In Catalogna torna il coprifuoco, mentre nella regione dei Pirenei Orientali viene ripristinato l’obbligo di mascherina negli spazi pubblici. L’allarme legato ai contagi da variante Delta in Europa sta facendo vedere le prime conseguenze nel continente. Il Tribunale superiore di giustizia catalano ha autorizzato il coprifuoco tra le 1 e le 6 fino al 23 luglio, proposto dalla Generalitat, in 161 comuni della regione spagnola, tra cui anche Barcellona.

E anche la regione francese, dopo l’annuncio del presidente Macron sulla richiesta del green pass per accedere ai locali e mezzi pubblici, corre ai ripari. Mascherina obbligatoria in tutti gli spazi pubblici, fatta eccezione per la spiaggia e nei grandi spazi naturali, in tutti i comuni dei Pirenei-Orientali a partire da sabato 2 agosto. Nel dipartimento francese, il tasso di incidenza del virus preoccupa dopo essere passato dai 12,7 su 100mila abitanti abitanti del 2 luglio a 129,9 del 12 luglio.

E in Gran Bretagna, il primo Paese europeo ad aver conosciuto una massiccia impennata dei contagi, si tornano a toccare cifre record: per la prima volta da metà gennaio, sono stati superati i 50mila nuovi casi in 24 ore. Il bollettino odierno riporta 51.870 nuovi malati, il numero più alto dal 15 gennaio, e 49 morti. Anche nei Paesi Bassi si sono registrati 11.363 casi, il numero più alto dal 26 dicembre.

Ma la situazione sembra destinata a peggiorare rapidamente, almeno stando alle previsioni dell’Agenzia europea per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) che ha calcolato un forte aumento dei casi di Covid, quasi cinque volte di più, entro il 1 agosto rispetto ai livelli della settimana scorsa. In particolare, secondo il rapporto settimanale, si registreranno 420 casi di coronavirus ogni 100mila abitanti, rispetto a poco meno di 90 della scorsa settimana. “Con la variante Delta è importantissimo rimanere vigili sugli sviluppi della situazione epidemiologica. In Europa non c’è la stessa situazione in tutte le regioni e quindi la salute pubblica viene prima“, ha spiegato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen. “Il certificato Covid permette la libera circolazione e dà informazioni digitali affidabili, leggibili ovunque. Ma la situazione epidemiologica nei singoli Stati deve essere tenuta in considerazione”.

A questo proposito, in Ungheria il governo offrirà la possibilità di assumere una terza dose di vaccino contro il Covid-19 dal primo agosto. Lo ha annunciato il premier Viktor Orban alla radio statale precisando che il richiamo potrà essere assunto non prima di quattro mesi dalla seconda dose e saranno i medici a decidere quale vaccino somministrare. “Poiché non abbiamo notizie di possibili danni – ha detto Orban – il governo consentirà la somministrazione della terza dose”.

Intanto, guardando fuori dai confini dell’Unione, la Russia continua a registrare un triste record di vittime giornaliere: sono 799 nelle ultime 24 ore, numeri mai visti dall’inizio della pandemia. Mentre in Israele, dove da quattro giorni i contagi hanno superato quota 750, con il governo che non esclude il ricorso al lockdown a settembre, sono 855 le persone risultate positive al Covid nell’ultima giornata su appena 65mila tamponi, cifra record da marzo. Il numero degli attualmente positivi è quasi raddoppiato in sette giorni e si avvicina adesso alla cifra di 6mila. Stabile invece il numero dei malati gravi che sono oggi 52. Alla luce di questi sviluppi, il primo ministro Naftali Bennett ha convocato per il primo pomeriggio una consultazione straordinaria con alcuni ministri e con esperti del ministero della Sanità.

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