La data di lunedì 7 giugno segna un nuovo spartiacque nelle graduali riaperture che stanno portando l’Italia fuori dai mesi più duri nella lotta al coronavirus. A Molise, Friuli Venezia Giulia e Sardegna si vanno ad aggiungere in zona bianca anche Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria: salgono quindi a sette le Regioni che si trovano nell’area con le minori restrizioni. Ma l’allentamento delle misure passa anche per lo spostamento di un’ora del coprifuoco: nelle Regioni gialle si deve tornare a casa a mezzanotte, non più alle ore 23. Inoltre, cambiano anche le regole per i ristoranti: la principale novità è la possibilità, solo in zona bianca, di potersi sedere massimo in 6 persone allo stesso tavolo anche al chiuso. Nel Paese che si avvia gradualmente all’abbandono delle restrizioni verso una totale zona bianca, l’unico nodo ancora da sciogliere resta la data sull’apertura delle discoteche.

Le regole: differenze tra zona gialla e bianca
Da lunedì in zona gialla ci si potrà dunque muovere liberamente tra le 5 e le 24, mentre da mezzanotte alle 5 del mattino gli spostamenti saranno consentiti solo per ragioni di lavoro, necessità, urgenza, salute. Nelle Regioni in zona bianca invece gli spostamenti sono liberi, così come sono liberi anche gli orari dei locali pubblici. La nuova ordinanza del ministro Roberto Speranza ha fissato anche le differenze tra le due aree per quanto riguarda bar e ristorazione. In zona bianca all’aperto non ci sono limitazioni (se non il metro di distanza tra ogni tavolo), mentre al chiuso è stato allargato a 6 il numero massimo di persone che possono sedere allo stesso tavolo. In zona gialla resta invece il limite di 4 persone, sia all’aperto che al chiuso. Per quanto riguarda le visite ad amici e parenti, in zona bianca si può andare in 6 persone (esclusi i figli) in un’altra abitazione, mentre in zona gialla il limite resta sempre a 4.

Nelle Regioni in zona bianca ripartono anche quelle attività per ora ancora ferme: quindi via libera a piscine coperte, centri benessere, sale gioco, parchi a tema, centri sociali e culturali, che nelle zone gialle ripartono invece tra il 15 giugno e il primo luglio. Stesso discorso vale anche per gli eventi privati, come le feste di matrimonio: in zona gialla il via libera è per il 15 giugno, in zona bianca si possono già fare le feste di nozze, sempre con green pass: i presenti devono essere vaccinati, essere guariti dal Covid o aver fatto un tampone nelle 48 ore precedenti. Anche in zona bianca, infatti, continuano a valere le regole base contro il Covid: mascherina, distanziamento, igiene delle mani.

Il cronoprogramma delle nuove zone bianche
Tutte le Regioni e le Province autonome sono classificate adesso a rischio basso. E tutto il territorio nazionale ha un Rt medio inferiore a 1, quindi una trasmissibilità compatibile con uno scenario di tipo uno. Dopo Abruzzo, Liguria, Veneto e Umbria, il monitoraggio della prossima settimana dovrebbe premiare Lazio, Lombardia, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e Provincia di Trento. In sostanza quindi, proprio come anticipato dal presidente dell’Iss, il 15 giugno mezza Italia si troverà nello scenario con minori restrizioni e senza coprifuoco. Il 21 giugno, giorno in cui sarà definitivamente eliminato il coprifuoco, toccherà quindi a Sicilia, Marche, Toscana, Provincia di Bolzano, Calabria, Basilicata e Campania entrare in zona bianca. L’unica macchia gialla d’Italia sarà quindi rappresentata dalla Valle d’Aosta che per il passaggio di fascia dovrà aspettare molto probabilmente fine mese.

I nodi ancora da sciogliere
L’unico nodo ancora da sciogliere resta la data sull’apertura delle discoteche. Ma la questione è ormai entrata in agenda e la prossima settimana, forse martedì, potrebbe partire una prima interlocuzione con i tecnici ministeriali. I gestori dei locali chiedono che il governo si esprima quanto prima per fornire delle certezze, che arriveranno quindi nei prossimi giorni: attenzione al tema è stata posta non solo dalle Regioni, ma anche dal ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, e dal sottosegretario alla Salute, Andrea Costa. Potrebbe tramontare l’idea del test in due sole città per far spazio ad una disposizione che permetta la riapertura generale delle strutture in sicurezza intorno agli inizi di luglio. Le discoteche, però, ad agosto 2020 erano state proprio una delle cause della prima risalita dei contagi dopo un’estate in cui la curva era rimasta piatta. A settembre, con il rientro nelle città e la fine dell’estate, era così partita la seconda ondata.

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