali dell’Afghanistan, così come la sicurezza e l’incolumità di tutti i cittadini afgani e internazionali, devono essere garantite”. Il consiglio ha inoltre chiesto l’accesso immediato per le Nazioni Unite e altro personale umanitario a fornire aiuto a milioni di persone bisognose, “anche attraverso le linee di conflitto”. La dichiarazione, redatta da Estonia e Norvegia, è stata approvata dai 15 membri in una riunione d’emergenza sull’Afghanistan.

Ore 20.20 – Salvini: “Una vergogna occidentale” – L’Afghanistan è “una vergogna occidentale. Noi come Lega abbiamo chiesto l’intervento immediato del Governo e la convocazione delle commissioni e del Parlamento perché anni e vite perse hanno reso più forti i terroristi e i tagliagole islamici e sarà un problema anche per l’Italia di terrorismo e immigrazione clandestina, non solo via mare ma anche via terra. E’ veramente una fuga vigliacca e senza senso. L’occidente deve fermarsi e ripensarci e questi tagliagole vanno fermati prima che sia tardi”. Così Matteo Salvini parlando con i giornalisti a Gambarie d’Aspromonte

Ore 19.20 – Hamas si congratula con i talebani per la sconfitta Usa – Hamas si è congratulato con i talebani “per la sconfitta dell’occupazione americana su tutte le terre afghane” dopo una “lunga battaglia durata 20 anni”. Il comunicato diffuso dal movimento islamico palestinese sottolinea che la vittoria talebana “prova come la resistenza dei popoli, alla cui avanguardia vi è il nostro popolo palestinese, raggiungerà la vittoria”.

Ore 19.11 – Pentagono: “Altre due basi per rifugiati afghani” – Il Pentagono offrirà altre due basi per ospitare le migliaia di afghani a rischio che gli Stati Uniti intendono trasferire fuori dall’Afghanistan ormai sotto controllo dei Talebani. Lo ha annunciato il portavoce del dipartimento della Difesa, John Kirby, spiegando che il segretario alla Difesa, Lloyd Austin ha firmato un ordine per renderle disponibili. In tutto saranno cinque le basi militari per ospitare 22mila afghani che dovrebbero arrivare nelle prossime “tre o quattro settimane”.

Ore 18.28 – Usa, Pentagono: “Altri mille militari a Kabul” – Il Pentagono sta inviando altri mille militari delle forze speciali all’aeroporto di Kabul, dove i voli sono stati sospesi dopo che migliaia di civili afghani hanno fatto irruzione sulla pista, prendendo d’assalto un aereo militare americano che stava decollando. Il portavoce del Pentagono, John Kirby, ha detto che il ponte aereo attraverso il quale si spera di trasferire “migliaia di persone al giorno” riprenderà non appena l’aeroporto sarà dichiarato in sicurezza. Con i nuovi rinforzi, sale a 6mila il numero dei militari americani allo scalo aeroporto di Kabul.

Ore 17.59 – Il ministro degli Esteri tedesco: “Abbiamo valutato male la situazione” – “Il governo tedesco, i servizi d’intelligence, la comunità internazionale, abbiamo tutti valutato male la situazione”. Lo ha ammesso il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas, parlando della presa del potere dei talebani in Afghanistan seguita al ritiro delle truppe dal Paese da parte degli Stati occidentali.

Ore 17.01 – Il premier Ghani in fuga verso gli Usa – Dopo aver lasciato Kabul nel giorno di Ferragosto, Ashraf Ghani sarebbe ora diretto negli Stati Uniti, scrive l’agenzia iraniana Mehr rilanciata dalla russa Tass. Il presidente dell’Afghanistan, insieme alla moglie e a due stretti collaboratori, ha cercato, inutilmente, di atterrare a Dushanbe (la capitale del Tagikistan), dove gli è stato negata l’autorizzazione. In seguito potrebbe essere arrivato in Uzbekistan e poi in Oman, come sostengono rispettivamente al Jazeera e fonti giornalistiche indiane. Ma non vi è alcuna conferma ufficiale. Le informazioni raccolte da Mehr indicano, sempre con il condizionale, che Ghani sia attualmente in Oman e che da questo Paese stia cercando di raggiungere gli Stati Uniti.

Ore 15.09 – Repubblicani Usa contro Biden: “Imbarazzo ci perseguiterà per decenni” – “Un imbarazzo che ci perseguiterà per decenni”. Così il capogruppo repubblicano alla Camera dei rappresentanti Usa Kevin McCarthy si è espresso a proposito della disfatta in Afghanistan, nel corso di un briefing con il segretario di Stato Anthony Blinken. In una successiva intervista, McCarthy ha elencato gli errori commessi a suo parere da Joe Biden nell’applicare il ritiro (deciso, vale la pena ricordare, già dalla precedente amministrazione). È stato sbagliato, dice, fissare la data simbolica dell’11 settembre per far coincidere il ventennale degli attacchi con la fine del conflitto. E soprattutto ritirare tutte le forze in estate, ed in agosto, quando le campagne belliche dei Talebani sono tradizionalmente al loro apice. Per questo McCarthy intende chiedere un’inchiesta per verificare cosa effettivamente sapessero l’intelligence Usa e degli alleati nelle settimane precedenti a questa precipitosa e rovinosa caduta del governo afghano.

Ore 14.15 – Aereo militare afghano precipitato in Uzbekistan – Un aereo militare afghano è precipitato in Uzbekistan nella serata di domenica 15 agosto, nella provincia meridionale di Surkhandarya, al confine tra i due Stati. Lo riferisce il portavoce del ministero della Difesa uzbeko Bakhrom Zulfikarov, spiegando che l’aereo “ha attraversato illegalmente il confine” ed “è in corso un’indagine” sull’incidente, ha detto, confermando i resoconti dei media. È stato segnalato almeno un ferito.

Ore 14.08 – L’ambasciata russa: “Ghani in fuga con quattro auto ed elicottero pieni di soldi” – Ashraf Ghani, il presidente afghano scappato ieri precipitosamente da Kabul mentre nella capitale entravano le armate talebane, ha lasciato il Paese con quattro auto ed un elicottero pieni di soldi e ha dovuto lasciarne una parte perché non entravano. Lo scrive l’agenzia di stampa russa Ria Novosti, che cita Nikita Ishchenko, un portavoce dell’ambasciata russa a Kabul: “Per quanto riguarda il crollo del regime uscente, è simboleggiato in modo eloquente dal modo in cui Ghani ha lasciato l’Afghanistan. Quattro auto piene di soldi, hanno cercato di infilarne un’altra parte in un elicottero, ma non ci stavano tutti. E hanno lasciato una parte del denaro sulla pista”. Nei giorni scorsi era circolata la voce – poi smentita – che Ghani si fosse rifugiato in Tagikistan.

Ore 13.49 – Il figlio di Shah Massoud: “Amici della libertà, aiutate il mio Paese” – Ahmad Massoud, figlio del comandante afghano Ahmed Shah Massoud che combatté i sovietici e i talebani prima di essere ucciso nel 2001, ha lanciato un appello agli afghani a unirsi a lui per resistere ai jihadisti che hanno preso il potere in Afghanistan, e chiede agli stranieri “amici della libertà” di aiutare il suo Paese. “Siamo nella situazione dell’Europa del 1940”, ha scritto sulla rivista francese La Règle du jeu, fondata dallo scrittore Bernard-Henri Lévy: “Mi rivolgo a voi tutti, in Francia, in Europa, in America, nel mondo arabo, ovunque, che ci avete tanto aiutato nella nostra lotta per la libertà, contro i sovietici in passato, contro i talebani 20 anni fa: ci aiuterete, cari amici della libertà, ancora una volta come avete fatto in passato? La nostra fiducia in voi, nonostante il tradimento di qualcuno, è grande”.

Ore 13.23 – Il figlio di una vittima di Nassiriya: “Sprecate le vite dei nostri connazionali” – “Leggere le notizie che arrivano dall’Afghanistan dà la sensazione che le lancette dell’orologio siano state riportate indietro di vent’anni, che oltre cinquanta vite di nostri connazionali siano state sprecate, insieme ad un’ingente quantità di denaro. Da figlio di un uomo che ha perso la vita in uno scenario di guerra, l’unica consolazione che mi ha accompagnato in questi anni è stata la consapevolezza che la vita di mio padre non sia stata sprecata”. Lo afferma Marco Intravaia, figlio del vice brigadiere Domenico, uno dei militari italiani morti nell’eccidio di Nassiriya. “Spero invece – prosegue – abbia contribuito, nel servire la Patria, a migliorare la vita di popoli più sfortunati e a veicolare messaggi di democrazia e civiltà. I figli, le mogli e i padri degli uomini morti in Afghanistan staranno vivendo la terribile sensazione che i loro cari siano stati strappati alla vita per niente, adesso che i talebani riprendono il controllo dell’Afghanistan con tutto il carico di estremismo, di oscurantismo e di violenza di cui sono capaci. Esprimo tutta la mia solidarietà a queste famiglie e condivido il loro dolore”.

Ore 11.59 – Ministro Difesa Uk: “Non riusciremo a salvare tutti” – Alcune persone “non torneranno”. Con la voce rotta dall’emozione, il Segretario alla Difesa britannico, Ben Wallace, ha ammesso che Londra non riuscirà probabilmente ad evacuare tutti gli alleati afghani. Intervistato da Lbc Radio, si è detto “fiducioso” di poter riportare a casa tutti i britannici, ma ha aggiunto che “alcune persone” non riusciranno a partire e “dovremo far del nostro meglio in paesi terzi” per dar loro il visto.
Ex militare, Wallace è parso ricacciare indietro le lacrime. E quando gli è stato chiesto perché, ha risposto: “Sono un soldato, è triste che l’Occidente abbia fatto quello che ha fatto, dobbiamo fare il possibile per portar via la gente e rispettare i nostri obblighi dopo 20 anni di sacrifici”.

Ore 11.42 – All’ospedale di Emergency i feriti dagli scontri all’aeroporto – “Abbiamo ricevuto persone ferite da proiettili dopo gli scontri in aeroporto di ieri. Ci sono stati conflitti a fuoco perché molti cercavano di salire sugli aerei senza visti né passaporti. Anche noi abbiamo avuto notizia di vittime”. Lo dice Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro per vittime di guerra di Emergency a Kabul. “Questa mattina – spiega – sono 115 i pazienti ricoverati nel nostro ospedale, rispetto a una capienza di 100 posti. Abbiamo utilizzato anche le barelle. Stiamo cercando di liberare posti letto per eventuali altri feriti ed abbiamo chiesto supporto ad altri ospedali per il trasferimento dei pazienti stabili. Dello staff internazionale siamo rimasti in 7, di 13 che eravamo”. Nell’altro ospedale afghano di Emergency a Lashkar-gah, prosegue, “stanno tutti bene. La città è passata sotto il controllo talebano da un giorno all’altro, non ci sono stati scontri a fuoco e il nostro staff, dopo settimane di isolamento nell’ospedale, è riuscito a rientrare nelle proprie case”.

Ore 11.41 – L’interprete: “Gli Usa mi hanno voltato le spalle” – “Ho salvato molte vite americane”, ma gli Usa “mi hanno voltato le spalle e mi hanno detto grazie e ciao”, “non permettendomi di imbarcarmi su un volo” da Kabul. È quanto dichiara, in un audio trasmesso dalla Bbc, un uomo che dice di essere un interprete afghano per lo staff americano. “Ci ho provato – ha detto – ma non mi hanno permesso” di imbarcarmi, dicendo che non avevo la documentazione. “Ho salvato molte vite americane. ma questo alla fine è quello che mi hanno fatto. Mi hanno girato le spalle e mi hanno lasciato indietro, dicendomi, va bene così, grazie e ciao”. Aggiunge che i talebani sono arrivati vicinissimi a casa sua a, Kabul. “Se mi parlano non potrò guardarli negli occhi, perché capiranno subito che in passato ho fatto qualcosa di “male””, collaborare con le forze di occupazione.

Ore 11.25 – Emergency: “Ci aspettiamo di continuare a lavorare” – “I talebani stanno prendendo il posto dei leader governativi sia nella micro che nella macro-gestione dei vari settori. Non ci sono stati episodi di resistenza al loro ingresso in città e ci aspettiamo un miglioramento della situazione nei prossimi giorni. Speriamo di avere presto contatti con i nuovi leader, questa mattina si è presentato all’ospedale un nuovo esponente del distretto di polizia locale. Abbiamo buone aspettative sul futuro: i talebani ci conoscono da 20 anni e ci aspettiamo che ci lascino continuare a lavorare”. Così Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro per vittime di guerra di Emergency a Kabul.

Ore 11.22 – Cina: “Pronti a relazioni amichevoli” – La Cina è disposta a sviluppare “relazioni amichevoli” con i talebani dopo la loro presa del potere in Afghanistan. “La Cina rispetta il diritto del popolo afghano di determinare in modo indipendente il proprio destino e futuro, ed è disposta a continuare a sviluppare relazioni amichevoli e di cooperazione”, ha dichiarato la portavoce del ministero degli Esteri Hua Chunying. Pechino, inoltre, “è disposta a svolgere un ruolo costruttivo nella pace e nella ricostruzione dell’Afghanistan”. Nel pieno rispetto della sovranità nazionale e della volontà delle fazioni interne, aggiunge, la Cina “ha mantenuto contatti e comunicazioni con i talebani e altri, svolgendo un ruolo costruttivo nel promuovere la risoluzione politica della questione. Come tutti sanno, il 28 luglio il consigliere di Stato e ministro degli Esteri Wang Yi ha incontrato a Tianjin, Abdul Ghani Baradar, capo del Comitato politico dei talebani e il suo partito. Ci auguriamo – ha concluso – che i talebani, tutti i partiti e i gruppi etnici possano realizzare una struttura per l’Afghanistan gettando le basi per la pace”.

Ore 11.10 – Zanin (Emergency): “A parte aeroporto non c’è caos” – Dopo la conquista dei Talebani a Kabul “si respira un’aria di nuova normalità, c’è poco traffico, sappiamo che i negozi sono chiusi, le persone non sono ancora confidenti nell’aprire le proprie attività, ma non c’è caos, a parte gli scontri di ieri all’aeroporto”. Così in un briefing Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro per vittime di guerra di Emergency a Kabul.

Ore 11 – Berlino verso invio esercito per evacuazione tedeschi – Il Parlamento tedesco dovrà ratificare mercoledì prossimo la missione di sostegno dell’esercito tedesco in Afghanistan, per evacuare i tedeschi ancora presenti nel Paese riconquistato dai talebani. È quanto deciso nell’ambito di una consultazione telefonica avvenuta ieri sera fra Angela Merkel e i vertici dei gruppi parlamentari, secondo quanto ha riferito la Dpa. Sul campo saranno inviate forze speciali veloci della Bundeswehr, che potranno contare anche sul sostegno dei paracadutisti. La ministra della Difesa, Annegret Kramp-Karrenbauer, ha definito “pericolosa” la missione, sottolineando: “Siamo pronti a ogni scenario”. La sicurezza dei concittadini tedeschi è l’assoluta “priorità” per il ministro degli Esteri Heiko Maas, che ieri aveva affermato: “Ci impegneremo in ogni modo per permettere ai tedeschi e alle nostre ex forze locali (gli afghani che avevano lavorato con i tedeschi sul posto, ndr) di lasciare il Paese nei prossimi giorni”. Intanto sono arrivati a Kabul i velivoli della Bundeswehr decollati dalla Bassa Sassonia: nei prossimi giorni saranno impiegati per un ponte aereo, attraverso il quale, oltre i diplomatici tedeschi, dovranno essere evacuati anche cittadini tedeschi e afghani.

Ore 10.57 – Preso anche l’aeroporto di Kandahar – I Talebani affermano che l’ultima resistenza delle forze armate afghane all’aeroporto di Kandahar, la seconda città afghana, nel sud, è cessata e che le forze speciali, accerchiate e dopo tre giorni di combattimento, si sono arrese. Lo scrive la Bbc sul suo live blog.

Ore 10.24 – Compagnie aeree evitano spazio aereo afghano – Diverse compagnie aeree stanno deviando le rotte dei loro voli, evitando lo spazio aereo dell’Afghanistan, l’americana United Airlines, e le emiratine Emirates e FlyDubai. Lufthansa “sta dirottando i propri voli per evitare lo spazio aereo afghano fino a nuovo avviso” fa sapere in una nota diffusa via email un portavoce del vettore tedesco. “Di conseguenza il tempo di volo per l’India e altre destinazioni sarà esteso fino a un’ora”.

Ore 10.09 – Cina: ambasciata lavora normalmente – L’ambasciata cinese nella capitale afghana Kabul “lavora normalmente”. Lo riporta il Global Times dopo dichiarazioni della portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hua Chunying. La rappresentanza diplomatica, ha detto Hua citata anche dalla Cgtn, “garantirà ogni assistenza necessaria ai cittadini cinesi che hanno scelto di restare nel Paese”. Per “la maggior parte”, secondo quanto riferisce il Global Times, era infatti stato organizzato il rientro in Cina “in precedenza”, mentre chi resta è “al sicuro”.

Ore 9.51 – Tagikistan smentisce arrivo Ghani – Il ministero degli Esteri del Tagikistan, attraverso una dichiarazione pubblicata sul proprio sito web, ha smentito le notizie dei media secondo cui il presidente afghano Ashraf Ghani sia arrivato nel Paese. “Il ministero degli Esteri del Tagikistan riferisce che l’aereo del signor Mohammad Ashraf Ghani non è entrato nello spazio aereo tagiko né è atterrato nel paese”, si legge nella dichiarazione ripresa da Interfax. Secondo il ministero degli Esteri tagiko, Dushanbe non ha ricevuto alcuna richiesta sulla questione da parte afgana.

Ore 9.50 – Russia: esercito afghano fuggito al primo sparo – La presa di Kabul da parte dei talebani ha colto di sorpresa la Russia. Lo ha detto l’inviato presidenziale russo per l’Afghanistan, Zamir Kabulov, che ha anche escluso che l’ascesa dei Talebani possa spiegarsi con qualsiasi sorta di accordo con gli Stati Uniti. “Credevamo che l’esercito afgano – qualunque esso sia – avrebbe mostrato resistenza per qualche tempo. Tuttavia, sembra che siamo stati troppo ottimisti sulla qualità delle truppe addestrate dagli americani e dalle forze della Nato: sono fuggiti al primo sparo”, ha sottolineato Kabulov.

Ore 9.09 – Emergency: 80 feriti in un solo giorno – “Nella giornata di ieri, soprattutto a partire dal primo pomeriggio, abbiamo iniziato a ricevere molti feriti, circa 80, principalmente con ferite da arma da fuoco. Abbiamo aggiunto dei letti, ne avevamo 100, adesso abbiamo raggiunto il numero di 115. In questo momento siamo completamente pieni – spiega Alberto Zanin, coordinatore medico del Centro chirurgico per le vittime di guerra dell’ospedale di Emergency di Kabul -. Dall’interno del nostro ospedale – ha spiegato nel corso di un collegamento con ‘Radio anch’io’ su Rai Radio1 – percepiamo una grande confusione e preoccupazione da parte della comunità di Kabul. Stiamo osservando il cambio di tutte le posizioni di responsabilità, che prima erano ricoperte dalle forze governative e adesso stanno via via stanno passando nelle mani dei talebani”. “In città siamo rimasti in sette del nostro team internazionale, quelle che sono più a contatto con la cura dei pazienti. Stiamo continuando a lavorare, riceviamo pazienti e cerchiamo di svuotare l’ospedale dai feriti per garantire cure a più persone possibili. Non lasceremo il paese, questo è la direzione dell’organizzazione”.

Ore 8.51 – Francesi iniziano evacuazione – Entro la fine della giornata è in programma il primo round di evacuazione aerea dei cittadini francesi da Kabul organizzato dall’esercito francese tra la sua base negli Emirati e la capitale afghana, caduta in mano ai talebani. Lo ha annunciato il Ministro delle Forze armate della Francia, Florence Parly. “Abbiamo in programma di effettuare la prima rotazione entro la fine di lunedì”, ha detto il ministro a radio France Info, aggiungendo che ci sono “diverse decine” di francesi da evacuare, così come “persone che sono sotto la nostra protezione”.

Ore 7.41 – Nel pomeriggio primo aereo con italiani – Arriverà nel primo pomeriggio a Roma il primo volo dell’Aeronautica militare con a bordo i nostri connazionali, ma anche una ventina di cittadini afghani, partito ieri sera da Kabul. Lo ha riferito la giornalista di Sky Tg24 che si trova a bordo dell’aereo che in questo momento ha fatto un secondo scalo tecnico ad Islamabad, in Pakistan.

Ore 6.59 – Spari in aria delle truppe Usa – Le forze statunitensi hanno sparato in aria all’aeroporto di Kabul, dove migliaia di afghani hanno invaso le piste nel tentativo di fuggire dal loro Paese dopo che i talebani hanno preso il potere. Lo ha riferito un testimone alla Afp. “Ho molta paura. Sparano colpi in aria. Ho visto una ragazza che veniva schiacciata e uccisa”, ha detto il testimone all’agenzia. Un funzionario, citato dalla Bbc, ha detto: “La folla era fuori controllo. Gli spari avevano la sola funzione di calmare il caos”. Gli spari si sentono in diversi video che ritraggono la folla in preda al panico che affolla le piste dell’aeroporto di Kabul. Le truppe statunitensi hanno preso il controllo dell’aeroporto, dove, secondo le notizie diffuse, viene data priorità all’evacuazione del personale diplomatico su aerei militari, dopo il fermo dei voli commerciali. Washington ha reso noto di aver portato in salvo il personale della sua ambasciata.

Ore 6.43 – In migliaia in aeroporto – Migliaia di afghani hanno passato la notte all’aeroporto di Kabul mentre la città è in preda al caos dopo la conquista della capitale da parte dei talebani. L’agenzia Tolo news ha diffuso sui social un video che mostra una folla di persone sulle piste dell’aeroporto che tentano di imbarcarsi sui voli internazionali.

Ore 6.21 – Rilasciato ex vice-capo dei talebani – L’ex vice capo dei talebani pachistani (Ttp) Maulvi Faqir Muhammad è stato rilasciato da una prigione in Afghanistan. Era stato arrestato dalle forze di sicurezza afghane nel 2013 e da allora era detenuto nel carcere di Pul-e-Charkhi a Kabul. Muhammad è stato rilasciato mentre i talebani liberavano tutti i prigionieri dalle carceri di Pul e Charkhi e Baghram. Tra i detenuti rilasciati c’erano anche centinaia di altri prigionieri del Ttp. Maulvi Faqir è stato per lungo tempo il leader dei talebani pakistani nel distretto tribale di Bajuar vicino alla provincia di Kunar in Afghanistan. Si dice che sia persona molto vicina al capo di Al-Qaeda, Ayman Al-Zawahiri.

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