Il Gorilla, Tarzan, il Tessitore, Frio e Katanga. Sono i soprannomi dei protagonisti di una intricata vicenda fatta di minacce e attentati, pistole con matricole abrase e richieste di denaro. La vicenda si sviluppa nell’alto milanese, tra Legnano e Robecchetto con Induno.

Nella mattinata del 4 agosto, i carabinieri di Legnano hanno arrestato il gorilla, 47enne italiano pregiudicato, nullafacente, attualmente detenuto a nel carcere di Busto Arsizio, con l’accusa di porto illegale di armi da fuoco e minaccia. Lo scorso 10 maggio sarebbe stato lui ad esplodere alcuni colpi di kalashnikov contro l’abitazione di un pensionato 69enne italiano a Robecchetto con Induno (Milano).

Il 22 maggio, nel corso delle indagini legate a un precedente episodio, sempre a danno della stessa villetta, il Gorilla è stato sorpreso con un revolver calibro 38 marca Franchi Llama con matricola abrasa e 57 proiettili, oltre ad altri proiettili e, con queste accuse è stato arrestato.

L’indagine era partita il 9 gennaio, quando furono esplosi 3 colpi calibro 22 sempre. All’epoca si capì che il figlio del 69enne, un 46enne detto Il Tessitore, aveva ricevuto richieste di denaro da parte di un italiano 56enne (detto Tarzan), ex collega di lavoro in una ditta di Robecchetto con Induno. Per questo motivo Tarzan è stato il principale indiziato per l’attentato. Dopo l’episodio del 10 maggio, il figlio del pensionato ha però riconosciuto il Gorilla nelle immagini delle telecamere di videosorveglianza.

Nella prosecuzione degli accertamenti, sono state eseguite alcune perquisizioni a carico di soggetti che si erano relazionati in modo sospetto con il Gorilla e Tarzan, consentendo di rinvenire ulteriori munizioni oltre che dello stupefacente destinato allo spaccio nella “piazza” di Robecchetto con Induno, delitti per i quali sono stati rispettivamente denunciati in stato di libertà un 48enne italiano detto Katanga e suo figlio 23enne, e arrestato un 53enne italiano detto Frio.

Il successivo 15 luglio, interrogato dal Sostituto Procuratore dott.ssa Nadia Calcaterra, Gorilla ha confermato i reati contestati assumendosi l’intera responsabilità per i colpi esplosi il 10 maggio a suo dire mosso da motivi di gelosia, in quanto aveva ritenuto che il Tessitore avesse una relazione sentimentale con la sua compagna senza dare però elementi utili al rinvenimento delle armi, acquistate a Milano da non meglio identificati venditori e poi smembrate e gettate nel fiume dopo l’utilizzo.

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