È durato oltre tre ore il vertice tra Joe Biden e Vladimir Putin nella biblioteca di Villa La Grange a Ginevra. Un incontro storico, atteso da mesi, specie da quando, lo scorso marzo, il presidente Usa definì l’omologo russo un “killer” a mezzo intervista. Alla fine del summit i due leader hanno deciso di tenere conferenze stampa separate. Ma il bilancio di entrambi è positivo. “L’incontro con Biden è stato costruttivo. Non ci può essere una fiducia che dura per sempre ma c’è uno spiraglio di fiducia” ha detto Putin, mentre il presidente Usa ha definito il summit “buono e positivo”, con “disaccordi ma non attriti”, sottolineando che “un’altra Guerra Fredda non sarebbe nell’interesse di nessuno” e che “c’è una genuina prospettiva di migliorare significativamente le relazioni”.

Washington e Mosca hanno concordato di iniziare consultazioni sulla cyber security – tema che resta ampiamente divisivo – e hanno trovato l’accordo per il ritorno dei rispettivi ambasciatori a Mosca e Washington. Un segnale che indica la volontà di normalizzare i rapporti. L’ambasciatore russo negli Usa, Anatoly Antonov, e l’ambasciatore statunitense in Russia, John Sullivan, erano stati infatti richiamati in patria diversi mesi fa a causa delle tensioni diplomatiche tra i due Paesi. Anche i diritti umani, però, restano nodo di scontro e gli Usa – che citano espressamente Navalny – ribadiscono che “saranno sempre sul tavolo”. In una nota congiunta, i due leader hanno tuttavia riaffermato “il principio secondo cui una guerra nucleare non può essere vinta e non deve essere mai combattuta”, ricordando che “nel prossimo futuro” avvieranno “un dialogo bilaterale integrato sulla stabilità strategica che sarà robusto”.

Le dichiarazioni di Putin – Il tema della cybersecurity resta ancora ampiamente divisivo, e il leader russo coglie l’occasione per rimarcare che la “maggior parte” dei cyber attacchi “vengono dagli Stati Uniti“. La Casa Bianca aveva anticipato, prima del vertice di oggi, che Biden avrebbe sollevato il tema con la sua controparte russa, soprattutto dopo i recenti attacchi informatici ad aziende e infrastrutture statunitensi. E le dichiarazioni rilasciate da John Demers, responsabile della sicurezza nazionale al dipartimento di giustizia Usa, ricordano come la frattura tra i due Paesi sul tema sia ancora profonda. “C’è molta attività di questo tipo che proviene dai confini russi – ha detto riferendosi agli attacchi hacker -, che non è condotta dai dirigenti governativi russi ma che è tollerata dal governo russo”, ha detto in una conferenza stampa a Washington.

Quanto invece al nodo dei diritti umani, a una domanda sulla detenzione dell’oppositore Alexei Navalny, Putin, rispondendo che “ha violato la legge”, ha buttato la palla in campo americano. “Guantanamo è ancora aperto, e non corrisponde agli standard internazionali dei diritti umani o alle leggi degli Stati Uniti. Di che diritti umani stiamo parlando? In Europa c’erano prigioni dove si torturava. In Russia stiamo sviluppando il nostro percorso”. Putin ha quindi respinto le critiche, condannando gli Stati Uniti per la violenza armata e gli attacchi con i droni. E a quel punto ha chiesto ai giornalisti in conferenza stampa: “Chi è il killer?”, ricordando l’appellativo con cui era stato chiamato da Biden lo scorso marzo. Nei confronti del presidente americano non sono mancate parole di elogio: il leader del Cremlino lo ha definito “una persona di grande esperienza”, sottolineando che il faccia a faccia con il presidente Usa è durato due ore. “Non si hanno conversazioni così lunghe con tutti i leader”, ha continuato, evidenziando che Biden “è molto diverso dal presidente Trump“.

Quanto invece alle “preoccupazioni sulla militarizzazione” dell’Artico, il leader russo ha detto che sono “ingiustificate, non abbiamo fatto nulla di nuovo, abbiamo solo ripristinato strutture esistenti“, facendo riferimento alla base militare di Mosca. La Russia infatti esige un diritto di controllo sulle acque che vanno dal porto siberiano di Yamal fino allo Stretto di Bering in Cina e pretende che le navi chiedano il suo permesso per il transito, di fatto limitando l’accesso e la libertà di navigazione. Gli Usa non stanno a guardare in questa partita e, dopo aver accusato Mosca di “militarizzare” l’Artico, hanno dispiegato per la prima volta quattro bombardieri B-1 e 200 militari in Norvegia, nella base di Orland. Per l’Amministrazione Biden le questione commerciali e di sicurezza si incrociano con l’impegno ambientale, in una delle aree più delicate del pianeta.

Le dichiarazioni di Biden – Finita la conferenza stampa di Putin, è iniziata quella di Biden. “Importante incontrarsi di persona così che non ci siano incomprensioni su quello che io voglio comunicare. Il tono di tutto l’incontro è stato buono, positivo, non ci sono state azioni stridenti”, ha dichiarato il presidente americano. A Putin ha chiarito che “la mia agenda non è contro la Russia, è per gli americani”, aggiungendo che al leader russo ha detto che “ci sono delle regole di base che vanno rispettate”. Per il presidente Usa “condividiamo delle responsabilità” e le nostre relazioni “devono essere stabili e prevedibili”, puntualizzando che Washington e Mosca “devono essere in grado di cooperare”. Biden ha insistito sulla questione dei diritti umani, che “sono parte del Dna degli Stati Uniti. Ho detto a Putin che saranno sempre sul tavolo” di confronto. “Noi continueremo a sollevare questioni per casi come Alexei Navalny e tutte le questioni legate ai diritti umani”. Quindi, ha proseguito, “non tollereremo violazioni dei diritti democratici e risponderemo”. A Putin, Biden – a seguito dei cyberattacchi che si sono verificati negli Usa – ha dato “una lista di 16 infrastrutture critiche” che non devono essere colpite in nessun modo, precisando che Putin “sa che agiremo” se ci saranno cyberattacchi o interferenze sulle elezioni. Ha manifestato poi “il nostro incrollabile sostegno alla sovranità dell’Ucraina“.

L’arrivo al vertice – All’arrivo Biden è apparso sorridente e rilassato, il leader del Cremlino più teso e austero al momento dell’arrivo. Accanto ai due i rispettivi capi della diplomazia, Antony Blinken e Sergei Lavrov. Dopo la photo opportunity, Biden e Putin – che si sono stretti la mano contravvenendo alle regole anti-Covid – hanno scambiato pochissime parole di circostanza, restando poi a lungo in silenzio. “Sempre meglio incontrarsi faccia a faccia“, ha detto Biden a Putin, che prima dell’inizio dei negoziati ha dichiarato: “Ci sono molte questioni che si sono accumulate, spero che il nostro incontro oggi sia produttivo”. I due leader sedevano dietro le rispettive bandiere, Biden con le gambe accavallate, a differenza di Putin (che non ha questa abitudine). I due erano divisi da un vecchio mappamondo che è sembrato assumere un significato simbolico in questo vertice in cui si sono discussi molti dossier decisivi per il futuro del pianeta.

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