Lo scorso marzo era arrivata una sanzione da 5 milioni di euro per pratica commerciale scorretta. Ora l’Antitrust annuncia di aver avviato un procedimento di inottemperanza nei confronti di Autostrade per l’Italia. Il motivo? Dopo oltre tre mesi la società concessionaria, già al centro di inchieste giudiziarie dopo il crollo del ponte Morandi a Genova, “non ha ancora ridotto il costo del pedaggio nelle tratte con notevoli problemi di viabilità”. L’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Agcm) specifica appunto che il procedimento è stato aperto per inottemperanza alla diffida che imponeva alla società di cessare la pratica scorretta accertata nel mese di marzo 2021. La mancata riduzione dei pedaggi riguarda le tratte sulla A/16 Napoli/Canosa, A/14 Bologna/Taranto, A/26 Genova Voltri-Gravellona Toce e, per le parti di sua competenza, A/7 Milano-Serravalle-Genova, A/10 Genova-Savona-Ventimiglia e A/12 Genova-Rosignano.

Rapida arriva la replica di Autostrade per l’Italia che fa sapere che “d’intesa con il Mims e nell’ambito della più ampia gestione della concessione”, ha attivato già dal 2020 riduzioni o azzeramenti del pedaggio a favore dell’utenza nelle tratte oggetto di sensibili disagi a causa di lavori di manutenzione, per un totale di 77 milioni di euro. Aspi specifica anche che insieme allo stesso ministero “è in corso di ultimazione il nuovo sistema di ‘cashback del pedaggio‘” con l’obiettivo di ristorare gli utenti in caso di ritardi sui tempi medi di percorrenza a seguito del piano di ammodernamento della rete.

Nelle tratte su cui sono state attivate le riduzioni, spiega Autostrade, “rientrano, peraltro, proprio quelle segnalate a suo tempo dall’Antitrust (dove erano presenti riduzioni di carreggiata, poi risolte, imposte dall’Autorità giudiziaria)”, specificando che si tratta di eventi avvenuti “tra dicembre 2019 e gennaio 2020“. Con il nuovo sistema, “il primo a livello europeo” sottolinea Aspi, il rimborso avverrà in modo “automatico, trasparente e commisurato ai tempi di percorrenza effettivi”. Inoltre, “esenzioni o riduzioni del pedaggio sono state mantenute fino ad oggi o attivate ex novo sulle tratte con maggiore presenza di cantieri (ad esempio nella rete ligure o sulla A1 tra Firenze Sud e Scandicci in direzione Bologna)”. La società sottolinea poi che “nello spirito di massima collaborazione e rispetto per il fondamentale ruolo svolto dall’Agcm, Aspi avvierà oggi stesso nuove interlocuzioni formali con l’Autorità”.

A marzo l’Autorità aveva determinato che Aspi, società concessionaria a cui sono affidati oltre 3mila chilometri di rete autostradale, “non ha adeguato né ridotto il pedaggio nei tratti in cui si registrano critiche e persistenti condizioni di fruibilità del servizio autostradale con lunghe code e tempi di percorrenza elevati, causati dalle gravi carenze da parte della società nella gestione e nella manutenzione delle infrastrutture che hanno richiesto interventi straordinari per la messa in sicurezza“. Al termine dell’istruttoria, l’Autorità aveva sanzionato la concessionaria con il massimo edittale, pari a 5 milioni di euro, per la mancata riduzione del pedaggio sulle tratte interessate in violazione degli articoli 20, 22, 24 e 25 del Codice del Consumo.

Spiega l’Autorità, il procedimento è stato aperto per inottemperanza alla diffida, “atteso che Aspi non ha ridotto il costo del pedaggio e/o non ha adottato alcuna procedura per riconoscere agevolazioni tariffarie e rimborsi per le tratte autostradali in cui si verificano rilevanti criticità nella viabilità”. “In queste tratte – sottolinea l’Autorità – si erano registrate importanti riduzioni delle corsie di marcia e/o specifiche limitazioni della velocità massima consentita, con conseguente notevole disagio non solo per i consumatori ma anche per gli autotrasportatori, in termini di code, rallentamenti e significativo aumento dei tempi di percorrenza“.

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