L’incontro tra Matteo Renzi e lo 007 Marco Mancini finisce al Copasir. La prossima settimana il comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti audirà Gennaro Vecchione. L’oggetto dell’audizione sarà proprio il colloquio – ripreso casualmente da una persona presente – avvenuto in un autogrill tra l’ex premier e leader di Italia Viva e Mancini, che è il dirigente dello stesso Dis, documentato da un servizio di ‘Report‘. La decisione è stata presa dal Comitato al termine della riunione di oggi. L’audizione di Vecchione, dice il presidente del Copasir Raffaele Volpi, servirà a fornire all’organismo di controllo sui servizi una “valutazione di tali vicende, limitatamente ai profili di propria competenza” e solo dopo aver ascoltato il direttore del Dis “il Comitato si riserva di procedere a ulteriori approfondimenti ed eventuali altre audizioni”, a partire da quelle dei due protagonisti dell’incontro.

L’incontro tra Renzi e Mancini all’autogrill di Fiano Romano avviene il 23 dicembre, lo stesso giorno in cui il senatore di Italia Viva fa visita a Denis Verdini, in quel momento recluso nel carcere romano di Rebibbia. In quelle settimana l’ex presidente del Consiglio attaccava continuamente Giuseppe Conte per non aver ceduto la delega ai servizi. Ospite di La7, poche ore prima del faccia a faccia con lo 007, Renzi chiede “segnali di novità” al capo dell’esecutivo. L’incontro in autostrada viene motivato così: “Dovevo incontrarlo al Senato, me n’ero dimenticato. Doveva portarmi i babbi, un dolce romagnolo”, spiega il senatore. “O lei vorrebbe dirmi che Mancini è il grande ispiratore della mia battaglia per l’autorità delegata?”, provocava Renzi nei giorni scorsi. Il leader d’Italia viva ha pure attaccato Report, accusando la trasmissione di aver mandato in onda un servizio da “manuale del complottismo“. Ma non ha mai chiarito nel dettaglio l’oggetto del colloquio con Mancini.

Il suo ufficio stampa ha inoltre annunciato che nelle prossime 24 ore sarà presentato un esposto in procura “per chiedere che siano acquisite le telecamere dell’autogrill e ristabilita la verità dei fatti”, si legge in una nota. “Il racconto che Ranucci riporta – afferma l’ufficio stampa – è falso. Come dimostreranno le immagini dell’autogrill, l’auto di Renzi è andata via prima dell’auto di Mancini. E del resto la stessa signora dice di sentire Mancini che saluta Renzi, mentre Renzi sale in macchina e riparte, con Mancini che resta in piedi fuori dall’auto a salutare”. “Se la signora è andata via in contemporanea all’auto di Mancini – prosegue la nota – non può aver visto la direzione di Renzi, del quale però la signora pare conoscere anche la velocità dell’auto. Orecchio bionico, vista straordinaria, autovelox incorporato: questa professoressa è davvero speciale. Ma il racconto è falso: e basta passare dall’autogrill di Fiano Romano per rendersene conto”.

Accuse a cui il curatore del programma di Rai3 è tornato a contestare punto per punto. “Intanto, il filmato non è di 40 minuti come scrive Renzi, ma dura circa 20 secondi, almeno quello che lei ci ha dato: 40 minuti è la durata del colloquio di Renzi con Mancini, come si può ricavare dagli orari in cui la signora ha scattato le prime e le ultime foto. Filmato che, tra l’altro, lei non ha dato subito a noi ma a un giornale, nella serata del 31 dicembre, dunque pochi giorni dopo il fatto“. Per quanto riguarda la direzione delle due auto, Ranucci precisa: “Abbiamo persino ripreso gli svincoli: l’insegnante è ripartita con la sua auto contemporaneamente a Mancini, mentre Renzi è rimasto all’Autogrill; e ha potuto vedere che Mancini andava verso Fiano Romano e da lì si può cambiare e tornare indietro, mentre poi lei stessa è stata superata a 180 km/h dalla macchina di Renzi: per questo ha detto che i due sono ripartiti in direzioni opposte. E aveva il finestrino dell’auto abbassato, per il malore del padre, il che le ha consentito di sentire l’ultima frase di saluto fra i due: nessun orecchio bionico… e soprattutto nessun mistero”.

Sulla vicenda, oltre alla procura, si interesserà quindi anche il Copasir, che sempre oggi “ha anche concordato sulla opportunità di svolgere le audizioni, già precedentemente decise, dell’ex Presidente del Consiglio (Giuseppe Conte) e del suo Portavoce (Rocco Casalino), con riferimento alla liberazione avvenuta a dicembre 2020 dei pescatori italiani sequestrati in Libia”. Ieri invece il comitato che si riunisce a Palazzo San Macuto ha deciso di sentire l’attuale premier, Mario Draghi. L’attività del Copasir, che va avanti senza membri dell’opposizione dopo le dimissioni di Adolfo Urso, è oggetto di polemica sollevata da Fratelli d’Italia, che rivendica la presidente da unico partito d’opposizione. “Nessuno mette in dubbio che spetti all’opposizione la presidenza del Copasir. Posso soltanto ribadire la richiesta di ripristinare la legalità, in mancanza della quale, persino le nomine dei vertici dei servizi potrebbero risultare illegittime… Anche le scelte dei direttori e dei vicedirettore dei servizi potrebbero essere inficiate di illegittimità. Quindi, non è una questione di desta o di sinistra, ma di sicurezza nazionale”, ha attaccato ancora oggi Ignazio La Russa. Al quale ha replicato Enrico Borghi del Pd: “Quello che La Russa definisce il ‘ripristino della legalità’ è un onere interamente in carico al solo centrodestra”. Tocca infatti alla Lega rinunciare alla presidenza di Volpi. Ma il partito di Matteo Salvini non ha intenzione di cedere quella poltrona.

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